Galeotta fu la stretta di mano, e ancor di più lo fu un tweet di poche ore dopo. L'ennesimo attacco di Elon Musk è stato rivolto, secondo quanto rivelato dal Financial Times, niente meno che al numero uno del fondo sovrano dell'Arabia Saudita Yasir al-Rumayyan, reo, a detta del ceo di Tesla, di aver promesso di portare la società al delisting salvo poi tirarsi indietro, facendo incorrere Musk in un'inchiesta Sec per manipolazione del mercato.

La vicenda risale al 2018, quando il numero uno dell'azienda leader nei veicoli elettrici scrisse su Twitter di avere "finanziamenti certi" per delistare Tesla quando fosse arrivata al prezzo di 420 dollari per azione. Valore stratosferico, se si considera che all'epoca la società quotava appena 22 dollari (oggi ne vale 106). In una sola seduta però il titolo schizzò dell'11%, superando quota 25.

Lo scorso anno, a maggio, un giudice statunitense ha stabilito che il tweet del 2018 era nebuloso e avventato, poiché "all'epoca non c'era nulla di concreto" sull'intenzione d'investimento del fondo saudita.

Per chiudere quella vicenda, scrive MF-Milano Finanza, Musk e Tesla hanno dovuto pagare entrambi 20 milioni di dollari di multa alla Sec per manipolazione del mercato e il ceo si è dovuto dimettere da presidente.

Secondo Musk il tweet non era fasullo. Infatti il ceo di Tesla ha dichiarato a più riprese che era stato raggiunto un accordo tramite "stretta di mano" con al-Rumayyan, e quindi con il fondo sovrano, per procedere a un delisting di Tesla. Tuttavia alcuni documenti, depositati presso il tribunale della California a inizio settimana, hanno rivelato come il rapporto tra Musk e al-Rumayyan si fosse interrotto a seguito di un articolo di Bloomberg in cui si affermava che il fondo saudita era semplicemente in trattative per il delisting, senza che ci fosse alcun atto ufficiale a certificarlo. Il processo a Musk inizierà il 17 gennaio e durerà per circa 10 giorni.

L'idea del miliardario è quella di costringere al-Rumayyan a presenziare al dibattimento e testimoniare sul presunto accordo. Intanto, non si abbassa la pressione su Tesla. Nella prima seduta di contrattazioni del 2023 il titolo ha perso il 12,2% a causa del flop nelle consegne di auto elettriche durante il quarto trimestre dello scorso anno, mentre ieri è partito un parziale recupero, con una crescita di circa il 4,5%.

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January 05, 2023 02:21 ET (07:21 GMT)

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