Tlc: slitta offerta Cdp-Macquarie su rete, Tim vuole valorizzare Enterprise (Mess)
13 Settembre 2022 - 9:51AM
MF Dow Jones (Italiano)
Slitta a dopo le elezioni l'offerta non vincolante di Cdp e
Macquarie a Tim sulla rete unica, il progetto di integrazione delle
reti primarie e secondarie in fibra e rame concentrate in Netco,
con l'acquisto di quest'ultima da parte di Open Fiber. A questo
proposito, a fine maggio è stato siglato un accordo-quadro (Mou)
fra Cassa, Open Fiber, Macquarie Infrastructure and Real Assets
(Europe) Limited (Mam), Teemo BidCo (Kkr) con termine ultimo il 31
dicembre per chiudere l'operazione.
Nei giorni scorsi i vertici di via Goito avrebbero sondato il
Tesoro, suo azionista con l'82,77%, Palazzo Chigi ma anche i futuri
stakeholders del nuovo governo, a cominciare da FdI: da questo giro
d'orizzonte, scrive Il Messaggero, è emersa l'opportunità di
rinviare a subito dopo il voto la delibera della proposta non
binding che, secondo l'accordo-quadro, avrebbe dovuto vedere la
luce ai primi di agosto per poi seguire con una proposta vincolante
entro il 31 ottobre.
L'offerta dovrebbe essere congiunta tra Cdp, Macquarie e Open
Fiber, partecipata dai primi due (rispettivamente 60 e 40%). Open
Fiber ha un cda in calendario martedì 20, Cdp mercoledì 28 ma
entrambi, di routine, quasi certamente non serviranno per procedere
con l'operazione. E a questo punto non ci sono certezze sulla
tempistica anche perchè, nei colloqui fra i vertici di Cassa con
Giorgia Meloni, quest' ultima avrebbe fatto sapere la posizione
riguardo la rete unica: sì, ma sul modello Terna e Snam con
modalità attuative tutte da definire.
Al momento la strada è quella di una valorizzazione della rete
Tim sulla quale Vivendi, primo socio con il 23,9% da una parte e
Cdp, socio di Tim con il 9,8% ma anche di Open Fiber sono separati
fino a 12 miliardi: per la media company francese la rete vale fino
a 34 miliardi, per Cassa fino a 22 miliardi.
Sul negoziato, mediato dagli advisor, pendono due scambi di
accuse epistolari da parte di Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi
che ritiene Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cdp in conflitto
di interesse per la presenza contestuale nel cda di Tim. Nella
seconda lettera il manager parigino sollecitava altresì l'ad Pietro
Labriola a procedere sulla cessione di una quota di Tim Enterprise,
la società di servizi che nascerà post scorporo della rete, sulla
quale verrà lanciata una gara per la sua valorizzazione.
Nei mesi scorsi era arrivata un'offerta di Cvc che la
valorizzava 6 miliardi di euro, cifra ritenuta troppo bassa. C'è da
aggiungere che fra le grandi banche italiane esposte verso Tim
girano riflessioni sull'aumento dei tassi in rapporto al debito
della società (30 miliardi lordi totali)e al suo eventuale
rifinanziamento: a questi tassi, i bond potrebbero dover pagare
interessi più elevati provocando pressioni sulla società. Ma Tim fa
sapere che l'80% del debito è tarato sul fisso che però ha una
componente legata all'Euribor che, come è noto, varia.
vs
fine
MF-DJ NEWS
1309:35 set 2022
(END) Dow Jones Newswires
September 13, 2022 03:36 ET (07:36 GMT)
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