La decisione che prenderà Bruxelles in materia di aiuti
di Stato ad Alitalia non lascerà a terra la newco Ita.
Nell'imminenza del
verdetto, fonti legali impegnate nel dossier disinnescano il
timore più
grande, che riguarda l'impatto sul decollo di Ita.
Si tratta di capire, infatti, se Alitalia, dopo aver beneficiato
di
prestiti ponte per 1,3 miliardi di euro complessivi, sarà
davvero
obbligata a restituirli allo Stato, con tanto di interessi, e
soprattutto
se Ita sarà esposta a contraccolpi. «Il rischio che la multa
possa gravare
su Ita e condizionarne il futuro, non c'è», conferma a MF-Milano
Finanza
un'autorevole fonte legale impegnata nel lungo negoziato con
Bruxelles, «e
il motivo è nell'esistenza stessa di Ita, in quanto società a sé
stante.
C'è ormai certezza che la Commissione europea bollerà quei
prestiti come
aiuti di Stato, ma abbiamo anche la convinzione che venga
riconosciuta la
discontinuità. Il destinatario della decisione europea è lo
Stato, che
deve procedere al recupero del suo credito. Alitalia non ha le
risorse, ma
lo Stato azionista non avrà modo di rivalersi su Ita, perchè la
cessione
degli asset dalla compagnia in amministrazione straordinaria
alla newco
non avverrà in continuità. Sono due capitoli che resteranno ben
distinti,
di questo siamo certi».
Ma proprio sulla fondamentale garanzia della discontinuità c'è
chi
sottolinea l'accanimento della Commissione europea, e in
particolare della
DG Competition, su alcuni aspetti. Come Giovanni Fiori
commissario
liquidatore dell'Alitalia finita in amministrazione
straordinaria nel
2008, ordinario di Economia aziendale alla Luiss, presidente del
collegio
sindacale di Mediaset, Luxottica, Astaldi, Saipem e Italo Treno.
«Rispetto
a una società in amministrazione straordinaria, un soggetto
nuovo come Ita
è automaticamente in discontinuità, perché ha una compagine
azionaria
diversa, non è gravato dai debiti. Non si comprendono allora
alcune
richieste di Bruxelles», spiega a MF-Milano Finanza, «imporre a
Ita di
rinunciare al marchio è una condizione esageratamente punitiva,
che
danneggerebbe gravemente Ita. Il marchio è imprescindibile,
rappresenta
l'essenza della compagnia. Stesso discorso per gli slot. La
newco dovrebbe
lasciare la metà di quelli di Linate ai concorrenti, mentre
Lufthansa e
Air France sono state graziate, con richieste decisamente più
leggere, a
fronte di aiuti finanziari pubblici per diversi miliardi di
euro.
Legittimo chiedere a Ita di cedere qualche slot, ma l'entità
della misura
deve essere proporzionata», osserva Fiori.
Intanto ieri l'amministratore delegato della newco, Fabio
Lazzerini, è
tornato sulla lettera con la proposta di acquisto del ramo volo
da
Alitalia, in via diretta. «Non l'abbiamo inviata ai commissari,
è una
bozza che però sintetizza bene le nostre intenzioni. Una cosa
deve essere
chiara. Più della partenza vera e propria della newco, l'aspetto
più
importante è avere il controllo commerciale di Alitalia: per
rassicurare i
passeggeri e proteggere la stagione estiva», ha detto il
manager,
confermando comunque che la newco potrebbe decollare in 60-90
giorni, a
patto che l'azionista Mef proceda con il primo aumento di
capitale, visto
che per il momento la società ha società ha ricevuto solo la
dote iniziale
di 20 milioni di euro.
fch
(END) Dow Jones Newswires
April 30, 2021 02:46 ET (06:46 GMT)
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