ADVFN ADVFN

Non abbiamo trovato risultati per:
Assicurati di aver scritto correttamente o prova ad allargare la ricerca.

Più Attivi

Toplist

Sembra che tu non sia connesso.
Clicca il pulsante qui sotto per accedere e visualizzare la tua cronologia recente.

Caratteristiche principali

Icon for discussion Registrati per interagire nei nostri forum attivi per discutere con investitori con idee simili.

DAX, CAC, FTSE100, Le borse europee arretrano tra dubbi sulla Fed e dati deboli dalla Cina

14 Novembre 2025 10:51AM

I mercati azionari europei sono scesi venerdì, interrompendo una settimana perlopiù positiva, mentre gli investitori sono diventati più cauti sul quadro economico globale e sulle minori probabilità di un ulteriore taglio dei tassi da parte della Federal Reserve entro fine anno.

Alle 08:10 GMT il DAX tedesco perdeva lo 0,4%, il CAC 40 francese lo 0,5% e il FTSE 100 britannico l’1,1%. Nonostante il calo odierno, tutti e tre gli indici rimangono avviati verso un bilancio settimanale positivo, sostenuti nei giorni scorsi dal ritorno dell’appetito per il rischio dopo la riapertura del governo statunitense.

Attese di taglio dei tassi Fed ridimensionate

Il sentiment europeo ha risentito della chiusura negativa di Wall Street, con il NASDAQ Composite in calo del 2,3%, penalizzato soprattutto dai titoli tecnologici ad alta crescita, mentre gli operatori hanno ridotto le attese di un allentamento della politica monetaria a dicembre e messo in discussione valutazioni elevate legate all’intelligenza artificiale.

Commenti hawkish da parte di diversi membri della Fed hanno ulteriormente offuscato la possibilità di un taglio a dicembre. Alberto Musalem, presidente della Fed di St. Louis, ha avvertito che la banca centrale ha margini limitati per allentare senza rischiare un eccessivo stimolo, mentre Beth Hammack, presidente della Fed di Cleveland, ha sostenuto che la politica monetaria debba restare restrittiva per continuare a frenare l’inflazione. Neel Kashkari, presidente della Fed di Minneapolis, ha dichiarato a Bloomberg di aver osteggiato un taglio il mese scorso e di essere ancora incerto riguardo a dicembre.

Secondo il FedWatch del CME Group, la probabilità di un taglio di 25 punti base il 10 dicembre è ora poco sopra il 50%, in calo dal 63% del giorno precedente.

La frenata della Cina pesa sul sentiment

Il clima si è ulteriormente deteriorato dopo i dati deludenti provenienti dalla Cina. La produzione industriale è cresciuta solo del 4,9% su base annua a ottobre, il ritmo più lento da agosto 2024, mentre le vendite al dettaglio sono aumentate del 2,9%, il livello più debole dallo scorso agosto. Le cifre evidenziano una domanda interna ancora fiacca nella seconda economia mondiale, un mercato cruciale per molti esportatori europei.

Pesano anche le preoccupazioni sull’economia statunitense, con il rallentamento amministrativo del governo che dovrebbe frenare l’attività nella maggiore economia globale.

La crescita dell’area euro rimane modesta: i dati attesi per oggi dovrebbero mostrare un aumento del PIL dello 0,2% nel terzo trimestre, dopo lo 0,1% nel secondo.

Allianz, Swiss Re, Richemont e Melrose pubblicano conti solidi

Sul fronte societario, Allianz (TG:ALV) ha alzato le stime di utile operativo per l’anno grazie a risultati record nel terzo trimestre e nei nove mesi.

Swiss Re (TG:SR9) ha registrato un utile di 4 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2025, sostenuto da una migliore redditività nell’area property & casualty e da minori perdite catastrofali.

Richemont (TG:RITN) ha superato le attese con vendite trimestrali in crescita del 14% a cambi costanti nel periodo luglio–settembre, mentre il gruppo attende l’esito dei negoziati tariffari tra Svizzera e Stati Uniti dopo l’annuncio di dazi del 39% da parte del presidente Trump sulle importazioni svizzere.

Melrose Industries (LSE:MRO) ha comunicato una crescita dei ricavi del 14% nei quattro mesi fino al 31 ottobre, trainata dalla divisione Engines.

Balzo del petrolio dopo l’attacco al porto russo

I prezzi del petrolio sono balzati dopo un attacco ucraino con droni a un deposito nella città portuale russa di Novorossiysk, sollevando timori per l’offerta globale.

Il Brent è salito dell’1,5% a 63,97 dollari al barile, mentre il WTI è avanzato dell’1,7% a 59,67 dollari.
Nonostante il rialzo, entrambe le principali categorie restano avviate a chiudere la settimana con guadagni modesti dopo che l’OPEC ha previsto un lieve surplus di offerta globale nel 2026.

Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
Alcune parti di questo contenuto potrebbero essere state generate o supportate da strumenti di intelligenza artificiale (IA) e sono state revisionate per accuratezza e qualità dal nostro team editoriale.