La speranza è che, entro fine mese, qualcuno si convinca che il rischio reputazionale di una liquidazione coatta di Eurovita sia maggiore dello sforzo finanziario.

Ma dopo il comitato esecutivo dell'Ania di martedì scorso il rischio che la compagnia vita possa finire nella procedura concorsuale si è fatto inevitabilmente più concreto. Ad oggi non c'è ancora un capofila dalle spalle larghe che possa creare une rete di sicurezza intorno ad Eurovita, aggregando altre assicurazioni (e le banche che hanno distribuito quelle polizze) in un'operazione di sistema.

Tra le big, da Generali e Unipol, passando per Intesa Sanpaolo Vita, come anticipato da MF-Milano Finanza, a prevale è, per ora, lo scetticismo verso un'operazione che, anche dopo il versamento a fondo perduto di 100 milioni da parte dell'azionista attuale Cinven dei giorni scorsi, necessita almeno di altri 300 milioni. Generali, in questa fase, sembra voler concentrare le sue energie sull'integrazione di Cattolica mentre, ragionano gli altri grandi operatori, c'è il rischio che i clienti riscattino in massa le polizze Eurovita, anche dopo la maxi ricapitalizzazione.

In pratica, senza garanzie le risorse versate dalle compagnie (e banche), se l'operazione non verrà ben congegnata, potrebbero volatilizzarsi in poco tempo sulla scia dei riscatti di risparmiatori spaventati. E senza soluzioni, a fine mese, quando scadrà il mandato dell'amministratore temporaneo, Alessandro Santoliquido, la liquidazione coatta amministrativa potrebbe essere la strada segnata.

Per ora resta solo un'eventualità, ma quali sono i rischi per gli assicurati? Con la liquidazione gli attivi della compagnia verrebbero utilizzati per pagare i creditori con i dipendenti e i risparmiatori che avrebbero la precedenza. In questo scenario, almeno stando agli ultimi calcoli di febbraio, le perdite medie per i risparmiatori non sarebbero ingenti, pari a meno del 10%, considerando che gran parte degli attivi di Eurovita è investita in titoli di Stato.

Sui Btp, tra l'altro, sarebbero presenti derivati a copertura delle fluttuazioni dei tassi, mentre le minusvalenze si concentrerebbe sui titoli di Stato tedeschi e francesi. Con la liquidazione sarebbero però da mettere in conto i tempi lunghi della procedura. Per gli assicurati (a meno di un intervento di sostegno dei distributori) potrebbero volerci mesi, fino a più di un anno, per riavere indietro i risparmi.

L'alternativa alla liquidazione, sempre a fine marzo, potrebbe essere la procedura di amministrazione straordinaria, che verrà però avviata solo se ci sarà la concreta possibilità di trovare un salvatore per Eurovita e servirà solo un po' di tempo in più per chiudere il salvataggio. Mentre la politica, finora, è stata la grande assente di questa vicenda.

red

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0909:02 mar 2023

 

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