Energia: quanta elettricità (Mi.Fi.)
09 Gennaio 2023 - 08:54AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il comparto energetico è stato quello che ha catalizzato più di
tutti l'attenzione nel 2022. Non solo per le vicende legate allo
shock innescato dall'attacco russo all'Ucraina, ma anche per alcune
importanti operazioni straordinarie che hanno animato il comparto,
ridisegnando in alcuni casi faccia e sorti di grandi gruppi.
Si pensi al closing per l'acquisizione di Falck Renewables (con
successivo delisting) da parte di Iif, fondo gestito da Jp Morgan
AM per un enterprise value di circa 3 miliardi, così come
l'ingresso dell'australiana Ifm Investor in San Quirico, la holding
della famiglia Garrone che controlla Erg, con una quota del 35%. In
generale, in un mondo che spinge sul green le rinnovabili sono
state il grande traino per le operazioni di m&a:
dall'acquisizione da parte di A2A dei 352 Mw eolici e fotoltaici da
Ardian per 452 milioni di euro, fino ai dossier dicembrini di Plt
Energia (acquistata da Plenitude) e Sistema Rinnovabili
(aggiudicata a Cva).
Anche i dati confermano quanto già è possibile intuire. Secondo
l'ultimo rapporto di Kpmg, nel 2022 in Italia sono state concluse
1.184 operazioni per un controvalore di 80 miliardi di euro, di cui
ben il 15% è stato generato dal comparto energetico e dalle utility
(dietro solo a infrastrutture e servizi finanziari). Un trend
destinato a proseguire anche nel 2023, nonostante il parziale
attendismo da parte degli attori in campo sull'evoluzione degli
scenari (prezzi dell'energia, costo del debito, regolamentazione e
fiscalità).
Sulle rinnovabili si continuerà ad assistere a operazioni,
seppur di scala inferiore rispetto al 2022, anche con i fondi che
negli anni passati hanno investito sulla generazione rinnovabile e
che ora decideranno di vendere pipeline o asset operativi. Ma sono
attese anche operazioni nel comparto gas fino al settore oil, in
particolare nel downstream.
Il principale dossier del 2023 potrebbe essere Edison. In
agosto, MF-Milano Finanza ha rivelato della possibilità che Edf
possa avviare la valorizzazione del gruppo di Foro Buonaparte, una
volta terminata la nazionalizzazione da parte del governo francese.
I tempi quindi non potrebbero maturare fino a marzo 2023, ma da
Edison smentiscono fermamente qualsiasi ipotesi di vendita da parte
dell'azionista francese. Negli scorsi giorni, spinto da articoli
stampa che hanno ricapitolato l'interesse di alcuni soggetti alla
partita, il ceo Nicola Monti ha ribadito come al momento la vendita
di Edison non sia un tema. A dire il vero, la possibilità che Edf,
nonostante la necessità di finanziare i piani nucleari in Francia,
decida di mantenere la proprietà del gruppo italiano è sensata. A
quel punto, però, secondo quanto ha potuto apprendere MF-Milano
Finanza, Edf potrebbe decidere di avviare ufficialmente la vendita
degli asset relativi allo stoccaggio del gas di Edison. Riflessioni
sul dossier sono in corso da tempo e il 2023 potrebbe così essere
l'anno giusto per darvi seguito.
Restando in tema gas, l'altra protagonista sarà Iren con
l'apertura del capitale (in minoranza) a un partner finanziario
delle attività di distribuzione del gas, che verrebbero fatte
confluire in una newco e quindi separate da quelle dell'elettricità
e del teleriscaldamento. A breve verrà ufficializzata la nomina
dell'advisor finanziario che assisterà la multiutility guidata dal
ceo Gianni Vittorio Armani, ma nonostante l'asta non sia ancora
partita iniziano già a circolare possibili valutazioni (si parla di
enterprise value tra 700 e 800 milioni) così come i primi nomi di
player interessati: a quanto si apprende Axa e il fondo Arjun.
Rimanendo nell'ambito delle multiutility quotate, A2A continuerà
a giocare più partite. Da un lato resta alla finestra sul campo
Edison, dall'altro continuerà a proseguire nel percorso di crescita
sulle rinnovabili, così come a perorare la missione di multiutility
dei territori. Su quest'ultimo filone potrebbero esservi degli
sviluppi in Lombardia, sponda pavese, e in particolare con la
possibilità di acquistare il 55% di Asm Holding Vigevano per circa
18 milioni di euro.
Un altro fronte aperto è in Trentino. Come rivelato da questo
giornale il 23 dicembre, il fondo australiano Macquarie ha deciso
di valorizzare la propria partecipazione in Hydro Dolomiti Energia
(Hde), la controllata dell'idroelettrico della multiutility
trentina Dolomiti Energia (60%) proprietaria di un parco di
centrali idroelettriche con una potenza installata di oltre 1,3
Gw.
In particolare, Macquarie ha affidato un mandato all'advisor
Rothschild per preparare la vendita della quota del 40% detenuta in
Hde, che stando a primissime valutazioni si aggirerebbe intorno a
450 milioni.
Restano accesi i riflettori anche su F2i e sul progetto di
costruire il nuovo gruppo energetico, valutato 12 miliardi, in cui
confluiranno le partecipazioni detenute in Ef Solare, Sorgenia, 2i
Rete Gas e Ital Gas Storage. Uno dei passaggi vagliati nei mesi
scorsi ha riguardato la conversione delle quote di minoranza
detenute dagli altri azionisti nelle controllate: lo spagnolo
Asterion (azionista Sorgenia), Crédit Agricole Assurances (Ef
Solare), i fondi Ardian e Apg (partner in 2i Rete Gas). Il dossier
ha richiesto più tempo del previsto, ma gli advisor Banca Imi, Bnp
Paribas, Mediobanca e Cleary Gottlieb stanno continuando a lavorare
alacremente e novità sono previste a breve.
Infine le vicende sulle partecipate statali Enel, Eni, Ansaldo
Energia e Snam. Enel, è noto, sta portando avanti il piano di
dismissioni da 21 miliardi. Come riportato il 3 gennaio, il gruppo
sta accelerando l'uscita dall'Argentina procedendo a tappe: si
parte dalla controllata Edesur; parallelamente ci sarà la vendita
della centrale di Enel Generación Costanera. Il tutto mentre
prosegue l'addio al Perù. Nel frattempo, come rivelato da questo
giornale il 15 dicembre, sarebbe in trattative esclusive con
NextEnergy Capital per vendere per 250 milioni il 50% di 3Sun
Gigafactory, la fabbrica di pannelli solari che Enel ha realizzato
a Catania. Quanto a Eni, oltre la creazione della nuova società sul
biometano e mobilità, si capirà che ne sarà di Plenitude. Il gruppo
delle rinnovabili è in attesa di riprendere il processo di
quotazione a Piazza Affari ma non è esclusa anche la possibile
cessione di una minoranza a un investitore finanziario, per poi
comunque approdare in Borsa. Nei prossimi giorni partirà poi
l'aumento di capitale di Ansaldo Energia, mentre nel 2023 (se
dovesse riassorbirsi la crisi del gas) potrebbe anche ripartire la
vendita di una quota di Stogit da parte di Snam
red
fine
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