Lukoil: cautela sullo scudo Usa (Mess)
06 Dicembre 2022 - 09:57AM
MF Dow Jones (Italiano)
Potrebbe non essere sufficiente nemmeno la comfort letter
firmata da Andrea M. Gacki, director del Department of the Treasury
(ministero del Tesoro Usa) a Federico Eichberg, capo di gabinetto
del Mimit guidato dal ministro Adolfo Urso come scudo alle banche
cui è stato chiesto un finanziamento di 580 milioni per sostenere
la continuità della raffineria Isab di proprietà della Lukoil
tramite la Latisco. Per gli istituti (Intesa Sanpaolo, Unicredit,
Bpm, Mps, Mcc, Cdp coinvolte nell'operazione garantita al 90% da
Sace) che ieri avrebbero fatto un giro di consultazioni fra loro,
più dello scudo americano, in primis serve comprendere il decreto
di amministrazione fiduciaria del governo con la nomina di un
commissario affiancato subito dal gruppo Eni, visto che il testo
non è ancora pubblico.
Le banche, scrive Il Messaggero, vogliono capire le implicazioni
giuridiche dello schermo fiduciario e i suoi rapporti con la
proprietà russa dal punto di vista di eventuali estensioni di
responsabilità, come soluzione-ponte alla vendita che è ormai la
strada maestra del governo, come ha indicato Urso, escludendo una
nazionalizzazione a regime. Accertato questo, potrà essere presa in
considerazione la comfort letter. Anche perchè, osservano i legali
dei creditori, la missiva con la richiesta di garanzie che gli
istituti non siano esposti al rischio di sanzioni statunitensi per
il solo fatto di aver effettuato transazioni associate a tale
prestito ponte, utilizza molti condizionali che potrebbero
indebolire l'efficacia dello scudo. E i legali delle banche
vogliono essere certi della sua totale e indiscussa validità.
"L'erogazione di un prestito ponte da parte di soggetti italiani
a Isab non comporterebbe attività proibite ai sensi delle autorità
sanzionatorie dell'Office of Foreign Assets Control del
Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che amministra e applica
sanzioni economiche e commerciali basate sulla politica estera
degli Stati Uniti e sugli obiettivi di sicurezza relative alla
Russia - si legge nella lettera di cui Il Messaggero è venuto in
possesso - Di conseguenza, l'Ofac non imporrebbe sanzioni o
intraprenderebbe un'azione di applicazione delle sanzioni nei
confronti di entità italiane solo per aver partecipato a
transazioni relative alla fornitura di un prestito ponte a Isab,
come descritto sopra". E' il passaggio-chiave che nelle intenzioni
del governo dovrebbe contribuire a favorire la disponibilità delle
banche.
Venerdì scorso le banche convocate da Sace per conto del Mimit,
avevano però mosso una serie di eccezioni preliminari, a cominciare
appunto dalla mancanza materiale del decreto varato giovedì scorso
dal Cdm. In attesa di leggere la formulazione della norma, lo scudo
americano avrebbe potuto aprire la strada. Ma, come detto, troppi
condizionali frenano le buone volontà delle banche.
Ieri intanto è entrato il vigore il cap sul prezzo del petrolio
russo. Alle 20 il Wti americano perdeva il 2,5% a 77,9 dollari al
barile, nonostante i paesi Opec+ hanno deciso di proseguire con il
loro piano di tagli alla produzione e nonostante l'embargo sul
greggio russo via mare con il price cap a 60 dollari al barile
concordato tra Ue, G7 e Australia. L'accordo consente di spedire il
petrolio russo a Paesi terzi utilizzando navi cisterna del G7 e
dell'Ue, solo se il carico viene acquistato a un prezzo pari o
inferiore al limite massimo.
vs
fine
MF-DJ NEWS
0609:42 dic 2022
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