B.Mps: inoptato verso 100 milioni (MF)
02 Novembre 2022 - 8:35AM
MF Dow Jones (Italiano)
Domani, alla chiusura dell'asta dei diritti, sui bilanci delle
banche del consorzio di garanzia dovrebbero restare meno di 100
milioni di azioni Mps. Sono questi i pronostici alla vigilia
dell'ultimo giorno dell'aumento di capitale da 2,5 miliardi. In
asta la banca senese dovrebbe collocare almeno 70-80 milioni,
alleggerendo ulteriormente il fardello per il pool guidato da
Mediobanca, BofA, Credit Suisse e Citi.
A intervenire, scrive MF-Milano Finanza, saranno ancora una
volta investitori istituzionali e gli occhi sono puntati su alcuni
dei soggetti contattati nelle scorse settimane dal Tesoro. L'Enpam
per esempio sarebbe pronto a investire 10 milioni, mentre gran
parte delle fondazioni è già intervenuta comprando i diritti sul
mercato. Tra giovedì 27 e lunedì 31 ottobre si sarebbero infatti
mossi i grandi enti del Nord, da Cariplo a Compagnia San Paolo (10
milioni a testa), da Crt a CariCuneo (rispettivamente fino a 5 e 3
milioni), seguiti dalle fondazioni toscane Mps (10 milioni),
CariFirenze (10 milioni), Lucca (7 milioni) e Pistoia e Pescia (3
milioni). Ieri sono circolate indiscrezioni anche su un intervento
di Nexi per una ventina di milioni.
Una volta chiusa l'asta, si attiverà il meccanismo della
garanzia. In prima battuta le banche del consorzio trasferiranno
pro quota ai sub-underwriter i 475 milioni che si sono impegnati ad
acquistare, in cambio di una commissione di circa 20 milioni (sui
125 milioni complessivi pagati dal Monte). Se qualche fondo
potrebbe liquidare in tempi brevi il proprio pacchetto azionario,
la previsione è che gran parte degli investitori rimanga azionista
della banca senese nel medio termine. Tra questi ci sono Axa (200
milioni), Pimco (75 milioni), Algebris (50 milioni), Ion (50
milioni), Anima (25 milioni), Bluebay, Hosking Partners e Denis
Dumont, ex socio del Credito Valtellinese di cui Lovaglio è stato
ceo.
All'interno del consorzio c'è peraltro chi fa notare che, se
l'impegno di Anima fosse rimasto sui livelli previsti inizialmente
(150-200 milioni), la consistenza dell'inoptato sarebbe stata molto
diversa. Le discussioni tra l'asset manager e la banca sono andate
avanti a intermittenza per tutta l'estate, ma hanno subito una
battuta d'arresto per divergenze sulle condizioni del nuovo
contratto distributivo. Alla fine Anima ha deciso di intervenire
nell'aumento per 25 milioni. Anche così comunque l'accollo per il
consorzio è sostenibile.
Dopo l'esercizio della garanzia, le banche però cercheranno di
disfarsi in tempi rapidi delle azioni Mps rimaste in bilancio. Gran
parte del pacchetto dovrebbe essere venduto ai blocchi entro la
prossima settimana. Una modalità che consentirebbe di limitare gli
effetti sul titolo (tornato ieri a quota 2 euro, con un rialzo del
4,85% dopo le notizie positive sull'aumento). Alla finestra ci
sarebbero già diversi hedge fund che puntano a strappare sconti
rilevanti, fino al 50% del prezzo attuale.
Chiusa la ricapitalizzazione, Mps potrà comunque contare su un
nocciolo stabile di azionisti che affiancherà il Tesoro (64%). Il
secondo socio sarà il partner assicurativo francese Axa che
dovrebbe aggiudicarsi una quota vicina all'7-8%, mentre le
fondazioni complessivamente dovrebbero contare su 3-4% del
capitale. Come previsto, nessuna banca è entrata nel capitale di
Siena, anche se alcuni istituti hanno dato un contributo importante
all'esito dell'aumento. Questo sarebbe per esempio il caso di
Intesa Sanpaolo che - spiegano fonti vicine al consorzio - si
sarebbe spesa attivamente attraverso il proprio network italiano e
internazionale per favorire l'operazione di sistema orchestrata dal
Tesoro.
red
fine
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0208:19 nov 2022
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