B.Mps: Fondazioni in soccorso (MF)
25 Ottobre 2022 - 8:53AM
MF Dow Jones (Italiano)
Un impegno finanziario complessivo nell'ordine di 30-40 milioni
di euro, tra i 10 e i 15 milioni a testa a cui dovrebbe aggiungersi
anche quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo per un
impegno di tre milioni. Sono le cifre su cui si ragiona all'interno
delle tre più grandi fondazioni di origine bancaria, Compagnia di
San Paolo di Torino, Cariplo e Fondazione Crt per la partecipazione
all'aumento di capitale da 2,5 miliardi del Montepaschi. Come
rivelato sabato da Milanofinanza.it, i tre enti rispettivamente
guidati da Francesco Profumo, Giovanni Fosti e Giovanni Quaglia
sono stati contattati dal Tesoro, primo azionista a Siena con il
64,2%, per l'adesione a un'operazione di sistema sui 900 milioni
riservati al mercato. Su questo fronte finora solo arrivate
promesse di sottoscrizione per 500 milioni.
Le tre fondazioni, scrive MF-Milano Finanza, hanno risposto
positivamente alla chiamata del Mef, arrivata già due settimane fa
mentre il dg del Tesoro Alessandro Rivera era al lavoro con il
consorzio di garanzia per evitare il rinvio, sia per evitare
contraccolpi sull'intero sistema bancario italiano in caso di
insuccesso del rafforzamento patrimoniale senese sia per questioni
di reputation all'interno del sistema degli enti e dell'Acri, la
Confindustria degli enti di matrice bancaria guidata dallo stesso
Profumo.
All'aumento parteciperanno infatti anche le meno
patrimonializzate fondazioni toscane come Fondazione Mps (per 10
milioni), CariFirenze (10 milioni), Lucca (7 milioni), Pistoia e
Pescia (3 milioni). Il via libera definitivo deve però passare dai
rispettivi organi consiliari, uno step che sulla carta potrebbe
incontrare qualche difficoltà visti i 400 milioni circa di
inoptato, quasi la metà dunque dei 900 milioni, che il consorzio di
garanzia scaricherà sul mercato accrescendo le pressioni ribassiste
sul titolo subito dopo il termine dell'aumento di capitale (il 3
novembre).
Inoltre, dopo aver chiuso venerdì scorso a Piazza Affari, al
giro di boa della prima settimana, sotto i 2 euro - che è il prezzo
di emissione delle nuove azioni - ancora ieri il titolo ha
continuato ad allontanarsi dalla soglia (-2,01% a 1,95 euro) sotto
la quale non è conveniente comprare le azioni dell'aumento. Tanto
che a quanto risulta nei singoli board, sia a Torino sia a Milano,
si registrano i mal di pancia di alcuni consiglieri anche se i
presidenti hanno fiducia nel ceo di Mps Luigi Lovaglio. Ieri la
Compagnia ha affrontato l'argomento, ma senza deliberare, sia in un
comitato di gestione sia in consiglio generale, mentre oggi il tema
arriverà sui tavoli dei consigli della Fondazione Crt (in
mattinata) e di Cariplo. Stando a quanto risulta a MF-Milano
Finanza il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia ha
coinvolto anche la fondazione cuneese.
Fonti vicine al consorzio di garanzia sono fiduciose sull'esito
delle trattative e guardano ovviamente con favore all'intervento di
nuovi investitori che andrebbe a ridurre il rischio d'inoptato.
Alla partenza dell'offerta il pool coordinato da Mediobanca, Credit
Suisse, BofA e Citi aveva già in mano adesioni formali per 520
milioni, più una serie di manifestazioni di interesse che
dovrebbero tradursi in proposte d'adesione vere e proprie. Se il
ruolo di anchor investor spetta ad Axa, che ha messo sul piatto 200
milioni, ulteriori risorse sono arrivate da Pimco (75 milioni),
Algebris (50 milioni), Ion Group (50 milioni) e Denis Dumont (30
milioni). Un punto di snodo essenziale si avrà tra giovedì e
venerdì quando, dopo il trading frenetico dei primi 12 giorni, si
capirà quanti diritti sono stati effettivamente esercitati. Per Mps
e il consorzio sarà la cartina di tornasole per saggiare il buon
esito dell'operazione.
red
fine
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2508:36 ott 2022
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