B.Mps: alla prova del consorzio (MF)
27 Settembre 2022 - 09:05AM
MF Dow Jones (Italiano)
L'aumento di capitale di Mps sarà la prima, delicata partita
finanziaria a svolgersi dopo le elezioni politiche italiane. La
banca senese si sta preparando all'operazione da 2,5 miliardi di
euro e ieri ha raggruppato le azioni nel rapporto di cento a una: i
soci hanno ricevuto ieri un nuovo titolo ogni cento posseduti.
Un'iniziativa che ha riportato il prezzo da 0,30 a circa 30 euro
per azione, anche se ieri il titolo, che non è stato scambiato, ha
segnato un -34% per un valore di circa 20 euro.
Il raggruppamento (deliberato dall'ultima assemblea
straordinaria) è uno degli ultimi passaggi tecnici prima del lancio
dell'offerta. Il ceo, Luigi Lovaglio, del resto ha imposto alla
banca un calendario serrato. Secondo quanto risulta a MF,
l'obiettivo sarebbe avviare l'aumento lunedì 10 ottobre, dopo aver
incassato il via libera della Consob al prospetto informativo al
termine di un'istruttoria lampo. "I tempi sono cruciali:
l'operazione deve essere fatta entro il 30 novembre, da qui
l'urgenza", aveva spiegato Lovaglio nel corso dell'ultima
assemblea, facendo riferimento alla necessità di finanziare entro
novembre i 3.500 esuberi previsti dal piano.
In queste settimane il ceo sta incontrando molti investitori per
provare a blindare una quota consistente dell'offerta a mercato, di
quella cioé che non potrà essere sottoscritta dal Tesoro (primo
socio di Mps al 64%). La scorsa settimana Bloomberg riportava di
incontri avvenuti a Londra, sebbene ancora in fase preliminare. In
questi giorni i top manager dovrebbero vedersi di nuovo per
definire gli impegni e tracciare un quadro più chiaro degli
impegni. "Guardiamo con interesse a opzioni relative all'ingresso
di investitori per dare stabilità all'azionariato. L'ingresso di
questi soggetti" in fase di aumento "dovrà avvenire alle medesime
condizioni previste per gli altri investitori", aveva commentato
Lovaglio nel corso dell'assemblea della scorsa settimana. "Del
resto il vantaggio che Anima e Axa in questa fase possono offrire è
proprio questo: dare una mano per la riduzione della necessità di
capitale", ha spiegato una fonte all'agenzia MF-DowJones. "Anima
tuttavia - proseguono le fonti - non avrebbe un ruolo di anchor
investor nell'operazione. Si tratta di un investitore che mette dei
soldi a supporto della società, ma l'anchor investor è un soggetto
con natura diversa: si tratta di uno specialista che entra
nell'operazione a supporto del management e dell'operazione e lo fa
di mestiere".
Parallelamente, sempre a Londra, Lovaglio avrebbe incontrato i
rappresentanti di diversi fondi di investimento e si starebbe
delineando una rosa di investitori a supporto dell'operazione. I
contatti riguarderebbero soprattutto alcuni dei soggetti che negli
anni scorsi hanno investito nel Creval, dall'imprenditore francese
Denis Dumont al fondo inglese Toscafund, da BlackRock a Hosking
Partners. Le adesioni degli investitori saranno una variabile
essenziale soprattutto per le scelte del consorzio che nei prossimi
dieci giorni sarà chiamato a dare o meno la garanzia. Il pool di
banche (che a giugno ha concesso al Monte una pre-garanzia) è stato
progressivamente allargato nel corso dell'estate e oggi comprende,
oltre a Mediobanca, BofA, Credit Suisse e Citi, anche Sch,
Barclays, SocGen e Stifel. Se per il momento le elezioni politiche
non hanno determinato il temuto aumento della volatilità, la
condizione posta da un paio di banche estere sarebbe comunque
quella di poter contare sulla copertura di circa la metà
dell'offerta ai privati prima del lancio dell'operazione, per un
controvalore di 400/450 milioni. "Si tratta di un obiettivo
ambizioso, ma - spiega una fonte - raggiungibile alle attuali
condizioni di mercato".
red
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2708:50 set 2022
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September 27, 2022 02:50 ET (06:50 GMT)
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