B.Mps: si va ai supplementari (MF)
12 Ottobre 2022 - 08:25AM
MF Dow Jones (Italiano)
Fumata grigia sull'aumento di capitale di Mps. Nonostante le
trattative febbrili e la forte determinazione del Tesoro, primo
socio al 64%, la banca senese non ha ancora raggiunto un accordo
sulla garanzia per l'inoptato con il consorzio capitanato da
Mediobanca, Credit Suisse, Bofa e Citi. Così il board di Rocca
Salimbeni, che ieri avrebbe dovuto deliberare sulla tempistica e il
prezzo dell'operazione da 2,5 miliardi, è rimasto aperto e si
aggiornerà con ogni probabilità nella mattina di mercoledì 12.
Il nodo da sciogliere, scrive MF-Milano Finanza, è ancora quello
degli impegni di sottoscrizione. Se negli incontri di venerdì 7 e
di lunedì 10 il ceo Luigi Lovaglio ha garantito al consorzio un
livello di adesioni vicino ai 500 milioni, le banche pre-garanti
chiedono che dagli investitori arrivino lettere vincolanti, per
scongiurare il rischio di un elevato livello di inoptato.
Raccogliere la documentazione, dopo aver convinto i partecipanti, è
impresa complessa che tuttavia - garantivano nella serata di ieri
diverse fonti - non dovrebbe pregiudicare la tempistica
dell'aumento. La tabella di marcia è per ora confermata: partenza
lunedì 17 (dopo un rapido ok Consob al prospetto) e chiusura il 12
novembre. Ma il timing è ormai appeso al filo e non è detto che
tutta l'operazione non slitti di qualche giorno.
La cauta fiducia deriva dalla disponibilità mostrata da diversi
investitori italiani ed esteri. In prima fila c'è Axa, partner di
Siena nella bancassurance dal 2007, che potrebbe sottoscrivere
azioni fino a 150 milioni. Contatti in fase avanzata sono in corso
anche una vasta platea di fondi, dalla Algebris di Davide Serra che
potrebbe iniettare 50 milioni ad asset manager internazionali come
Hosking Partners sino a imprenditori vicini a Lovaglio come Denis
Dumont, ex azionista di riferimento del Credito Valtellinese (di
cui il banchiere è stato ceo). Alcuni dei soggetti coinvolti nelle
trattative, come Pimco e BlueBay Asset Management, hanno inoltre
una significativa esposizione nei bond subordinati del Montepaschi
e potrebbero quindi trovare conveniente investire nell'aumento, sia
pure con la prospettiva di un calo delle valutazioni nei primi
giorni di mercato, per evitare perdite maggiori in uno scenario di
burden sharing.
Un altro fronte da cui sono arrivate risposte positive è quello
delle fondazioni bancarie. Secondo indiscrezioni, Il Monte potrebbe
contare su sottoscrizioni per circa 30 milioni da parte di diversi
enti toscani. I cda di CariFirenze e della Fondazione Mps si
sarebbero già espressi a favore e si attende un'analoga decisione
anche da CariLucca mentre in forse sarebbe la Cr Pistoia e Pescia.
Più complesse sono invece le discussioni con Anima. Sin dalla
primavera scorsa la sgr milanese partner di Siena nel risparmio
gestito aveva dato la propria disponibilità a sottoscrivere una
tranche significativa nell'aumento.
Nelle ultime settimane però la pista si è raffreddata non solo
per alcune divergenze di carattere industriale tra Lovaglio e il
vertice di Anima, ma anche per l'azione di disturbo intrapresa dal
fondo attivista Bluebell di Giuseppe Bivona (grande accusatore
degli ex vertici senesi, però assolti in appello a Milano) che in
un esposto alla Consob ha messo nel mirino il possibile conflitto
di interessi della sgr. Ma a determinate condizioni Anima potrebbe
ancora dare un contributo significativo al rafforzamento
patrimoniale, versando nelle casse di Mps fino a 200 milioni. Il
braccio di ferro insomma è continuo e su più fronti, fino
all'ultimo minuto in un'operazione che appare a tutti molto
delicata.
Ulteriori adesioni da parte di investitori istituzionali di
varia estrazione potrebbero arrivare tra oggi e domani. La banca ha
del resto diverse carte da giocare con i potenziali sottoscrittori.
In primo luogo ci sono gli obiettivi del piano industriale che
prevede non solo una discesa del rapporto cost/income al 57% ma
anche a 833 milioni nel 2026.
In questo scenario l'aumento dei tassi -non calcolato nel piano
industriale- ridarà slancio al margine di interesse.
Sul fronte dei costi un risultato importante è già stato portato
a casa: al piano di 3.500 esodi volontari hanno aderito oltre 4.100
dipendenti, anche grazie alle condizioni favorevoli che prevedono
da un lato un assegno straordinario da sette anni e dall'altro una
remunerazione fino all'85% della busta paga.
Scenari alternativi non sono comunque esclusi. Un piano B
valutato all'interno del consorzio vedeva un'operazione più ridotta
(circa due miliardi) e l'ipotesi di colmare il gap con cessioni di
asset, a partire dalla banca depositaria.
red
fine
MF-DJ NEWS
1208:10 ott 2022
(END) Dow Jones Newswires
October 12, 2022 02:10 ET (06:10 GMT)
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