MF CONTRARIAN: come prepararsi allo sbarco di Apple Pay nel credito al consumo
10 Giugno 2022 - 8:18AM
MF Dow Jones (Italiano)
Da tempo sosteniamo su queste colonne la necessità, nel quadro
più generale degli sviluppi del Fintech, di affrontare il problema
dell'avvio dell'operatività soprattutto dei colossi mondiali del
digitale, le maggiori web company, in determinati ambiti del
settore bancario e finanziario. Finora non si sono avuti segnali di
particolare interesse a questo che non è un allarme, ma la
segnalazione di una doverosa attenzione al tema della par condicio
normativa, della concorrenza, della specializzazione, dei
controlli. Potrebbe concorrere a questo atteggiamento un malinteso
rischio di apparire corporativi, difensori cioè dell'attuale
sistema, quando, invece, si tratta di fissare, innanzitutto, il
principio degli uguali limiti e controlli a fronte di uguali
opportunità, avendo presente il pericolo di posizioni dominanti nel
mercato e, dunque, la necessità di tener conto della natura, delle
dimensioni, dell'operatività dei soggetti che entrano nel mercato.
Evidentemente, si continua a essere attratti dalla prospettiva di
incrementare ancora la già straordinaria mole delle disposizioni
riguardanti le banche, non vedendo ciò che a lato di esse comincia
corposamente a manifestarsi.
Ora siamo difronte a un fatto concreto, come è stato riportato
su questo giornale: Apple Pay entra nel settore del credito al
consumo e si appresta a esercitare questa attività anche in Italia,
secondo il criterio «buy now, pay later». C'è da chiedersi tuttora,
anche perché la domanda posta tempo fa non ha avuto fin qui alcuna
risposta: se i colossi del web chiedessero la licenza bancaria
quale sarebbe l'atteggiamento delle autorità competenti? Si ha
presente che la forza e la disponibilità di risorse di questi
colossi potrebbero relegare a un posizione nettamente marginale, se
entrassero pleno iure nel settore, anche quelle banche che oggi
consideriamo eccellenti. Qual è l'atteggiamento dei competenti
organi non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo?
Non vi è il rischio aggiuntivo che si colga la difficile situazione
attuale con i gravi effetti della guerra in Ucraina e l'alta
inflazione per conquistare posizioni da parte di questi
colossi?
Intanto, ha fatto bene il leader della Fabi, Lando Sileoni, a
evidenziare quello che qui si potrebbe considerare una sorta di
«bradisismo», sia per lo spostamento di attività fuori dal settore
bancario tradizionale, sia per le conseguenze che ne derivano, ab
externo, in termini di competitività su quest'ultimo settore e che
si possono tradurre in un aumento delle pressioni commerciali sui
dipendenti da parte di esponenti bancari. Si tratta di un tema di
particolare rilevanza che è stato oggetto anche di intese tra
sindacati e Abi. Il presidente di quest'ultima associazione,
Antonio Patuelli, ha mostrato particolare attenzione al problema
delle possibili relazioni tra web company e sistema bancario,
nonché alle relative non favorevoli conseguenze. In effetti, a poco
a poco il settore cambia volto in una trasformazione che, accanto
agli aspetti positivi, ne ha diversi negativi o comunque rischiosi.
Sembra che ciò non interessi granché e che, magari, sarà «scoperto»
solo quando il fenomeno diventerà corposo e ineludibile, come sta
avvenendo per altri casi nettamente trascurati all'inizio o
addirittura contestati (si veda l'inflazione o le cripto-attività,
solo per un esempio), ma poi affrontati quando le dimensioni hanno
reso impossibile non farlo e allora ci si candida singolarmente a
fare da «apripista», nel presupposto contra factum che non si sia
già iniziato a percorrere la «pista» (se proprio si deve ricorrere
a questa terminologia sportiva).
MF-Mercati Finanziari
red
MF-DJ NEWS
1008:01 giu 2022
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June 10, 2022 02:03 ET (06:03 GMT)
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