Oltre 1,5 miliari di dollari di masse gestite, un team di 35 persone, fra gestori e analisti, capeggiate dal fondatore Zach Mecelis (chief investment officer) e dal direttore della ricerca Peter Murphy e una fortissima expertise nell'analisi delle società del settore energetico.

Le ultime operazioni? L'acquisto del 5% dell'utility elettrica greca Ppc, del 75% della tedesca dei pannelli solar Max Solar (in partnership con GreenVolt) e di quote importanti di Li-Cycle, società nordamericana quotata al Nyse specializzata nel riciclo di batterie agli ioni di litio.

Sono i numeri e il biglietto da visita di Covalis Capital, hedge fund londinese con head office nella centralissima Mayfair - a due passi da Hide Park e da Buckingham Palace - che ha appena terremotato il processo di rinnovo delle cariche sociali in Enel. In vista dell'assemblea del 10 maggio ha proposto una terza lista per il cda della compagnia sfidando quelle del Tesoro e di Assogestioni. Già azionista di Terna, Covalis è un investitore di lungo periodo dell'Enel, di cui ha in portafoglio circa l'1% del capitale.

Perché ha puntato i propri denari nel colosso elettrico? Il dna dell'hedge fund, ma soprattutto la storia del 43enne gestore lituano che nel 2012 ha fondato la sua sgr fanno capire perché Covalis ha messo in tasca le azioni del più grande operatore privato nelle rinnovabili con 59 Gw di capacità gestita. Nato a Palanga, il maggiore centro balneare sul Baltico della Lituania considerato la «Capitale estiva» del Paese, Mecelis ha completato gli studi universitari negli Stati Uniti dove ha iniziato a muovere i primi passi nella finanza in Zimmer Lucas Partners a New York, un importante gestore di Wall Street specializzato nel settore energetico. In soli quattro anni, Mecelis è stato prima promosso direttore della ricerca, guidando un team di otto analisti focalizzato sulle strategie di investimento sempre nel comparto delle utility (statunitensi). Poi è passato in Glg Partners a Londra, asset manager del gruppo Man (143,3 miliardi di dollari di masse gestite), dove è stato il responsabile della strategia global utility, focalizzata in particolare sul Vecchio Continente. Nel 2006 e nel 2007 è stato votato dagli executive delle aziende europee del settore energetico come il miglior analista finanziario nei sondaggi promossi ogni anno da Thomson Reuters Extel. Insomma, una star del comparto, chiosano gli «gnomi» della finanza d'Oltremanica, che nel 2009 ha spostato il suo team nel trader mondiale delle commodity (di base ad Hong Kong e quotato a Singapore) Noble Group e ha fondato poi nel 2012 la propria società di gestione Covalis. Sede a Londra e uffici alle Cayman, New York e Gibilterra.

La mission? Investire ovviamente in utility, rinnovabili e commodity, con particolare focus sulla transizione energetica. Ma anche infrastrutture e industria. Covalis e altri fondi internazionali, per cui l'investitore lituano sta facendo da apripista, vogliono che il nuovo ad di Enel Flavio Cattaneo continui a cavalcare l'onda della transizione energetica, anche dalla posizione di hub nel Sud Europa. Un macrotrend da non lasciarsi sfuggire, anche se in cima alla lista delle priorità del colosso elettrico ora c'è la sforbiciata al debito (e del perimetro societario) che entro la fine del 2024 deve ridursi di 21 miliardi, di cui 12,2 miliardi già quest'anno.

A Covalis, come anche all'hedge fund britannico Mondrian (all'1,7%), non è piaciuto che in una fase di forte discontinuità per l'Enel, nella lista a sei che il Tesoro (al 23,58%) ha proposto per il board non ci sia un esperto delle rinnovabili e della transizione green.

Mecelis, che da vent'anni fa le pulci ai bilanci e ai piani industriali delle società energetiche di tutto il mondo, ha definito «opaco e tossico» il processo con cui il governo Meloni ha risolto il rebus delle nomine nelle grandi partecipate. L'approccio non è conflittuale: il gestore mira al dialogo e a introdurre nelle designazioni standard più «in linea con le best practice internazionali» anche con l'appoggio dei vari BlackRock, Vanguard e Norges. È in gioco il rerating del titolo che, fa notare il fondo, quota a sconto rispetto ai peer Iberdrola o Edf. Ovviamente dal Tesoro oppongono che, essendo passati per long e short list dei cacciatori di teste, sono già allineati. A capo di una lista di sei nomi indipendenti, assortita internazionalmente e con expertise legate al mondo dell'energia e della sostenibilità, Covalis intende dare scacco al Tesoro in assemblea piazzando almeno il banker Marco Mazzucchelli al posto di Paolo Scaroni, che il Mef vuole alla presidenza. Su Cattaneo invece non c'è preclusione.

alu

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2409:29 apr 2023

 

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