Indietro non si torna. A dispetto dell'impasse in Europa e delle posizioni del governo contro lo stop ai motori termici al 2035, il percorso di strutturazione di una filiera delle batterie in Italia è avviato, anche se in ritardo rispetto a diversi Paesi europei come Ungheria, Germania, Spagna.

Il fabbisogno - tenendo ferma la scadenza di qui a 12 anni - per l'Europa è importante: 12 milioni di accumulatori corrispondenti a mille gigawattora (oggi la produzione è di 50 gigawattora). Grande lo sforzo dell'Unione europea per diventare autonoma sulla filiera. Uno studio di Transport&Environment stima che nel 2027 il 100% delle batterie e il 67% dei catodi saranno prodotti nel Vecchio continente, mentre il litio raffinato sarà il 50%. Certo, ora bisogna fare i conti con l'impatto dell'Ira, le misure del governo Usa per attrarre investimenti, si legge su L'Economia del Corriere della Sera.

La cinese Byd starebbe vagliando dove insediare una gigafactory. I Paesi considerati sarebbero Germania, Francia, Ungheria, Polonia e Spagna. Nei programmi di Volkswagen ci sono sei fabbriche di batterie. Hanno già trovato un approdo tre progetti: uno a Salzgitter, in Germania, uno a Valencia, in Spagna e uno a St Thomas, in Canada. Tesla ha appena annunciato una nuova gigafactory in Messico. Stellantis starebbe decidendo dove installare la gigafactory per le auto elettriche di piccole dimensioni e, secondo le indiscrezioni di alcuni giornali spagnoli, una trattativa sarebbe aperta con il governo di Madrid.

In Italia i progetti di gigafactory sono principalmente quattro. "Il problema è che la velocità di realizzazione resta un fattore fondamentale", dice Giuseppe Corcione, ceo e fondatore dell'emiliana Reinova, specializzata nel collaudo e riciclo di batterie, spiegando che "gli stabilimenti che hanno bisogno di più di tre anni per essere realizzati rischiano di essere superati dall'arrivo di nuove tecnologie". Al momento il progetto più rilevante è quello che Acc Automotive Cell Company - joint venture tra Stellantis, Total e Mercedes Benz - realizzerà a Termoli, in Molise, dove l'ex Lingotto sta spegnendo i cambi e i motori Fire, T4, V6 e Gse ibridizzabile. Investimento da 7 miliardi, più 370 milioni di euro dal governo targati Pnrr, ma non ancora deliberati perché occorrono passaggi con Invitalia e Bruxelles per evitare di essere classificati come aiuti di Stato.

Non solo Stellantis. La superfabbrica italiana è la terza punta di un progetto Acc che comprende Douvrin in Francia (per cui l'Eliseo ha stanziato 846 milioni di euro) e Kaiserslautern in Germania (a cui Berlino ha versato 437 milioni). Termoli inizierà nel 2026 e anch'essa sarà avviata nel 2030. Per far posto alle batterie, nel primo quadrimestre del 2024 in Molise, dove lavorano 2.100 tute blu, cesserà l'assemblaggio dei cambi: 400 lavoratori in esubero. Poi toccherà nel 2026 al motore Fire (mille operai) e così via fino al 2030. Ognuno dei tre blocchi della gigafactory impiegherà 600 persone, che dovranno essere formate; restano dunque fuori oltre 300 metalmeccanici.

Un secondo progetto è quello di Seri industrial a Teverola, in provincia di Caserta. Qui è già operativo uno stabilimento di batterie al litio da 350 megawatt per anno, 150 i dipendenti. Ma gli obiettivi sono ambiziosi. L'intenzione è di arrivare a 8,5 gigawattora entro il 2024. Non si tratta di batterie per auto, ma di accumulatori per la trazione industriale e lo storage (soprattutto dell'energia prodotta da fonti rinnovabili) e trazione industriale. In tutto il gruppo oggi dà lavoro a 900 persone, ma l'obiettivo è salire a 1.800 con il nuovo stabilimento. Da notare: al progetto sono stati accordati fondi europei per 510 milioni erogati in base all'avanzamento lavori.

C'è poi il progetto Italvolt inizialmente a Scarmagno, in provincia di Torino. Il fondatore Lars Carlstrom ha abbandonato l'idea di realizzare la gigafactory in Piemonte e ora punta al sito ex Stellantis di Termini Imerese in Sicilia. Il problema sono le risorse a disposizione: si parla di 5 milioni contro i 3 miliardi necessari per realizzare un progetto per un potenza complessiva da 36 Gwh e duemila posti di lavoro. Di certo la solidità del piano sarà verificata al tavolo al Mimit previsto per il sito di Termini Imerese il prossimo 4 aprile. Per finire, un progetto ambizioso ma rimasto ancora sottotraccia: quello di Fincantieri SI, controllata di Fincantieri, e Faist Electronics. Insieme hanno costituito la joint venture Power4Future, dedicata alla produzione di batterie al litio. La giga fabbrica si trova a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone. E la partenza delle produzione è prevista a giugno.

cos

 

(END) Dow Jones Newswires

March 20, 2023 03:56 ET (07:56 GMT)

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