Analisti fortemente critici, "finanza italiana ora rischia"

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 08 ago - Le banche iniziano a pagare sin da oggi il conto per la tassa sugli extra profitti. Se per gli istituti di credito si parla di un costo per la tassa inserita a sorpresa ieri nel Dl Omnibus che per il 2023 dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 miliardi di euro (fermo restando che parliamo di stime ancora molto approssimative), l'assegno staccato oggi dai titoli in Borsa è quasi il doppio: i soli istituti di credito sul Ftse Mib hanno bruciato in una seduta circa 9,5 miliardi di euro di capitalizzazione. La giornata si chiude per Bper Banca a -10,94% a 2,532 euro, per Mps a -10,83% a 2,47 euro, per FinecoBank a -9,91% a 12,225 euro, per Banco Bpm a -9,09% a 4,001 euro, per Intesa Sanpaolo a -8,67% a 2,338 euro, per Banca Mediolanum a -5,96% a 7,914 euro, per UniCredit a -5,94% a 21,28, per Banca Generali a -3,14% a 32,1 euro e per Mediobanca a -2,48% a 11,59 euro. In termini di capitalizzaizone, la perdita totale è di 9,545 miliardi di euro rispetto a ieri. Sul fronte delle singole banche, il valore di Borsa di Bper si è ridotto circa di 470 milioni, quello di Mps di 378 milioni, quello di Finecobank di 827 milioni, quello di Banco Bpm di 606 milioni, quello di Intesa Sanpaolo di 3,9 miliardi, quello di Banca Mediolanum di 380 milioni, quello di UniCredit di 2,6 miliardi, quello di Banca Generali di 140 milioni e quello di Mediobanca di 235 milioni. "La reazione è giustificata sulla scia della sorpresa degli investitori sulle decisioni prese dal Governo nel recente decreto legge omnibus", commenta Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig Italia, che definisce la misura "fortemente negativa per il settore bancario". Per Diodovich, "oltre a influenzare negativamente la redditività delle banche, la misura mette un punto di domanda sulla capacità del nostro settore finanziario (e non solo) di attrarre capitali esteri e riduce la competitività delle nostre banche rispetto ai peer europei. Quali investitori saranno intenzionati a investire nel nostro paese se esiste il rischio di un intervento dello Stato così significativo? Inevitabilmente le prospettive sul comparto bancario italiano peggiorano e saranno da valutare nei prossimi giorni gli effetti della manovra governativa sulla liquidità degli istituti bancari". Secondo i calcoli di Radiocor, per i primi sei istituti di credito di Piazza Affari si prospetta un salasso da 2,47 miliardi solo sui conti del primo semestre 2023, cifra che scenderebbe a 1,55 miliardi se per Intesa Sanpaolo e UniCredit si considerassero soltanto i numeri delle attività commerciali italiane. Numeri che torna anche nei calcoli degli analisti di Jefferies, che stimano un impatto cumulato della tassa sugli extra profitti sulle principali banche italiane di 4,9 miliardi. Gli analisti sottolineano che l'esecutivo "potrebbe ammorbidire la versione finale della legge, che deve ancora passare dall'approvazione parlamentare". Anche Intermonte si aspetta modifiche all'attuale bozza, che "appare eccessivamente penalizzante" e parla di un "impatto significativo sull'utile per azione 2023". Restano le incognite, quindi, ma in Borsa, intanto, le banche hanno iniziato a pagare: solo per le 6 big la capitalizzazione bruciata è di circa 8,2 miliardi.

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