È fame di bond. Lo dimostrano i 309.000 piccoli risparmiatori che hanno piazzato richieste per oltre 10 miliardi di euro in occasione del recente collocamento del bond retail dell'Eni. L'obbligazione aveva un taglio di un solo miliardo, poi raddoppiato a due, ma vista la domanda imponente molti sono rimasti a bocca asciutta. Ne consegue che almeno otto miliardi di liquidità che gli italiani vorrebbero investire in obbligazioni nell'anno in cui i bond potrebbero dominare la scena, dopo un brutto 2022, restano al momento infruttuosi. I mercati si attendono il picco dei tassi nei prossimi mesi e quindi prezzi e rendimenti dei bond dovrebbero stabilizzarsi. Non a caso da inizio anno sono stati emessi in Eurozona 275 miliardi di euro di obbligazioni, il 25% circa in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il circolante, però, la quantità di emissioni sul mercato del debito, è di quasi 24.000 miliardi di euro, di cui solo 277 miliardi destinati al mercato retail, quello dei piccoli investitori, ovvero l'1,15% circa del totale.

'Questa percentuale sale al 3,76% in Italia per 120 miliardi su 3.200 miliardi di emissioni circolanti grazie alla copiosa emissione di titoli di Stato dedicati al retail come i Btp Italia e Btp Futura', spiega Giacomo Alessi, analista obbligazionario indipendente, a MF-Milano Finanza. Quindi la parte del leone è rappresentata dai titoli di Stato. 'Da inizio anno', riprende Alessi, 'l'unica società in Eurozona che ha emesso bond all'investitore finale è Eni. In Italia le obbligazioni al retail incidono per circa l'1%, è una quota molto piccola'. Tim rende il 7,2%. Sul mercato, però, come mette in evidenza la tabella in pagina, esistono emissioni con un taglio di entrata di 1.000 euro che rendono, in alcuni casi, il 7,2%. È il caso del bond emesso da Telecom Italia con scadenza nel 2033. La cedola è del 7,75% annuo ma il bond rende oggi il 7,2% perché il prezzo, a 103, è sopra la parità. Tim ha appena emesso un'altra obbligazione, in questo caso per investitori istituzionali (taglio a partire da 100.000 euro) a 5 anni per 850 milioni che rende il 6,875%. Livelli così alti dipendono in parte dall'aumento dei tassi partito la scorsa estate e che dovrebbe trovare un picco del 3,2% ad agosto, ma anche dal fatto che la valutazione di Tim non è più considerata in area investment grade, bensì speculativa. Essendo però un asset d'importanza strategica partecipato direttamente da Cdp, è difficile che Telecom finisca in default.

Come costruire un portafoglio retail allora con bond italiani e in euro a medio rischio? Alessi, che ha costruito la tabella dei bond per MF-Milano Finanza, ricorda che 'modellare la porzione a tasso fisso del proprio portafoglio è possibile attraverso titoli a taglio minimo, generalmente 1.000 euro, più facilmente gestibili e che non abbiano un rischio emittente troppo elevato, per difendere i risparmi. I titoli governativi hanno sicuramente un ruolo da protagonista in questo paniere, per quanto riguarda la porzione corporate ci sono in Europa molti nomi che possono aiutare a diversificare dal classico Btp o Bund'. Nella selezione, l'analista ha inserito titoli corporate che 'offrono una valida alternativa ai governativi e che possono garantire, come nel caso di Tim 2033, un rendimento medio annuo superiore al 7%'.

Il caso Volkswagen, un raro perpetuo al retail. Nella maggior parte dei casi i bond al retail sono classiche emissioni a tasso fisso, quello emesso da Volkswagen è un perpetuo che scambia a un prezzo di 85 e rende alla call (richiamo, la possibilità dell'emittente di ritirare l'emissione dal mercato, un fatto usuale soprattutto per le banche) il 6,16%. Il rating per Moody's è Baa2, ancora in area investment grade.

Non è invece un bond corporate, l'unico caso della tabella, ma rende, con scadenza nel 2030, il 5,91% e prezza 80,82 l'emissione governativa della Romania in euro. In effetti non sono molti i bond al retail, come si è visto, collocati in Eurozona.

