Finanza: Passera, big tech senza regole (Mi.FI.)
13 Giugno 2022 - 08:31AM
MF Dow Jones (Italiano)
Dopo il blitz di Apple nel credito al consumo, il dibattito
sulle big tech si è fatto rovente. Già oggi gli intermediari
digitali rappresentano il 35% del valore totale dell'industria dei
servizi finanziari. Una percentuale che nei prossimi anni potrà
solo crescere se governi e regolatori non imporranno un'inversione
di tendenza. Uno scenario plausibile? Non è detto. Di certo,
secondo il fondatore di Illimity Corrado Passera, le big tech
costituiscono un problema non solo per le banche, ma anche - e
forse soprattutto - per i risparmiatori.
Domanda. Passera, Apple Pay è entrata nel mercato del buy now
pay later. Le banche italiane hanno ragione di preoccuparsi?
Risposta. Il servizio del buy now pay later è già oggi
disponibile anche in Italia. Ci sono già operatori di successo e
altri si stanno attrezzando. Certamente è stato sottovalutato il
suo potenziale.
D. La pandemia in ogni caso ha impresso un'accelerazione alle
big tech. Come sta cambiando il mercato del credito?
R. Tutto il credito standardizzabile e basabile su dati e
algoritmi verrà attaccato da chi possiede i dati. Le big tech
conoscono sempre di più caratteristiche, abitudini e bisogni dei
loro utenti e forniranno loro sempre più spesso anche servizi di
credito. Pensi ad Amazon: dei suoi merchant sa praticamente tutto.
Perché non dovrebbe dare loro anche il credito assumendosi un
rischio quasi nullo? Per questo motivo illimity si è da sempre
specializzata in settori del credito alle pmi - più difficili da
attaccare perché più complessi -, dove la competenza e valutazione
umana è ancora determinante.
D. I banchieri sollevano spesso il problema dell'asimmetria
regolamentare. Da un lato - si sostiene - c'è il far west e
dall'altro soggetti ipervigilati. Il problema esiste?
R. Il problema delle asimmetrie regolamentari è evidente: trovo
contrario all'interesse comune - e anche al buon senso - che le big
tech possano avere a disposizione dati e informazioni degli altri
operatori - banche comprese - ma non valga il contrario. Stesso
discorso è purtroppo, di fatto, altrettanto vero per le norme
antitrust e per quelle della privacy.
D. Che soluzioni si potrebbero immaginare?
R. Se hanno lasciato comprare a Facebook sia WhatsApp sia
Instagram pensa che oggi ci sia la se pur minima volontà di sanare
le asimmetrie? Siamo al paradosso che abbiamo delegato alle big
tech il potere di censurare o meno i messaggi che pubblicano,
garantendo comunque loro l'impunità per ciò che pubblicano.
D. Forse la soluzione sta nella concorrenza. Nei giorni scorsi è
nato Euronext Tech Leaders, che è stato definito il Nasdaq europeo.
Lei crede che l'Europa potrà colmare il divario con la Silicon
Valley? È possibile una Apple europea?
R. Euronext Tech Leaders è una apprezzabile iniziativa e ci fa
molto piacere che Illimity sia stata inclusa in un segmento che
conta oltre cento società europee del settore tecnologico,
selezionate tra quelle con maggiore tasso di crescita. Quanto alla
Apple europea, anni fa sembrava impossibile che una azienda europea
potesse competere con Boeing, ma siamo riusciti a creare Airbus.
Nel settore tecnologico, come in altri, dobbiamo certamente puntare
a crescere nello stesso modo, ma non andremo lontano senza un vero
mercato unico in tanti settori ancora frammentati a livello
nazionale, banche comprese.
D. Abbiamo parlato di competitor. Qualcuno però ritiene che oggi
le big tech siano una minaccia soprattutto per i risparmiatori.
Condivide?
R. Eccessive concentrazioni di potere, nel big tech e in
numerosi altri settori, sono minacce prima di tutto per i
cittadini. Stiamo sottovalutando il potere di influenza non solo
economica che imprese di tali dimensioni possono avere. Possono
essere a rischio le stesse istituzioni democratiche.
D. Parlando di innovazione nel mondo della finanza, un altro
ambito che molti suoi colleghi guardano con diffidenza è quello
delle criptovalute. Rischio o opportunità?
R. Le crypto piattaforme sono una opportunità perché offrono
servizi altrimenti non disponibili. Oggi sono spesso ancora troppo
complicate, energivore e costose. Bisogna regolarle per evitare che
diventino, di fatto, dei meccanismi di scambi in forma anonima,
cioè senza i controlli che devono valere su tutte le transazioni.
Crypto asset come Bitcoin sono estremamente volatili, manipolabili
ed energivore: l'investitore retail è libero di acquistarle, ma
deve essere correttamente informato su questi aspetti e sui limiti
della loro convertibilità in valute a corso legale. E quindi, del
fatto che non c'è nessuna garanzia di restituzione del proprio
investimento. Le crypto currency o stable coin, cioè crypto asset
che si presentano come convertibili in monete legali, sono
sostanzialmente degli schemi Ponzi perché sono in gran parte
convertibili in moneta legale solo nella misura in cui c'è qualcuno
disponibili a comprarle. Diverso il discorso delle cosiddette
Central Bank Digital Currencies come l'Euro Digitale: circolando su
reti digitali di nuova generazione permetterebbero una diversa
modalità di utilizzo della nostra valuta, abilitando, in un
contesto di piena legalità, moltissimi servizi oggi non
disponibili. L'Europa ci sta lavorando, ma bisogna fare di più e
più in fretta. Se non acceleriamo, il rischio è lasciar crescere
troppo e disordinatamente le stable coin, o concedere troppo
vantaggio al renminbi e al dollaro digitale.
red
MF-DJ NEWS
1308:15 giu 2022
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June 13, 2022 02:16 ET (06:16 GMT)
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