Assicurazioni: i rischi in compagnia (Mi.Fi)
03 Aprile 2023 - 9:15AM
MF Dow Jones (Italiano)
La crisi bancaria iniziata con la bancarotta di Svb, proseguita
con il salvataggio di Credit Suisse e lo scivolone di Deutsche
Bank, si è ricomposta velocemente. Merito dell'intervento delle
banche centrali e dei governi che sono riusciti a convincere i
mercati che non siamo alla vigila di una stagione di fallimenti
bancari come avvenuto nel 2008. Vicino anche il salvataggio di
Eurovita. Verrà, infatti, trovata una soluzione di sistema per la
compagnia assicurativa italiana, ora in amministrazione
straordinaria, entrata in crisi ancora prima della californiana
Svb, ma per le stesse ragioni, ovvero il disallineamento temporale
tra raccolta e impieghi di capitale. Già perché non sono solo le
banche ad avere talloni d'Achille.
MF-Milano Finanza scrive che l'attuale contesto macroeconomico
rende Morgan Stanley molto cauta nei confronti delle compagnie
assicurative europee con un'elevata e/o crescente esposizione al
credito e agli asset illiquidi (attività come mutui, prestiti,
debito privato, private equity e immobili). «Rimaniamo costruttivi
sul settore assicurativo europeo in quanto le società presentano
bilanci solidi con un coefficiente Solvency II del 217% e un
interessante rendimento del free cash flow, pari all'11% circa al
2024, a sostegno di un rendimento totale del capitale dell'8% al
2024. Tuttavia, c'è un rischio che vediamo per le assicurazioni: è
il rischio di credito collegato ai bond liquidi BBB e a quelli
illiquidi», spiega Ashik Musaddi, analista di Morgan Stanley.
L'esposizione complessiva a queste due categorie di asset per le
compagnie assicurative che l'esperto copre è pari a circa 1,1
trilioni di euro e quindi le persistenti preoccupazioni per il
rischio di credito potrebbero nuocere al comparto.
Sotto la lente di ingrandimento sono finite, infatti, sia
l'esposizione agli immobili commerciali: Generali, Axa e Ageas sono
le società con la più alta leva finanziaria sul settore immobiliare
(la leva media è del 70% e del 42%, rispettivamente, su base Ifrs e
su base fondi propri) sia ai bond corporate che rappresentano circa
il 28% degli investimenti totali delle compagnie. Più in dettaglio,
tra le obbligazioni corporate quotate, Morgan Stanley ha una
visione prudente su quelle con rating BBB a causa del rischio di un
declassamento a un livello inferiore a quello di investment grade.
Sebbene al momento un cambio del rating non sia per l'analista
della banca d'affari fonte di preoccupazione, la precedente analisi
del 2019 indicava che il maggior potenziale impatto negativo sulla
solvibilità del settore è un downgrade da BBB ad high yield.
«Considerando l'elevata volatilità macro, il forte aumento dei
tassi di interesse, i recenti problemi del settore bancario e un
potenziale credit crunch, è importante essere consapevoli
dell'esposizione a quest'asset class», avverte Musaddi. «In media,
le obbligazioni BBB o high yield costituiscono il 51% dei
portafogli di obbligazioni corporate delle compagnie contro il 50%
del primo semestre 2022. Munich Re, Generali e Swiss Re hanno la
quota più alta di obbligazioni BBB o con rating più basso nel loro
portafoglio. Generali ha, invece, la quota più alta di obbligazioni
con rating BBB tra i competitor. Ci sono anche i bond emessi dal
settore finanziario in pancia alle compagnie, rappresentano in
media il 32% delle obbligazioni corporate, e una parte
significativa di queste è probabilmente costituita dalle
obbligazioni emesse dalle banche europee. Ma niente panico.
L'esposizione ai bond Additional Tier 1 (quelli che Credit Suisse
ha dovuto svalutare a zero nell'ambito della fusione con Ubs) è
generalmente bassa e le assicurazioni europee sembrano detenere la
maggior parte della loro esposizione in obbligazioni bancarie
senior. Rischio gestibile, quindi. Come quello verso i titoli di
Stato.
Ne sanno qualcosa Poste Italiane e Generali, le più esposte ai
Btp. Una sfida per i coefficienti di solvibilità, in quanto un
aumento dello spread può portare a un calo del coefficiente
Solvency II. Ma Musaddi non vede nessun rischio Italia, per ora, e
consiglia di sovrappesare (overweight) in portafoglio Poste
Italiane (target price a 14,8 euro, rendimento del dividendo a
valere sul bilancio 2023 del 7,3%) insieme ad Allianz, Axa, Aviva,
M&G, Prudential, St James's Place, NN Group, Munich Re, Scor
Re, Beazley e Hiscox. Underweight (sottopesare), invece, su
Phoenix, Swiss Re, Admiral, Lancashire e l'italiana Generali
(target price a 18 euro, rendimento del dividendo a valere sul
bilancio 2023 del 6,8%), tra le più esposte agli asset illiquidi,
ai corporate bond e agli immobili.
pev
(END) Dow Jones Newswires
April 03, 2023 03:00 ET (07:00 GMT)
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