Banche: tutte gli istituti del Tesoro (Mi.Fi.)
30 Gennaio 2023 - 09:06AM
MF Dow Jones (Italiano)
Con buona pace per gli attacchi che negli anni scorsi Fratelli
d'Italia ha rivolto contro la finanza nelle stanze del Tesoro, il
nuovo direttore generale di Via XX Settembre appena scelto dal
governo Meloni, Riccardo Barbieri, viene proprio da quel mondo. Il
successore di Alessandro Rivera nella poltrona più alta della
burocrazia ministeriale ha un curriculum tutto nelle banche
d'affari: ha lavorato dal 1990 al 2015 in Morgan Stanley, quindi in
Bank of America-Merrill Lynch e infine in Mizuho Securities per poi
essere chiamato da Pier Carlo Padoan in via XX Settembre come
capoeconomista. Ora dovrà affrontare partite di cui le banche
d'affari per cui lavorava cercavano i mandati. Soprattutto in
ambito bancario. Nell'ambito della riorganizzazione a cui sta
lavorando il ministro Giancarlo Giorgetti, quei dossier dovrebbero
essere affidati anche alla figura nuova di cui si parla, ovvero il
responsabile delle partecipazioni pubbliche, che molti già
identificano nell'attuale presidente di Ita, Antonio Turicchi.
Molte decisioni però saranno prese direttamente a Palazzo Chigi
dove le discussioni stanno entrando progressivamente nel vivo.
La partita più complessa, scrive MF-Milano Finanza, si giocherà
attorno al Montepaschi. Il cda della banca senese di cui il Tesoro
detiene il 64% scade in primavera e la presidente Patrizia Grieco
ha già annunciato che non si ricandiderà. La manager milanese,
vicina al Partito Democratico, era arrivata al vertice nel 2020 e,
dopo una complessa convivenza con il ceo, Guido Bastianini, aveva
trovato unità di intenti con il nuovo capo azienda, Luigi Lovaglio.
Si libera una poltrona importante a disposizione del governo.
La sostituzione di Lovaglio viene invece ritenuta poco
probabile, sia per la credibilità che il ceo si è guadagnato presso
gli investitori sia per i rapporti costruttivi stabiliti con la
Bce. Se però si decidesse di cambiare, la scelta potrebbe cadere su
uno dei banchieri italiani oggi più apprezzati a Palazzo Chigi, dal
presidente di Lazard Italia, Flavio Valeri, al ceo di Finint, Fabio
Innocenzi, all'ex Bper, Alessandro Vandelli. Nel resto del cda i
cambiamenti dovrebbero essere profondi per i 12 posti spettanti al
Mef. Gli altri tre posti sono finora occupati dalla lista
Assogestioni, che potrebbe confermare Marco Giorgino, Alessandra
Barzaghi e Paola De Martini. Non è escluso che alcuni degli
azionisti entrati con l'ultimo aumento di capitale presentino una
lista, come Axa, oggi primo socio all'8%. C'è poi il fronte delle
fondazioni e delle casse di previdenza, che detiene quasi il 4%.
Dopo il rinnovo si aprirà il cantiere della privatizzazione. Il
governo è intenzionato a rispettare la tempistica concordata con
Bruxelles che prevederebbe la exit del Tesoro entro il 2024 (non ci
sono termini ufficiali). Via XX settembre dovrà dapprima
selezionare i nuovi advisor finanziari, quindi dovrebbe riaprire il
tavolo dei negoziati tra maggio e giugno.
Per ora l'unico punto fermo riguarda il perimetro
dell'operazione: il governo non vuole fare spezzatini, ma vendere
in blocco l'intero asset a un unico soggetto. Il favorito rimane
Banco Bpm che darebbe così vita al terzo polo nel mondo del
credito, bilanciando il peso specifico di Intesa Sanpaolo e
Unicredit. Tutte le altre ipotesi - a detta di diversi banchieri
d'affari - presentano controindicazioni. Unicredit per esempio
dovrebbe giustificare al mercato il ritorno su un dossier scartato
meno di due anni prima. Per Bper invece il boccone rischia di
essere troppo grande, da sola. Viene invece escluso un
coinvolgimento del Credit Agricole che pure, sotto il governo
Draghi, aveva iniziato a ragionare sul dossier Mps anche grazie al
rapporto di stima reciproca creatosi tra il ceo dell'Italia,
Giampiero Maioli, e Rivera.
Un'altra partecipata pubblica nei radar in queste settimane è
Amco. Il board della società guidata da Marina Natale e presieduta
dal dirigente del Mef, Stefano Cappiello, scadrà in primavera e, in
ambienti vicini a Palazzo Chigi, circolano varie suggestioni: da
una privatizzazione della asset management company a una quotazione
in borsa. Nei prossimi mesi si vedrà quali saranno le scelte di via
XX Settembre, così come si capirà che assetto potrebbe prendere il
vertice di Mediocredito Centrale. Dopo la nomina di Bernardo
Mattarella ad amministratore delegato della controllante Invitalia,
sono circolate molte ipotesi sull'identità del successore, da
quella della chief financial officer, Elena De Gennaro, a quella
dell'ex amministratore delegato di Sace, Pierfrancesco Latini, fino
a un possibile coinvolgimento dell'attuale presidente di Bnl,
Andrea Munari.
Oltre alle nomine delle partecipate, nei prossimi mesi al vaglio
dei dirigenti del Tesoro ci saranno anche altri dossier finanziari.
Le fondazioni di origine bancaria per esempio potrebbero mettere in
discussione il protocollo del 2015 che impone vincoli stringenti
alla governance degli enti. Le nuove regole imporranno l'uscita
definitiva di molti presidenti e, per questo, il sistema chiede una
proroga. La vicenda potrebbe peraltro avere ricadute importanti
anche su altre partite, dal tentativo di coinvolgere le fondazioni
in alcune ambiziose iniziative di politica economica del governo
(come il progetto di un fondo di investimento da 30 miliardi a
capitale privato) ai nuovi assetti della Cdp, di cui gli enti sono
soci con al 15% con diritto di prelazione sulla presidenza, oggi
affidata a Giovanni Gorno Tempini.
red
fine
MF-DJ NEWS
3008:50 gen 2023
(END) Dow Jones Newswires
January 30, 2023 02:51 ET (07:51 GMT)
Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Unicredit (BIT:UCG)
Storico
Da Feb 2023 a Mar 2023
Grafico Azioni Unicredit (BIT:UCG)
Storico
Da Mar 2022 a Mar 2023