Energia: gioco al buio sulle batterie (CorSera)
20 Marzo 2023 - 09:11AM
MF Dow Jones (Italiano)
Indietro non si torna. A dispetto dell'impasse in Europa e delle
posizioni del governo contro lo stop ai motori termici al 2035, il
percorso di strutturazione di una filiera delle batterie in Italia
è avviato, anche se in ritardo rispetto a diversi Paesi europei
come Ungheria, Germania, Spagna.
Il fabbisogno - tenendo ferma la scadenza di qui a 12 anni - per
l'Europa è importante: 12 milioni di accumulatori corrispondenti a
mille gigawattora (oggi la produzione è di 50 gigawattora). Grande
lo sforzo dell'Unione europea per diventare autonoma sulla filiera.
Uno studio di Transport&Environment stima che nel 2027 il 100%
delle batterie e il 67% dei catodi saranno prodotti nel Vecchio
continente, mentre il litio raffinato sarà il 50%. Certo, ora
bisogna fare i conti con l'impatto dell'Ira, le misure del governo
Usa per attrarre investimenti, si legge su L'Economia del Corriere
della Sera.
La cinese Byd starebbe vagliando dove insediare una gigafactory.
I Paesi considerati sarebbero Germania, Francia, Ungheria, Polonia
e Spagna. Nei programmi di Volkswagen ci sono sei fabbriche di
batterie. Hanno già trovato un approdo tre progetti: uno a
Salzgitter, in Germania, uno a Valencia, in Spagna e uno a St
Thomas, in Canada. Tesla ha appena annunciato una nuova gigafactory
in Messico. Stellantis starebbe decidendo dove installare la
gigafactory per le auto elettriche di piccole dimensioni e, secondo
le indiscrezioni di alcuni giornali spagnoli, una trattativa
sarebbe aperta con il governo di Madrid.
In Italia i progetti di gigafactory sono principalmente quattro.
"Il problema è che la velocità di realizzazione resta un fattore
fondamentale", dice Giuseppe Corcione, ceo e fondatore
dell'emiliana Reinova, specializzata nel collaudo e riciclo di
batterie, spiegando che "gli stabilimenti che hanno bisogno di più
di tre anni per essere realizzati rischiano di essere superati
dall'arrivo di nuove tecnologie". Al momento il progetto più
rilevante è quello che Acc Automotive Cell Company - joint venture
tra Stellantis, Total e Mercedes Benz - realizzerà a Termoli, in
Molise, dove l'ex Lingotto sta spegnendo i cambi e i motori Fire,
T4, V6 e Gse ibridizzabile. Investimento da 7 miliardi, più 370
milioni di euro dal governo targati Pnrr, ma non ancora deliberati
perché occorrono passaggi con Invitalia e Bruxelles per evitare di
essere classificati come aiuti di Stato.
Non solo Stellantis. La superfabbrica italiana è la terza punta
di un progetto Acc che comprende Douvrin in Francia (per cui
l'Eliseo ha stanziato 846 milioni di euro) e Kaiserslautern in
Germania (a cui Berlino ha versato 437 milioni). Termoli inizierà
nel 2026 e anch'essa sarà avviata nel 2030. Per far posto alle
batterie, nel primo quadrimestre del 2024 in Molise, dove lavorano
2.100 tute blu, cesserà l'assemblaggio dei cambi: 400 lavoratori in
esubero. Poi toccherà nel 2026 al motore Fire (mille operai) e così
via fino al 2030. Ognuno dei tre blocchi della gigafactory
impiegherà 600 persone, che dovranno essere formate; restano dunque
fuori oltre 300 metalmeccanici.
Un secondo progetto è quello di Seri industrial a Teverola, in
provincia di Caserta. Qui è già operativo uno stabilimento di
batterie al litio da 350 megawatt per anno, 150 i dipendenti. Ma
gli obiettivi sono ambiziosi. L'intenzione è di arrivare a 8,5
gigawattora entro il 2024. Non si tratta di batterie per auto, ma
di accumulatori per la trazione industriale e lo storage
(soprattutto dell'energia prodotta da fonti rinnovabili) e trazione
industriale. In tutto il gruppo oggi dà lavoro a 900 persone, ma
l'obiettivo è salire a 1.800 con il nuovo stabilimento. Da notare:
al progetto sono stati accordati fondi europei per 510 milioni
erogati in base all'avanzamento lavori.
C'è poi il progetto Italvolt inizialmente a Scarmagno, in
provincia di Torino. Il fondatore Lars Carlstrom ha abbandonato
l'idea di realizzare la gigafactory in Piemonte e ora punta al sito
ex Stellantis di Termini Imerese in Sicilia. Il problema sono le
risorse a disposizione: si parla di 5 milioni contro i 3 miliardi
necessari per realizzare un progetto per un potenza complessiva da
36 Gwh e duemila posti di lavoro. Di certo la solidità del piano
sarà verificata al tavolo al Mimit previsto per il sito di Termini
Imerese il prossimo 4 aprile. Per finire, un progetto ambizioso ma
rimasto ancora sottotraccia: quello di Fincantieri SI, controllata
di Fincantieri, e Faist Electronics. Insieme hanno costituito la
joint venture Power4Future, dedicata alla produzione di batterie al
litio. La giga fabbrica si trova a Piedimonte San Germano, in
provincia di Frosinone. E la partenza delle produzione è prevista a
giugno.
cos
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