La presenza dei sub-underwriter sarà decisiva per chiudere l'aumento di capitale da 2,5 miliardi del Montepaschi. Senza i 475 milioni garantiti da un folto gruppo di investitori italiani ed esteri l'operazione non arriverebbe in porto. Tra lunedì 17 ottobre e ieri, ultimo giorno di offerta, sono stati esercitati 7,4 milioni di diritti per la sottoscrizione del 74% del totale delle nuove azioni offerte e un controvalore complessivo di 1,85 miliardi.

Se si considera che poco più di 1,6 miliardi sono stati versati dal Tesoro (primo azionista della banca al 64% del capitale), scrive MF-Milano Finanza, significa che gli altri soci hanno contribuito per appena 250 milioni. Oggi i diritti non esercitati saranno messi all'asta e fondazioni e casse di previdenza potrebbero mettere sul piatto fino a 150 milioni nella logica di un'operazione di sistema.

Per condurre in porto l'aumento però sarà comunque indispensabile aprire il paracadute della garanzia. In prima battuta il consorzio Mediobanca-Credit Suisse-BofA-Citi assegnerà le azioni inoptate ai sub-underwriter per 475 milioni. Tra questi ci sono Axa (200 milioni), Pimco (75 milioni), Algebris (50 milioni), Ion (50 milioni), Anima (25 milioni), Bluebay e altri investitori.

In cambio i sub-underwriter riceveranno una commissione che, secondo fonti vicine al dossier, si aggirerebbe attorno al 3,9%, ossia circa 20 milioni su 125 milioni di fees complessive versate dal Montepaschi ai garanti. Ciò significa che l'acquisto delle azioni (vendute a 2 euro) avverrà a sconto rispetto a quanto versato dai soci che hanno sottoscritto l'aumento, a cominciare dal Tesoro.

Il meccanismo non è piaciuto ad alcuni investitori, come il fondo inglese rimasto anonimo citato dal Financial Times che nei giorni scorsi ha chiesto alla Bce di interrompere l'aumento per presunta violazione della normativa sugli aiuti di Stato.

Occorre però osservare che la presenza di sub-underwriter non è così infrequente in operazioni a elevato rischio di esecuzione, come appunto è il rafforzamento patrimoniale di Siena. Solo negli ultimi anni lo si è visto per esempio nelle ricapitalizzazioni di Carige e del Credito Valtellinese. Fonti vicine al consorzio spiegano inoltre che lo sconto equivale all'assunzione del rischio per tutta la durata dell'operazione rispetto a un investitore che ha potuto decidere anche all'ultimo minuto in base alle condizioni di mercato.

La rete di sicurezza stesa attorno al Monte non comprende solo i garanti. All'asta dei diritti di oggi e domani parteciperà anche un gruppo di investitori italiani guidato dalle grandi fondazioni del Nord. La scorsa settimana il dossier Mps è arrivato sul tavolo di Cariplo e Compagnia San Paolo (investiranno 10 milioni a testa) mentre Crt e CariCuneo hanno deciso di destinare rispettivamente fino a 5 e 3 milioni. Ci sono poi diversi enti toscani come Fondazione Mps (10 milioni), CariFirenze (10 milioni), Lucca (7 milioni), Pistoia e Pescia (3 milioni).

Da questi soggetti il Tesoro conta di raccogliere adesioni per circa 100 milioni di euro che potrebbe salire a oltre 150 milioni con l'innesto di alcune casse previdenziali. Grazie a questi interventi l'ammontare di azioni inoptate alla fine dell'asta dovrebbe scendere ampiamente vicino ai 70-80 milioni. Un quantitativo giudicato del tutto sostenibile dal consorzio.

Ormai tra Roma e Siena si guarda già al futuro della banca. Ieri si è registrato il primo intervento in questo senso da parte del neo ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. "L'attuale governo lavorerà per gestire in maniera ordinata la dismissione della quota azionaria detenuta dallo Stato, nel rispetto degli impegni presi con la Commissione", ha spiegato Giorgetti intervenendo alla Giornata mondiale del risparmio, "lasciando al mercato un soggetto bancario forte e capace di operare in un'economia diversificata e articolata, anche geograficamente, come quella italiana".

Se insomma la privatizzazione non è uscita dall'agenda del governo, è plausibile che il percorso prenda quota nel corso del 2023 e che via XX Settembre possa favorire il matrimonio con una banca italiana. I fari sono puntati su Banco Bpm: oltre ai legami con Anima, ora ci sarà anche la comune presenza delle fondazioni, tra le quali la CrTorino e la CrLucca nel capitale.

red

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MF-DJ NEWS

0108:25 nov 2022

 

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November 01, 2022 03:26 ET (07:26 GMT)

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