Un'ipotesi di emendamento si aggira nei corridoi parlamentari pronto ad alimentare il caos che già circonda l'iter della manovra.

Il testo, con tanto di relazione tecnica e illustrativa ma ancora senza firmatari disposti a metterci la faccia, scrive Milano Finanza, terremoterebbe il sistema di sostegni contro il caro bollette messo in piedi dal governo, andando a colpire l'articolo 3 del dl Aiuti-bis, che congela fino al 30 aprile 2023 l'efficacia di ogni eventuale clausola contrattuale che consente alle impresa fornitrici di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali di contratto relative alla definizione del prezzo "ancorché sia contrattualmente riconosciuto il diritto di recesso alla controparte". La bozza di emendamento rappresenta di fatto un colpo di spugna sui provvedimenti salva-bollette che riguardano i quasi 5 milioni di italiani che non sono riusciti a pagarle.

In pratica si propone una modifica all'articolo 3, comma 1, del dl 9 agosto 2022 n. 115 (appunto il salva-bollette ter) con un'aggiunta che spiega come il congelamento delle modifiche unilaterali non si applicherà alle clausole contrattuali che consentono all'impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di aggiornare le condizioni economiche contrattuali alla scadenza delle stesse. Il tutto sempre nel rispetto dei termini di preavviso contrattualmente previsti e fermo restando il diritto di recesso della controparte.

La possibile modifica sembra cucita a misura degli operatori, come quelli rappresentati da Elettricità Futura e Utilitalia, che hanno infatti contestato l'interpretazione della norma da parte dell'Antitrust, dopo che l'Authority ha avviato ben 7 istruttorie e adottato altrettanti provvedimenti cautelari nei confronti di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie proprio per presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale. Gli operatori chiedono a governo e Parlamento di chiarire "che è possibile aggiornare le condizioni economiche dei contratti di fornitura di energia alla scadenza delle stesse, se si rispettano i termini di preavviso contrattualmente previsti e fermo restando il diritto di recesso dell'utente. Gli operatori sostengono che, con i recenti provvedimenti cautelari dell'Agcm, sarebbero costretti a erogare il servizio sotto costo, senza che sia stato previsto alcun ristoro.

Sempre Elettricità Futura e Utilitalia sottolineano che i prezzi dell'elettricità all'ingrosso sono aumentati nel 2022 di oltre 6 volte rispetto alla media degli ultimi anni, e quelli del gas di quasi 7. Le aziende elettriche lamentano che "sarebbero costretti fino ad aprile 2023 a vendere energia a un prezzo significativamente inferiore a quello a cui la comprano". Di diverso avviso Antitrust e consumatori e anche il governo, che per ora non si è intestato alcuna modifica al salva-bollette.

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