La contrazione degli utili di Shell riempie comunque le tasche degliinvestitori -- Heard on the Street -- WSJ
27 Luglio 2023 - 7:34PM
MF Dow Jones (Italiano)
Articolo originale pubblicato su Dow Jones English Newswire,
traduzione a cura della redazione Il Sole 24 Ore Radiocor.
Di Carol Ryan
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - , 27 lug - Sebbene quest'estate
non sia stata fruttuosa per le compagnie petrolifere quanto quella
dell'anno scorso, esse sono state ancora in grado di elargire premi
ai loro azionisti. Le recenti ondate di caldo estremo sono però un
monito per il settore.
Giovedì il titolo Shell è sceso dell'1,5% dopo aver riportato un
utile del secondo trimestre inferiore del 7% rispetto alle attese
degli analisti. La società quotata a Londra ha registrato un utile
rettificato di 5,1 miliardi di dollari nei tre mesi fino a giugno,
in calo rispetto agli 11,5 miliardi di dollari dello stesso periodo
dell'anno scorso, quando i prezzi dell'energia erano aumentati in
seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Anche la
major petrolifera francese TotalEnergies, che ha presentato il
bilancio lo stesso giorno, ha dichiarato che l'utile netto
rettificato del secondo trimestre si è praticamente dimezzato in un
anno.
Il rallentamento principale ha riguardato le attività
petrolifere e del gas di Shell, nonché la sua divisione chimica. I
profitti dell'upstream sono scesi di due terzi rispetto all'anno
scorso a causa del calo dei prezzi delle materie prime e della
manutenzione programmata di giacimenti petroliferi particolarmente
redditizi come quelli del Golfo del Messico, che doveva essere
effettuata prima dell'inizio della stagione degli uragani. La
divisione chimica ciclica della società è stata invece colpita da
una domanda più debole.
Il calo dei prezzi dell'energia ha danneggiato anche i profitti
dell'importante attività di Shell nel settore del gas naturale
liquefatto. Il TTF, il parametro di riferimento per il gas naturale
in Europa, è sceso sotto i 30 euro per megawattora, rispetto ai
circa 200 euro registrato nello stesso periodo dell'anno scorso,
quando la regione si affannava a riempire gli impianti di
stoccaggio del gas per l'inverno. Poiché i prezzi sono stati meno
volatili, per i trader di materie prime di Shell è stato più
difficile realizzare profitti. Gli analisti di Bernstein stimano
che il trading di gas abbia generato 1,3 miliardi di dollari di
profitti nell'ultimo trimestre, in calo rispetto agli oltre 3
miliardi di dollari dei primi tre mesi dell'anno.
Gli investitori saranno comunque trattati generosamente, poiché
il nuovo amministratore delegato Wael Sawan vuole aumentare la
valutazione di Shell in borsa. La società riacquisterà azioni per
un valore di 3 miliardi di dollari nei prossimi tre mesi. Shell ha
inoltre annunciato un aumento del 15% del suo dividendo durante la
giornata dei mercati dei capitali a giugno e ha dichiarato di poter
coprire comodamente il payout con il flusso di cassa operativo
quando il petrolio rimarrà al di sopra dei 40 dollari al barile -
circa la metà dei livelli attuali - e sorpa i 50 dollari al barile
per il riacquisto di azioni. Anche al di sotto di questi livelli,
Shell potrebbe utilizzare la liquidità presente in bilancio per
integrare i pagamenti.
L'anno scorso la sicurezza energetica è stata una priorità per i
governi dopo che la Russia ha tagliato le forniture di gas naturale
all'Europa e alcuni paesi asiatici sono stati esclusi dal mercato
del gas naturale liquefatto. Ciò ha favorito la revoca da parte di
Shell e della rivale BP delle precedenti promesse di ridurre la
produzione di idrocarburi in questo decennio, rendendo più facile
per loro trarre profitto da prezzi del petrolio e del gas più alti
del normale.
Ma gli eventi meteorologici estremi verificatisi nelle ultime
settimane negli Stati Uniti, in Europa e in Asia stanno riportando
l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità di ridurre le
emissioni di carbonio. I segnali dei politici su cosa accadrà in
seguito sono contrastanti. Il mese scorso, gli elettori svizzeri
hanno appoggiato una nuova legge per ridurre le emissioni, mentre
il governo del Regno Unito potrebbe far un passo indietro su alcuni
dei suoi obiettivi di azzeramento delle emissioni in quanto teme
possano alimentare l'inflazione.
L'inazione sulla politica climatica non è una buona notizia per
le compagnie petrolifere, che hanno bisogno di certezze per
investire su orizzonti temporali molto lunghi. Per i dirigenti del
settore energetico è sempre più difficile capire dove mettere i
propri soldi. Gli investitori nel settore petrolifero si stanno
godendo i guadagni derivanti da prezzi più alti del normale, ma
hanno anche ricevuto un'allerta meteo.
Scrivere a Carol Ryan all'indirizzo carol.ryan@wsj.com
(END) Dow Jones Newswires
July 27, 2023 13:19 ET (17:19 GMT)
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