Articolo originale pubblicato su Dow Jones English Newswire, traduzione a cura della redazione Il Sole 24 Ore Radiocor.

Di Carol Ryan

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - , 27 lug - Sebbene quest'estate non sia stata fruttuosa per le compagnie petrolifere quanto quella dell'anno scorso, esse sono state ancora in grado di elargire premi ai loro azionisti. Le recenti ondate di caldo estremo sono però un monito per il settore.

Giovedì il titolo Shell è sceso dell'1,5% dopo aver riportato un utile del secondo trimestre inferiore del 7% rispetto alle attese degli analisti. La società quotata a Londra ha registrato un utile rettificato di 5,1 miliardi di dollari nei tre mesi fino a giugno, in calo rispetto agli 11,5 miliardi di dollari dello stesso periodo dell'anno scorso, quando i prezzi dell'energia erano aumentati in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Anche la major petrolifera francese TotalEnergies, che ha presentato il bilancio lo stesso giorno, ha dichiarato che l'utile netto rettificato del secondo trimestre si è praticamente dimezzato in un anno.

Il rallentamento principale ha riguardato le attività petrolifere e del gas di Shell, nonché la sua divisione chimica. I profitti dell'upstream sono scesi di due terzi rispetto all'anno scorso a causa del calo dei prezzi delle materie prime e della manutenzione programmata di giacimenti petroliferi particolarmente redditizi come quelli del Golfo del Messico, che doveva essere effettuata prima dell'inizio della stagione degli uragani. La divisione chimica ciclica della società è stata invece colpita da una domanda più debole.

Il calo dei prezzi dell'energia ha danneggiato anche i profitti dell'importante attività di Shell nel settore del gas naturale liquefatto. Il TTF, il parametro di riferimento per il gas naturale in Europa, è sceso sotto i 30 euro per megawattora, rispetto ai circa 200 euro registrato nello stesso periodo dell'anno scorso, quando la regione si affannava a riempire gli impianti di stoccaggio del gas per l'inverno. Poiché i prezzi sono stati meno volatili, per i trader di materie prime di Shell è stato più difficile realizzare profitti. Gli analisti di Bernstein stimano che il trading di gas abbia generato 1,3 miliardi di dollari di profitti nell'ultimo trimestre, in calo rispetto agli oltre 3 miliardi di dollari dei primi tre mesi dell'anno.

Gli investitori saranno comunque trattati generosamente, poiché il nuovo amministratore delegato Wael Sawan vuole aumentare la valutazione di Shell in borsa. La società riacquisterà azioni per un valore di 3 miliardi di dollari nei prossimi tre mesi. Shell ha inoltre annunciato un aumento del 15% del suo dividendo durante la giornata dei mercati dei capitali a giugno e ha dichiarato di poter coprire comodamente il payout con il flusso di cassa operativo quando il petrolio rimarrà al di sopra dei 40 dollari al barile - circa la metà dei livelli attuali - e sorpa i 50 dollari al barile per il riacquisto di azioni. Anche al di sotto di questi livelli, Shell potrebbe utilizzare la liquidità presente in bilancio per integrare i pagamenti.

L'anno scorso la sicurezza energetica è stata una priorità per i governi dopo che la Russia ha tagliato le forniture di gas naturale all'Europa e alcuni paesi asiatici sono stati esclusi dal mercato del gas naturale liquefatto. Ciò ha favorito la revoca da parte di Shell e della rivale BP delle precedenti promesse di ridurre la produzione di idrocarburi in questo decennio, rendendo più facile per loro trarre profitto da prezzi del petrolio e del gas più alti del normale.

Ma gli eventi meteorologici estremi verificatisi nelle ultime settimane negli Stati Uniti, in Europa e in Asia stanno riportando l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità di ridurre le emissioni di carbonio. I segnali dei politici su cosa accadrà in seguito sono contrastanti. Il mese scorso, gli elettori svizzeri hanno appoggiato una nuova legge per ridurre le emissioni, mentre il governo del Regno Unito potrebbe far un passo indietro su alcuni dei suoi obiettivi di azzeramento delle emissioni in quanto teme possano alimentare l'inflazione.

L'inazione sulla politica climatica non è una buona notizia per le compagnie petrolifere, che hanno bisogno di certezze per investire su orizzonti temporali molto lunghi. Per i dirigenti del settore energetico è sempre più difficile capire dove mettere i propri soldi. Gli investitori nel settore petrolifero si stanno godendo i guadagni derivanti da prezzi più alti del normale, ma hanno anche ricevuto un'allerta meteo.

Scrivere a Carol Ryan all'indirizzo carol.ryan@wsj.com

 

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July 27, 2023 13:19 ET (17:19 GMT)

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