Mentre la Lega di Serie A sta predisponendo il bando 2024/2027, con l'obiettivo di pubblicarlo entro fine stagione (ma preferibilmente tra aprile e maggio), ecco spuntato un nuovo problema legato al bando. La questione riguarda l'allungamento dell'arco temporale (da tre a cinque anni) per il quale possono essere assegnati i diritti, previsto dal decreto Aiuti Quater e spinta dal patron della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito.

Se infatti le linee guida della Lega Serie A parlano di 2024-2027, scrive Mf-Milano Finanza, il Parlamento ha modificato la legge estendendo a 5 anni la durata dei contratti, scontrandosi così con il testo precedente. La Serie A aveva chiesto che l'allungamento fosse automatico, consentendo di prolungare quindi i contratti in essere con Dazn (che versa 840 milioni a stagione) e Sky (87,5 milioni per tre match a giornata in condivisione), ma l'Agcom ha deciso di intervenire, fissando per il 10 marzo il limite entro il quale far pervenire i contributi degli interessati per la consultazione pubblica sul tema. Questo piccolo nodo sembra mostrare neanche tanto in controluce le crepe di un sistema calcio che ha un disperato bisogno di monetizzare. Una disperazione che sottende evidentemente la necessità di riformare e rifondare tutto. Dall'altro lato, la mossa di provare ad allungare per altri due anni l'assegnazione dei diritti sembra suggerire quanto i club siano consci della possibilità che tutti broadcaster interessati a partecipare all'asta per i diritti a trasmettere le gare del massimo campionato italiano possano anche non essere in grado di pareggiare quanto offerto nell'ultima gara.

Non si tratta forse tanto di abilità degli operatori nel far quadrare i bilanci quanto piuttosto di non riuscire a colmare il gap tra domanda dei club e possibilità di offerta.

Una possibilità compromessa ulteriormente, e forse specialmente, dalla pirateria. Un tema affrontato in più occasioni, anche recentemente, dall'amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo che ha rimesso la questione dei diritti tv del calcio e quello strettamente connesso della pirateria in primissimo piano. Per l'ad, il punto centrale, in vista del rinnovo 2024-2027, è la lotta agli accessi fraudolenti allo streaming, la sempre più diffusa offerta di calcio in tv illegale che sottrae spettatori legali e attrattività per i contratti. E che forse rappresenta il più grande neo del calcio italiano con una perdita stimata di circa 2 miliardi di euro l'anno a tutti i settori economici del Paese. I numeri della pirateria e quelli relativi alle conseguenze economiche per il calcio sono in continua evoluzione, ma si pensi che le ultime indagini della Guardia di Finanza di Milano hanno evidenziato un giro d'affari enorme con almeno 500mila italiani abbonati alle pay tv illegali.

Non a caso De Siervo, dopo aver sottolineato il ruolo più marginale che hanno scelto di ricoprire alcuni broadcaster nella corsa ai diritti, ha chiosato: «ciò che preoccupa è che ci troviamo in un sistema in cui manca la certezza del diritto». E ha chiesto di «inserire in uno dei prossimi strumenti legislativi, una norma chiara contro la pirateria del calcio, che ha caratteristiche diverse da tutto il resto: ha bisogno di un intervento immediato, per far cadere il sito pirata entro 30 minuti.

Senza questo intervento saremo sempre il calcio più piratato del mondo. Quindi più poveri».

Come si evince velocemente, il contesto è denso di nodi da risolvere. E al centro di questo mare si trovano i grandi gruppi audiovisivi, dalle cui mosse dipenderanno poi una serie di partite. In prima battuta, va ricordata l'indicazione antitrust a favore del superamento delle esclusive e della condivisione dei diritti su più piattaforme.

Qualora si riuscisse a concretizzare questa strategia, la Lega potrebbe essere incentivata alla vendita senza esclusive a tutti i soggetti potenzialmente interessati, in modo da massimizzare l'audience. Soprattutto se oltre Dazn, Sky, Amazon, Mediaset e Rai (loro due in gara qualora la Lega decidesse di aprire alla trasmissione di partite in chiaro), partecipassero anche le piattaforme streaming americane entrate nel mercato europeo, come Warner Bros. Discovery o Disney o anche Apple, mentre Netflix ora è più concentrata sulle fiction sportive. Anche perché queste presenze potrebbero colmare la possibile assenza di altre, che ormai approcciano i diritti sportivi con una strategia diversa (e più vincente) che in passato. Si pensi a Sky che, come rivelato da MF-Milano Finanza a febbraio, si è aggiudicata (insieme con Amazon che trasmetterà la miglior partita del mercoledì) le immagini in esclusiva per tutti gli altri match della Champions League, dell'Europa League e della Conference League per il triennio 2024-2027 per una cifra che, da indiscrezioni, si aggirerebbe sui 220 milioni. Una mossa che sottolinea come la pay-tv controllata da Comcast abbia deciso di puntare solo sul calcio di qualità con la Premier League e appunto la Champions a cui si aggiungono poi le esclusive sulla F1 e sulla MotoGp. Un segnale chiaro: proponendo un'offerta ampia ai propri abbonati, potrà partecipare all'asta per la Serie A con maggiore serenità. La stessa che dovrà saper mostrare Dazn, dopo aver investito 2 miliardi in due anni in Italia (con un rosso di 2,2 miliardi nel 2021).

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MF-DJ NEWS

0610:19 mar 2023

 

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