Non deve aver fatto piacere a Rocco Commisso, proprietario della Fiorentina dal 2019, vedere un manifesto con il suo volto dipinto come il Joker di Todd Phillips appeso su Ponte Vecchio. La fresca cessione di Dusan Vlahovic alla Juventus per 70 milioni di euro non è piaciuta al pubblico viola, nonostante la trattativa fosse stata messa in dubbio dalla richiesta del procuratore di Vlahovic, Darko Ristic, che avrebbe chiesto 18 milioni di euro di commissioni ai bianconeri.

Con questa operazione Commisso è arrivato, da quando è padrone della Fiorentina, ad aver incassato circa 217 milioni dalle vendite (125 milioni solo per Federico Chiesa e Vlahovic), contro acquisti per circa 130 milioni, quindi 87 milioni di margine netto, vale a dire quasi 2/3 del prezzo pagato ai Della Valle. E se Commisso avesse voluto impedire a Vlahovic di andare alla Juventus lo avrebbe potuto fare facilmente, facendo un esposto alla Figc. Infatti, nel business del calcio i procuratori sono diventati i burattinai di trattative come quella dell'attaccante serbo. Niente più cortesie, anzi, si sfidano le regole: una squadra si attiva con il procuratore e contatta direttamente il calciatore prima che la società proprietaria, ottenendo un potere di trattativa più forte. Una pratica che sembra normalizzata vista la facilità con cui avviene, ma che per la Figc è irregolare secondo l'articolo 95 bis della Noif che vieta qualsiasi contatto con il calciatore e il suo entourage fino a quando il contratto non è in scadenza, cioè fino al dicembre dell'ultimo anno che per il calcio finisce a giugno. Ma Commisso e il suo staff si sono guardati bene da avviare l'azione di infrazione, perché appunto, in questo modo, il calabro-americano ha abbattuto di quasi 2/3 il prezzo pagato per l'acquisto della squadra viola. È per questo che a Firenze, dopo un articolo rivelatore del CorriereFiorentino, soffiano venti di contestazione.

In generale nel 2021, nonostante la spesa per i calciatori si sia ribassata (-13,9%, dopo il -23,4% del 2020) con 17.945 trasferimenti internazionali conclusi, le fee ai procuratori sono state pari a 500,8 milioni di dollari, di cui 73,5 milioni vengono dai club italiani. E infatti, Commisso con dichiarazioni ufficiali si era scagliato contro i procuratori, ma poi è entrato in silenzio quando gli si è presentata l'opportunità di incassare ben 70 milioni per il centravanti serbo, che aveva il contratto in scadenza nel giugno 2023 e quindi non si sarebbe potuto attivare per andarsene prima del dicembre 2022, quasi un anno.

Nell'ultimo decennio, i dollari guadagnati dagli agenti sono paurosi: 3,5 miliardi, quasi il doppio del pil del Lesotho nel 2020. Secondo alcune fonti, c'è anche un procuratore - anonimo - che avrebbe ricevuto il 118% della quota di trasferimento pagata da un club francese a uno tedesco.

Sono cifre come queste che portano le istituzioni a voler regolamentare il ruolo del procuratore. Nel dicembre 2021 MF-Milano Finanza aveva scritto che la Fifa introdurrà restrizioni per l'operato dei procuratori a partire da luglio 2022. La normativa, si articola in quattro punti e promulgherebbe, innanzitutto, la reintroduzione di un sistema di licenze riconosciuto in tutto il mondo, l'istituzione di una camera di compensazione economica per i costi dei procuratori; l'istituzione di un tetto di commissioni pari al 6% dello stipendio del calciatore a carico della squadra che cede mentre al momento, quello della Fifa è solo una raccomandazione di non superare provvigioni pari al 3%. L'ultimo punto è quello che interessa molte delle trattative più esose degli ultimi anni, ovvero il divieto di rappresentanza multipla. Con le nuove regole, in pratica, i procuratori non potranno rappresentare tutte e tre le parti di una trattativa, cioè la società che acquista, quella che cede e il calciatore, ma solo una delle tre. La notizia ha fatto sobbalzare la categoria dei manager, che hanno minacciato un'azione legale.

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

January 31, 2022 02:13 ET (07:13 GMT)

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