Acea: Caltagirone esce dal capitale di Suez (Giornale)
02 Dicembre 2020 - 9:36AM
MF Dow Jones (Italiano)
Francesco Gaetano Caltagirone ha ceduto il 3,54% di Suez,
uscendo dal gruppo francese che in Italia è il secondo azionista,
con il 23,3%, di Acea, la multiutility di Roma. Di conseguenza
Francesco Caltagirone (figlio dell'Ingegnere) si è dimesso dal
consiglio e dal comitato esecutivo di Suez. Il gruppo Caltagirone
ha confermato l'operazione al Giornale.
La cessione è avvenuta qualche settimana fa, dopo l'annuncio
dell'Opa totalitaria di Veolia su Suez (che fa par te del gruppo
Engie), che ha fatto lievitare il prezzo del titolo dai 10-12 euro
fin sopra i 16. Per Caltagirone, dal lato finanziario, è stato un
ottimo affare: il 3,54% derivava dalla conversione in azioni Suez
nel 2016 di una parte della quota detenuta direttamente in Acea, il
10,8%, con un premio che ha generato una plusvalenza di circa 118
milioni per la holding dell'Ingegnere. Mentre con la vendita
recente della quota Suez la plusvalenza è stimata nell'ordine di
altri 50 milioni.
Dal lato strategico le cose sono più complesse: Caltagirone
entra in Suez nel 2016 - quando Virginia Raggi diventa sindaco (il
Comune di Roma controlla Acea con il 51%) - per alleggerire la
quota diretta in Acea (dal 15,8 al 5%), diventando però il terzo
socio del gigante transalpino (dopo l'Eliseo e gli spagnoli di
CriteriaCaixa). Una scelta strategica per un'operazione che doveva
molto all'ottimo rapporto tra Caltagirone e Jean-Louise Chaussade,
il numero uno del gruppo che ha segnato le scelte strategiche
energetiche degli ultimi anni e che ha coinvolto i Caltagirone ai
massimi livelli decisionali.
Chaussade ha però lasciato Suez a fine 2019, sostituito da
Bertrand Camus, un manager che avvia percorsi diversi e che, a
inizio 2020, inserisce nella prima linea Julian Waldron, con il
ruolo di vicepresidente e con la delega per la finanza. Il cambio
di management, secondo fonti estere, non avrebbe avuto il pieno
appoggio di Caltagirone. Il quale, con l'arrivo dell'Opa di Veolia,
annunciata a settembre, ha approfittato della ripresa del titolo
per chiudere la sua avventura in Suez. Secondo fonti finanziarie
italiane, invece, l'uscita da Suez con la finestra dell'Opa di
Veolia non è altro che la fine di un ciclo strategico avvenuta
grazie a un'ottima opportunità. Tanto che, notano le stesse fonti,
il rapporto tra Caltagirone e Suez in Acea resta ottimo, con la
sola differenza che dopo essersi tenuto per 4 anni al piano di
sopra, torna ora a svolgersi a quello di sotto.
Di sicuro la svolta manageriale in Suez, il cui vertice si sta
opponendo all'Opa Veolia, non è però stata del tutto indolore,
soprattutto in Francia. Intanto perché il governo, che controlla
Engie, non opponendosi all'Opa di Veolia non ha difeso il nuovo
management di Suez. Ma poi perché l'influente Waldron è arrivato al
cuore di Suez portandosi dietro i riflessi legati al suo precedente
incarico (2008-2017) come direttore finanziario di Technip. Una
società francese indagata e poi sanzionata dal Dipartimento di
Giustizia Usa per violazioni reiterate della normativa
anticorruzione Fcpa della sua filiale statunitense - 296 milioni di
multa - nel cui board sedeva lo stesso Waldron.
I documenti statunitensi raccontano di pagamenti ad attività
illegali in Brasile tramite società in paradisi fiscali; nello
specifico si parla di mazzette per decine di milioni di dollari
pagate a funzionari della statale verde-oro Petrobras e del PT, il
Partito dei Lavoratori degli ex presidenti Lula da Silva e Dilma
Rousseff. Movimenti di cui Waldron, all'epoca anche amministratore
della filiale Usa della società transalpina, non si è evidentemente
accorto. Nella Technip Usa, dal 2011 al 2014, è stato assunto
Daniel Duque, figlio di Renato de Souza Duque, il più importante
imputato nello scandalo tangentidi Petrobras. E dell'attività della
filiale statunitense di Technip in Brasile si è parlato ancora nel
giugno scorso, quando in seguito agli accordi di risarcimento
connessi alla Lava Jato (la Mani Pulite brasiliana in cui la
Technip Usa è stata coinvolta), la società ha restituito a
Petrobras 265 milioni di reais, quasi 100 milioni di euro.
vs
(END) Dow Jones Newswires
December 02, 2020 03:21 ET (08:21 GMT)
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