UCRAINA: quanto ci sono costati sette mesi di guerra (MI.Fi.)
26 Settembre 2022 - 07:43AM
MF Dow Jones (Italiano)
DI Roberto Sommella
I prossimi cento giorni saranno pieni di numeri e di promesse.
Ma al netto di quello che sarà l'obiettivo del futuro governo
uscito dalle urne di domenica 25 settembre, ci sono due bilanci che
peseranno molto sulla prossima legislatura e sulla finanziaria del
2023: il conto dei primi otto mesi di guerra in Ucraina e lo stato
dell'economia dopo diciotto mesi di esecutivo guidato da Mario
Draghi.
Leggere le cifre che sintetizzano la bolletta che Vladimir Putin
sta imponendo all'Europa e al nostro Paese, si legge su Milano
Finanza, è il primo esercizio utile perché sarà quello che dovrà
fare anche il nuovo inquilino di palazzo Chigi. Da quel lontano 24
febbraio 2022 in cui le forze armate russe sono entrate in
territorio ucraino per quella che lo zar aveva definito «operazione
speciale» pensando che fosse una guerra lampo, il mondo è cambiato,
ma soprattutto si è abbattuta sulla crescita economica una
incredibile crisi delle materie prime. Giova quindi andarsi a
rivedere quanto fosse il 23 febbraio il prezzo del gas a
megawattora: 88,89 euro, mentre oggi viaggia sui 194 euro (dato del
20 settembre), per un aumento del 118%. Al netto di tutte le
partite finanziarie che sono entrate in gioco nei mesi successivi,
del ruolo della borsa di Amsterdam, della Norvegia e dei derivati
che scommettono sugli alti e bassi delle commodity, un'analisi
grezza e efficace spiega come sia stato possibile che insieme al
prezzo del gas siano raddoppiate anche le bollette medie pagate
dalle famiglie e dalle imprese italiane. È il nodo cruciale da
sciogliere.
La Commissione Europea sta provano ad imporre un tetto al prezzo
del gas (che potrebbe essere intorno ai 180 euro a Megawattora), i
governi nazionali si muovo in solitudine. La Francia ha deciso di
rafforzare la sua indipendenza energetica ampliando la gittata
delle sue centrali nucleari, la Germania cerca di non spezzare
ancora il legame che la collega con la Russia e le sue fonti
energetiche e già fa marcia indietro sull'abbandono dell'atomo,
l'Italia sta provando a rendersi autonoma da Mosca entro il 2024 ma
nel frattempo riapre le miniere a carbone e fatica ad imporre agli
enti locali i rigassificatori, come il caso di Piombino tristemente
insegna. Insomma, se non arriverà presto un nuovo recovery per
l'energia, l'unione è destinata a dividersi e quella bolletta di
Putin a impattare in modo diverso Paese per Paese.
Non è un caso che Draghi e i suoi ministri, dopo aver stanziato
67 miliardi da inizio anno per sostenere le attività economiche
messe sotto stress dal costo dell'energia, hanno dovuto varare ben
tre decreti legge contro il caro vita, l'ultimo dei quali (di 14
miliardi di euro) a pochissimi giorni dall'apertura delle urne.
Quando si insedierà il nuovo esecutivo, presumibilmente a metà
ottobre, avrà pochissimo tempo per fare subito tre cose: conti,
salva-Italia, partite delle partecipate.
La prima missione sarà impostare la nuova legge di Bilancio, da
inviare prima a Bruxelles, che dovrebbe avere una portata di una
ventina di miliardi ma che deve essere confermata nella sua
architettura dalla Nadef, il libro programmatico della finanza
pubblica che il ministro uscente dell'Economia, Daniele Franco,
predisporrà come atto testamentario della sua azione.
Il secondo step sarà capire se serve, ed è inevitabile che lo
sia, un ennesimo provvedimento salva-bollette, perché alcuni
provvedimenti attuali hanno una scadenza, come quello sul prezzo
della benzina. Franco nell'ultima conferenza stampa, ha parlato
quasi con un filo di voce di una sorta di tesoretto che si troverà
il suo successore a via XX Settembre, ma tutto evidentemente
dipende se ci sarà o meno la recessione che tutti temono ma che
nessuno ancora vede (chiedere al ceo di Unicredit, Andrea Orcel,
per avere conferma) e che non sarà nemmeno messa nero su bianco
nelle carte del Tesoro, come Milano Finanza può anticipare.
L'attuale governo nella Nadef inserirà infatti un più 3% per quanto
riguarda la crescita del pil nel 2022 e un più 0,5% circa per
quanto riguarda l'anno successivo.
Il terzo capitolo del libro delle prime settimane di vita del
futuro esecutivo sarà infine quello sulle tante partite economiche
e finanziarie da trattare con una certa urgenza (come
Milanofinanza.it spiega bene qui): Ita, Tim, rete unica, Mps.
Saranno cento giorni decisivi, gli ennesimi, per un Paese sempre in
ritardo sul suo futuro. (riproduzione riservata
glm
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September 26, 2022 01:28 ET (05:28 GMT)
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