Sul deal è calato il velo di riservatezza che solitamente accompagna le fasi finali di una trattativa. Secondo diverse fonti finanziarie l'accordo tra Ion e il fondo Davidson Kempner per le cessione di Prelios potrebbe essere ormai questione di settimane. Il board del gruppo milanese presieduto da Fabrizio Palenzona avrebbe già in programma un incontro per metà di marzo. Il meeting era già previsto dal calendario societario ma, se non ci saranno intoppi, potrebbe essere l'occasione per formalizzare un accordo. La due diligence di Ion, scrive MF-Milano Finanza, sarebbe del resto in fase conclusiva, mentre il financing potrebbe essere definito solo a valle di un'intesa sul prezzo dell'operazione. Molti elementi insomma suggeriscono che la convergenza è in atto.

DK è presente nel capitale di Prelios dal 2017 a seguito dell'accordo con il nocciolo duro di azionisti composto allora da Pirelli, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Fenice. I successivi sei anni sono stati un periodo di crescita per il gruppo che ha approfittato dei processi di de-risking avviati dalle principali banche italiane. Tra gli accordi principali basti ricordare quello raggiunto nel 2019 con Intesa-Sanpaolo per la gestione degli utp e quello dei mesi scorsi con Unicredit sulla medesimi asset class, senza contare le numerose cartolarizzazioni garantite (Gacs) sui cui la società è intervenuta fin dall'introduzione dello strumento.

Da qualche tempo però Davidson Kempner sta pensando alla vendita. I tentativi fatti sinora (da Intrum a Tinexta fino a Banca Progetto) non hanno però sortito risultato, complice anche la pandemia e la forte instabilità macroeconomica degli ultimi mesi.

L'intenzione del fondo (che come advisor ha chiamato prima Jp Morgan e poi Goldman Sachs) è rimasta comunque quella di valorizzare la controllata e l'arrivo di Ion sul dossier ha impresso un cambio di marcia alle discussioni. Andrea Pignataro del resto ha già fatto molte operazioni rilevanti sul mercato italiano. In prima battuta l'imprenditore ha comprato Cedacri, il leader tricolore nei servizi informatici integrati per banche, istituzioni finanziarie, assicurazioni e società di servizi, mettendo sul piatto 1,5 miliardi. Quindi, insieme al Fsi guidato da Maurizio Tamagnini e al Fondo sovrano di Singapore (Gic), ha lanciato un'opa su Cerved, la public company milanese attiva nelle informazioni commerciali e nella gestione dei crediti deteriorati. Negli ultimi mesi Ion è entrata anche nel capitale di Banca Mps con un investimento da 50 milioni nel corso dell'ultimo aumento di capitale da 2,5 miliardi. E oggi il gruppo di Pignataro è a caccia di nuove opportunità sul mercato italiano per costruire tassello dopo tassello un gruppo basato sull'ingegnerizzazione dei dati finanziari. Nelle scorse settimane per esempio il nome del manager era circolato anche per il dossier Anima su cui però alla fine si è materializzato il fondo Fsi di Maurizio Tamagnini, alleato di Ion in diverse partite italiane.

Come detto, una volta definito l'accordo, Pignataro dovrebbe definire il financing con le banche.

L'intenzione di Ion sarebbe infatti quella di investire nel deal circa mezzo miliardo di capitale. La componente di debito invece dipenderà dall'esito del confronto con gli istituti che, nelle prossime settimane, potrebbe allargarsi a istituti italiani. Quanto alla governance, se si raggiungerà un accordo, è possibile che ci siano scelte di continuità per il nuovo gruppo sia per alcuni amministratori che per parte del management.

red

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MF-DJ NEWS

2308:52 feb 2023

 

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