Perché ci sono così poche obbligazioni societarie pensate per l'investitore finale? 'La recente emissione di Eni dedicata al mercato retail ha segnato un record di domanda che è stata stimolata così largamente solo per titoli governativi. In generale è difficile arrivare alla granularità del mercato retail senza una rete di collocamento sovrastante come può essere quella delle banche che infatti sono tra gli emittenti più attivi su questo segmento', spiega Alessi. Che precisa: 'sicuramente, per quanto riguarda Eni, il premio di rendimento offerto e la popolarità dell'emittente in Italia hanno aiutato al collocamento ma in generale è complicato per i corporate raccogliere così tanto interesse senza l'aiuto di banche d'investimento. Va anche considerato che i piccoli risparmiatori sono un'arma a doppio taglio per l'emittente durante la vita del bond perché possono lasciarsi andare a vendite, a differenza di investitori istituzionali che tendono a mantenere in portafoglio i titoli fino alla naturale scadenza'.

Il bond della banca di Renault. Rci Banque è l'istituto di credito controllato dal gruppo automobilistico francese Renault, che ha sul mercato un bond con scadenza anche in questo caso 2030 e un rendimento del 4,36% se lo si tiene in portafoglio fino a fine vita.

Il titolo prezza sopra 100, al momento del collocamento, alla pari, rendeva il 4,6%. Il rating per Moody's è Baa2 come nel caso di Volkswagen, il titolo è quindi ancora in area investment grade, la più sicura. E anche Mediobanca fa concorrenza ad Eni. Di solito le banche emettono debito rivolto agli investitori istituzionali, anche per adeguarsi alle regole di compliance istituite dalla Banca centrale europea per permettere ai gruppi finanziari di irrobustire il capitale primario. Questo bond di Piazzetta Cuccia, invece, è un tasso fisso con ha un taglio di 1.000 euro, scade nel 2027 e rende il 4,3% come il titolo Eni che invece è a 5 anni. La ragione sta anche nel fatto che l'obbligazione di Mediobanca scambia sotta la parità a 98,27.

Secondo Alessi, 'il tasso fisso potrebbe essere l'asset class migliore dell'anno e quindi sicuramente dopo un lungo periodo di rendimenti prossimi allo zero e dopo il 2022 segnato dall'inflazione in ascesa turbolenta, ha senso per gli investitori anche privati tornare a investire nei bond'. Nella speranza di una stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e della seguente stabilizzazione dell'indice dei prezzi al consumo, 'i rendimenti dovrebbero se non stringere quantomeno rimanere lineari sugli attuali livelli. Nella nostra selezione vengono indicati titoli di diverso merito creditizio e rendimento che potrebbero sovraperformare rispetto alla curva free-risk vicina all'Euribor a 3 mesi che si colloca in area 2,46%'. Il credito corporate in generale, riprende l'analista, ha performato più dei governativi da inizio anno, un andamento che può continuare nel corso dell'anno.

Kme ed Edf, dal rame all'energia. Il gruppo italiano Kme, quotato a Piazza Affari, uno dei maggiori produttori europei di rame, ha sul mercato due bond. Uno con scadenza nel 2027, viaggia ad un valore di 107,57 e rende il 4,21%, il secondo, emesso in quantità modica (75 milioni) scade nel 2025 e, al prezzo di 98,86, rende oggi poco più del 5% (codice Isin IT005394884). Il gruppo Électricité de France, famosa più forse come Edf, ha un bond con scadenza 2033 che rende il 4,08%, in emissione era il 5,62% ma il titolo viaggia ben sopra la parità al valore di 112. Heidelbergcement, invece, che racchiude al suo interno l'italiana Italcementi, ha un'emissione sul mercato europeo con scadenza 2032 che rende, a maturità, il 4,05% e viaggia sotto la pari a un valore di 97,7.

La tripla A rende il 2,7%. Anche le banche americane emettono bond in euro. Un caso interessante, trattandosi di un rating A2, molto alto, è quello di Goldman Sachs il cui bond al 2029 rende il 4,04% e scambia a 99,74. L'emittente tedesco EnBW Energie Baden-Württemberg, invece, società energetica quotata in borsa con sede a Karlsruhe, ha emesso un'obbligazione che rende oggi il 4% e scade nel 2035, così come un altro gruppo tedesco, E.On International Finance, ha collocato un bond al 2026 che rende il 3%. L'emissione della finanziaria del gruppo automobilistico Bmw rende invece il 2,96% con scadenza nel 2028, mentre l'International Bank for Reconstruction and Development, istituzione a tripla A, il massimo del rating, vede il bond al 2027 scambiare con un rendimento più contenuto, il 2,7%.

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January 30, 2023 02:13 ET (07:13 GMT)

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