Banco Bpm è pronta per cedere il merchant acquiring. Il gruppo guidato da Giuseppe Castagna (che in borsa ha toccato il massimo storico a 4,01 euro) avrebbe selezionato Bain come advisor industriale che dovrebbe gestire il processo, mentre la scelta del consulente finanziario potrebbe avvenire a stretto giro.

Sul tavolo, scrive MF-Milano Finanza, ci sarebbe la valorizzazione di un asset che apporta tra 35 e 40 milioni di utile operativo e che, secondo gli analisti, potrebbe valere fino a 300 milioni (pari a un multiplo enterprise value/ebitda di 10/11 volte). Se solo in queste settimane la banca avrebbe rotto gli indugi, su una vendita si ragiona ormai da qualche mese. In un'intervista per esempio l'attuale co-direttore generale Edoardo Ginevra ha accennato a diverse ipotesi dalla vendita alla partnership. Va detto che ormai quasi tutte le grandi banche italiano hanno scelto una strategia simile. L'ultimo accordo in ordine di tempo è stato quello annunciato da Bper che all'inizio del giugno scorso ha incassato 318 milioni di euro dall'operazione. Prima si era mossa Intesa Sanpaolo che, a seguito dell'accordo annunciato nel 2020, era diventata azionista di Nexi al 5,12%, quota liquidata solo alla fine dell'anno scorso.

Anche gli istituti di piccole dimensione hanno scelto la strada della partnership. Il Banco di Desio e della Brianza per esempio ha appena ceduto l'attività di merchant acquiring alla francese Worldline per un centinaio di milioni. Nexi e Worldline sono del resto i due principali interlocutori delle banche italiane in operazioni di questo genere e, con ogni probabilità, si affacceranno anche sul dossier Banco Bpm. Una strada alternativa è stata imboccata soltanto da Unicredit. La banca di piazza Gae Aulenti avrebbe infatti deciso di scommettere sulla crescita dei pagamenti e, in particolare, della nicchia del merchant acquiring prendendo in considerazione anche acquisizioni mirate all'estero, soprattutto in Nord Europa. Se il lavoro sui progetti industriali resta intenso, l'attenzione del vertice di Banco Bpm in queste settimane è concentrato anche sulla governance. Tra febbraio e marzo il cda dovrebbe presentare la lista per il rinnovo, un'operazione delicata nell'ambito della quale si tratterà di allineare le proposte dei diversi stakeholder.

Il ticket composto dal ceo Giuseppe Castagna e dal presidente Massimo Tononi va invece verso la riconferma, mentre Credit Agricole (primo socio con oltre il 9% del capitale) potrebbe appoggiare la lista del cda in cambio di una rappresentanza diretta nel nuovo board e della presidenza del collegio sindacale. Per la vicepresidenza si sta invece creando consenso attorno alla scelta di Maurizio Comoli, mentre fondazioni e casse di previdenza sono al lavoro su un paio di candidature da inserire nella lista.

alu

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