Un impegno finanziario complessivo nell'ordine di 30-40 milioni di euro, tra i 10 e i 15 milioni a testa a cui dovrebbe aggiungersi anche quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo per un impegno di tre milioni. Sono le cifre su cui si ragiona all'interno delle tre più grandi fondazioni di origine bancaria, Compagnia di San Paolo di Torino, Cariplo e Fondazione Crt per la partecipazione all'aumento di capitale da 2,5 miliardi del Montepaschi. Come rivelato sabato da Milanofinanza.it, i tre enti rispettivamente guidati da Francesco Profumo, Giovanni Fosti e Giovanni Quaglia sono stati contattati dal Tesoro, primo azionista a Siena con il 64,2%, per l'adesione a un'operazione di sistema sui 900 milioni riservati al mercato. Su questo fronte finora solo arrivate promesse di sottoscrizione per 500 milioni.

Le tre fondazioni, scrive MF-Milano Finanza, hanno risposto positivamente alla chiamata del Mef, arrivata già due settimane fa mentre il dg del Tesoro Alessandro Rivera era al lavoro con il consorzio di garanzia per evitare il rinvio, sia per evitare contraccolpi sull'intero sistema bancario italiano in caso di insuccesso del rafforzamento patrimoniale senese sia per questioni di reputation all'interno del sistema degli enti e dell'Acri, la Confindustria degli enti di matrice bancaria guidata dallo stesso Profumo.

All'aumento parteciperanno infatti anche le meno patrimonializzate fondazioni toscane come Fondazione Mps (per 10 milioni), CariFirenze (10 milioni), Lucca (7 milioni), Pistoia e Pescia (3 milioni). Il via libera definitivo deve però passare dai rispettivi organi consiliari, uno step che sulla carta potrebbe incontrare qualche difficoltà visti i 400 milioni circa di inoptato, quasi la metà dunque dei 900 milioni, che il consorzio di garanzia scaricherà sul mercato accrescendo le pressioni ribassiste sul titolo subito dopo il termine dell'aumento di capitale (il 3 novembre).

Inoltre, dopo aver chiuso venerdì scorso a Piazza Affari, al giro di boa della prima settimana, sotto i 2 euro - che è il prezzo di emissione delle nuove azioni - ancora ieri il titolo ha continuato ad allontanarsi dalla soglia (-2,01% a 1,95 euro) sotto la quale non è conveniente comprare le azioni dell'aumento. Tanto che a quanto risulta nei singoli board, sia a Torino sia a Milano, si registrano i mal di pancia di alcuni consiglieri anche se i presidenti hanno fiducia nel ceo di Mps Luigi Lovaglio. Ieri la Compagnia ha affrontato l'argomento, ma senza deliberare, sia in un comitato di gestione sia in consiglio generale, mentre oggi il tema arriverà sui tavoli dei consigli della Fondazione Crt (in mattinata) e di Cariplo. Stando a quanto risulta a MF-Milano Finanza il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia ha coinvolto anche la fondazione cuneese.

Fonti vicine al consorzio di garanzia sono fiduciose sull'esito delle trattative e guardano ovviamente con favore all'intervento di nuovi investitori che andrebbe a ridurre il rischio d'inoptato. Alla partenza dell'offerta il pool coordinato da Mediobanca, Credit Suisse, BofA e Citi aveva già in mano adesioni formali per 520 milioni, più una serie di manifestazioni di interesse che dovrebbero tradursi in proposte d'adesione vere e proprie. Se il ruolo di anchor investor spetta ad Axa, che ha messo sul piatto 200 milioni, ulteriori risorse sono arrivate da Pimco (75 milioni), Algebris (50 milioni), Ion Group (50 milioni) e Denis Dumont (30 milioni). Un punto di snodo essenziale si avrà tra giovedì e venerdì quando, dopo il trading frenetico dei primi 12 giorni, si capirà quanti diritti sono stati effettivamente esercitati. Per Mps e il consorzio sarà la cartina di tornasole per saggiare il buon esito dell'operazione.

red

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MF-DJ NEWS

2508:36 ott 2022

 

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