Nomine: al via secondo round, braccio ferro per Trenitalia e Rfi (Stampa)
25 Aprile 2023 - 12:31PM
MF Dow Jones (Italiano)
Chiusa la trattativa sulle grandi società quotate a controllo
pubblico (Eni, Enel, Leonardo, Terna), ora la politica deve
prendere decisioni importanti su altre centinaia di poltrone in
scadenza di qui alla primavera del 2024. Non ci sono solo quelle
delle Ferrovie, ma le controllate minori di Tesoro, Rai, Poste,
Cassa depositi e prestiti, delle stesse aziende quotate.
Lo scrive la Stampa spiegando che c'è da decidere la sorte di
aziende come Manifattura Tabacchi o Corneliani, un marchio storico
del tessile finito sotto il controllo di Invitalia (altra
controllata pubblica) andata in soccorso del privato. Con scorno di
chi lamenta eccessi liberisti, lo Stato intermedia sempre metà del
Pil italiano, e a scorrere la lista delle società in scadenza se ne
ha una plastica riprova. Entro il 31 dicembre c'è da rinnovare i
vertici e i consigli di amministrazione di dieci società a diretto
controllo pubblico, 51 di secondo livello, quattro di terzo. Di qui
al 2024 c'è da rinnovare circa 130 aziende su cui la politica avrà
l'ultima parola, non meno di cinquecento poltrone. Per citarne
alcune in ordine sparso: Consip, Poligrafico dello Stato, Invimit,
Sogesid, Consap, Sogin, Difesa servizi, Sose, Infratel, Lng
shipping.
Sia come sia, la partita imminente e più delicata per Giorgia
Meloni riguarda il futuro delle Ferrovie. Superata l'ipotesi di
mandare l'attuale numero uno della capogruppo Luigi Ferraris in
soccorso dei problemi di Enel, ci sono comunque da scegliere i
nuovi vertici delle due principali aziende controllate: quella che
gestisce l'alta velocità (Trenitalia) e la rete, ovvero Rfi.
Per queste due poltrone Salvini (coadiuvato dal fedele
sottosegretario Edoardo Rixi) ha pronto un ticket sul quale c'è il
massimo riserbo. Nei palazzi e in azienda girano voci secondo le
quali l'attuale amministratore di Trenitalia Luigi Corradi potrebbe
essere confermato, o essere spostato a Rfi, su consiglio di
Ferraris. I candidati alternativi a Corradi alla guida di Rfi sono
ben quattro: Vincenzo Macello, Umberto Lebruto, Maria Annunziata
Giaconia o Arrigo Giani. Fatto salvo quest'ultimo (è
l'amministratore delegato della milanese Atm) gli altri sono
manager interni.
La premier ha poi un altro problema urgente da affrontare,
ovvero il destino dell'amministratore delegato uscente di Terna
Stefano Donnarumma. Uscito sconfitto dal conclave che lo doveva
nominare gran capo di Enel, è rimasto schiacciato fra i dubbi dei
fondi azionisti di Enel, le richieste di Salvini e la decisione di
Meloni di nominare a ogni costo una donna (la manager di Nokia
Giuseppina Di Foggia) come primo amministratore delegato di una
grande azienda quotata pubblica (finora erano state scelte solo per
la meno importante carica di presidente). Ora a Donnarumma -
rimasto disoccupato a causa del legame con Meloni - sarebbe stata
promessa la poltrona di Cdp venture capital, una delle tante
società della galassia pubblica della cassaforte del Tesoro.
Ebbene, il suo passaggio si sta complicando per almeno due ragioni:
il lauto emolumento che gli garantiva la poltrona di Terna
(impossibile in una partecipata molto più piccola) e i rischi
legali associati al passaggio da una società all'altra dello stesso
gruppo.
alu
fine
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2512:15 apr 2023
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