Banche: congelate in Russia (MF)
09 Agosto 2022 - 9:44AM
MF Dow Jones (Italiano)
L'ultimo avvertimento è arrivato nei giorni scorsi: un decreto
del Cremlino impedisce ai paesi cosiddetti ostili di vendere
pacchetti azionari nei settori dell'energia e delle banche sino
alla fine dell'anno, in risposta alle sanzioni arrivate da Ue, Uk e
Usa.
Non si tratta di una novità assoluta. Già nel corso di luglio,
scrive Mf-Milano Finanza, il governo russo aveva minacciato misure
analoghe, agitando lo spettro della nazionalizzazione. In
quell'occasione il vice ministro Alexei Moiseev aveva lanciato un
appello alla finanza internazionale: «finché la situazione non
migliorerà, non daremo l'autorizzazione alla vendita delle
controllate di banche estere e dei loro asset in Russia». Il nuovo
decreto comunque non riguarda solo gli istituti di credito, ma
anche lo strategico settore dell'energia. C'è peraltro chi ritiene
che la misura sia stata definita appositamente per impedire
l'uscita di Exxon dal progetto Sakhalin-1 che coinvolge anche la
Rosneft oltre a società giapponesi e indiane. Una lista dei gruppi
coinvolti nel provvedimento dovrebbe comunque essere definita in
tempi rapidi, a stretto contatto con la banca centrale guidata da
l'vira Nabiullina. Il nuovo provvedimento non fa che complicare
ulteriormente il quadro in cui da mesi si muovono alcune delle
principali banche internazionali.
Non a caso quasi tutti gli istituti stranieri presenti in Russia
per ora hanno continuato ad operare nel paese. L'unica eccezione è
costituta da Société Générale che, subito dopo lo scoppio della
guerra in Ucraina, ha venduto l'intera quota in Rosbank e delle
filiali assicurative a Interros Capital, incassando una perdita di
oltre tre miliardi. Più cauta si è mostrata Citi, che pure già a
marzo si era sbarazzata delle proprie attività di consumer banking
nel Paese, ha per il momento deciso di mantenere la licenza
bancaria. Proprio nei giorni scorsi, dopo l'annuncio del nuovo
decreto del governo russo, la banca americana ha comunque
confermato la volontà di ridurre le operazioni e l'esposizione
verso il paese.
Va detto però che, se la exit rimane l'obiettivo principale dei
grandi gruppi bancari, il primo semestre si è confermato meno
catastrofico del previsto. Il rally del rublo ha permesso a gran
parte degli istituti di realizzare risultati positivi dimostrando
che, a determinate condizioni, il mercato russo può ancora essere
remunerativo. I profitti record che Unicredit ha riportato nel
secondo trimestre dell'anno sono per esempio attribuibili per circa
400 milioni alla performance della valuta russa. Ovviamente è
salito anche il valore delle attività che in qualche caso ha quasi
bilanciato il lavoro di deleveraging. Per esempio Citi ha da un
lato ridotto gli asset di 3,1 miliardi di dollari, ma dall'altro
lato ha visto lievitare il valore delle attività ancora in bilancio
per 3,6 miliardi, con una plusvalenza di 500 milioni. Raiffeisen
similmente ha tagliato l'esposizione verso Mosca del 22% ma ha
visto crescere le attività di 3,1 miliardi di euro grazie al fatto
che il rublo si è rafforzato del 40% sul dollaro e sull'euro nel
secondo trimestre dell'anno. In un quadro del genere sarebbe del
tutto comprensibile se i tempi delle exit si allungassero, anche
considerevolmente. Come detto del resto sinora solo SocGen ha fatto
un passo indietro dal mercato russo.
All'insegna della prudenza si stanno muovendo quasi tutte le
altre banche, a partire dalle italiane Unicredit e Intesa. Al
vaglio della banca di piazza Gae Aulenti per esempio ci sarebbe
un'uscita temporanea dal mercato russo con la possibilità di
rientrare in possesso degli asset alla fine della crisi geopolitica
in corso. L'obiettivo? Limitare le perdite nell'ambito di
un'operazione che consentirebbe a Unicredit di non tagliare i ponti
con Mosca. L'operazione potrebbe essere strutturata come uno swap o
un repo che scambi poste di attivo con controparti non sanzionate
per neutralizzare il rischio su un arco temporale che potrebbe
andare da qualche mese a un anno. Intesa per il momento continua a
esplorare diverse opzioni, pur non avendo preso decisioni
definitive.
alu
fine
MF-DJ NEWS
0909:28 ago 2022
(END) Dow Jones Newswires
August 09, 2022 03:29 ET (07:29 GMT)
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