Durante l'anno fiscale 2021 le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 305 miliardi di dollari, 53 miliardi in più rispetto all'anno precedente e superando di 24 miliardi perfino i risultati ottenuti nel 2019 (+8,5%). A tassi di cambio costanti, i primi 100 player hanno complessivamente visto una crescita del 21,5%, con un profit margin del 12,2% (+7,1 punti percentuali rispetto allo scorso anno).

È quanto emerge dalla nona edizione del Global Powers of Luxury Goods, lo studio annuale di Deloitte che esamina e classifica i 100 Top Player del settore Fashion & Luxury a livello globale, sulla base delle vendite consolidate nell'anno fiscale 2021.

"In questo periodo di cambiamento e incertezza, l'appeal delle aziende del settore lusso si è riconfermato. Il comparto è stato capace di re-inventarsi e avviare un processo di trasformazione considerevole, portando concetti quali sostenibilità, economia circolare, innovazione, al centro delle proprie strategie di crescita per i prossimi anni. Oggi più che mai le aziende di questo settore sono in grado di essere vicine ai consumatori in termini di servizio, produzione, ascolto e condivisione dei medesimi valori", commenta in una nota Giovanni Faccioli, Deloitte Global Fashion & Luxury Practice Leader.

Quasi l'85% del risultato netto della classifica delle Top 100 di Deloitte proviene dalle aziende della Top 10, che si confermano leader anche in termini contributo alle vendite totali delle aziende (56,2%, + 4,8 punti percentuali rispetto al 2020). Il podio della Top 10 dei big del lusso è oramai consolidato, rimanendo invariato per il quinto anno consecutivo e vede i colossi Lvmh Moet Hennessy Louis Vuitton, Kering e The Estee Lauder Companies in testa alla classifica.

L'Italia si conferma uno dei Paesi leader nel settore, posizionando 23 aziende tra le 100 che costituiscono la graduatoria. Quasi tutte le 21 società con chiusura dell'esercizio al 31 dicembre hanno registrato una crescita a due cifre delle vendite di beni di lusso, compresa tra il 17,3% e il 49,3%, con una crescita composita anno su anno superiore alla media del 27,2%. Quasi tutte le aziende hanno registrato profitti, con Moncler, Max Mara, Valentino e Marcolin che hanno registrato margini di utile netto a due cifre.

Golden Goose, Moncler ed Euroitalia rientrano tra le aziende a crescita più rapida, rispettivamente al terzo, decimo e sedicesimo posto, grazie ai Cagr (tassi composti medi annui di crescita) a doppia cifra per il periodo 2018-2021 (rispettivamente 27,2%, 12,9% e 10,9%). Il gruppo Prada, Moncler e Giorgio Armani sono i tre principali player italiani in classifica e, in forma aggregata, rappresentano il 35% delle vendite di beni di lusso realizzate nel 2021 dalle aziende italiane presenti nel ranking. Il gruppo Marcolin ha registrato il net profit margin più alto dell'intera classifica: 33,4%, seguito da Hermes con il 27,3%.

L'importanza dei grandi conglomerati del lusso è testimoniata dalla Francia, che con solo otto aziende in classifica, di cui quattro in top 10, è il Paese che ha conseguito complessivamente performance migliori: le vendite sono cresciute del 42,4% (risultato migliore riuscito solo alle aziende spagnole con una crescita a/a del 45,2%) e un utile netto a doppia cifra del 19,8%, il più alto tra i Paesi. Anche il Cagr per il periodo 2018-2021 è stato il migliore al 13,3%.

Sulla scia della pandemia e dei cambiamenti nei valori e nelle abitudini di acquisto, le aziende di beni di lusso si trovano ora di fronte a nuove opportunità derivanti da transizione ecologica ed economia circolare. Insieme alla rivoluzione digitale portata dal metaverso e dal Web3, si tratta dei due grandi trend che stanno guidando l'innovazione nell'industria del lusso.

"Dopo anni di critiche ai propri modelli di business, le aziende del lusso stanno portando avanti le istanze della sostenibilità e si avviano sempre più verso l'adozione di un sistema di economia circolare per ridurre concretamente il proprio impatto ambientale, modificando i processi di produzione e promuovendo nuove pratiche di consumo", afferma Faccioli. "La sostenibilità e i principi ESG sono sempre più incorporati nelle strategie delle aziende, che si avvalgono del prezioso supporto delle nuove tecnologie per sviluppare nuovi materiali rispettosi dell'ambiente e per migliorare il design, la produzione, la distribuzione e la comunicazione dei loro prodotti".

com/pl

 

(END) Dow Jones Newswires

November 30, 2022 05:36 ET (10:36 GMT)

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