È improbabile che il Governo argentino raggiunga un accordo con il Fondo monetario internazionale per rimborsare 44 miliardi di dollari di debito prima delle elezioni di ottobre, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier a Dow Jones Newswires.

Le controparti speravano di trovare un'intesa entro maggio ma finora non ci sono state discussioni sostanziali con l'Fmi su questioni chiave come il modo in cui il Paese intende frenare la spesa pubblica per mettere in sicurezza le finanze di Buenos Aires. "I colloqui non hanno raggiunto quella fase in cui si capisce che l'affare verrà concluso in pochi mesi. Ci sono stati pochissimi progressi", puntualizza una delle fonti.

L'Argentina è praticamente "al verde", con solo 5 miliardi di dollari in contanti e riserve auree disponibili per il pagamento del debito. L'anno scorso il Paese ha siglato un accordo con gli obbligazionisti privati per posticipare pagamenti per 65 miliardi di dollari, ma deve trovare ancora un'intesa con l'Fmi se spera di riottenere l'accesso ai mercati del debito internazionali.

L'economia argentina era già in recessione prima della pandemia e l'anno scorso il Pil è sprofondato del 10%, una delle peggiori contrazioni al mondo. Il Fondo monetario internazionale si aspetta un rimbalzo del 4,5% quest'anno.

Il Governo argentino vuole che l'Fmi posticipi i pagamenti del debito per almeno un decennio, compresi i quasi 5 miliardi di dollari dovuti quest'anno. Tuttavia quanto emerso dal panorama politico argentino nelle ultime settimane sembra indicare con sempre maggiore chiarezza che il presidente Alberto Fernandez non vuole accettare tagli alla spesa come parte dell'accordo, complicando le trattative col Fondo.

"Cercherò di trovare un accordo con l'Fmi, ma non voglio un accordo che costerà agli argentini più di quanto hanno già dovuto sopportare", ha affermato Fernandez in una conferenza stampa martedì a Città del Messico.

Un portavoce del Fondo ha puntualizzato che proseguono "discussioni informali molto attive e costruttive" con le autorità argentine e che le controparti stanno lavorando "alla definizione di un piano economico che potrebbe essere sostenuto da un programma del fondo". Il portavoce ha però ammesso che non è stata ancora fissata una data per una missione formale di economisti senior dell'Fmi per valutare le finanze del Paese, elemento imprescindibile per giungere a un qualsiasi tipo di accordo.

I sondaggi mostrano che i peronisti hanno la possibilità di ottenere la maggioranza nelle elezioni di ottobre, ma eventuali tagli alla spesa potrebbero rivelarsi profondamente impopolari in un momento in cui il tasso di consenso per Fernandez è già in calo.

Il ministro delle Finanze argentino Martin Guzman si è detto ottimista sul fatto che la ripresa economica quest'anno possa stimolare la crescita abbastanza da riempire le casse del Governo e ridurre il deficit di bilancio al 6% circa della produzione economica dall'8,5% del 2020. Tuttavia molti economisti ritengono che prima o poi l'esecutivo dovrà fare scelte dolorose. La spesa pubblica è attualmente pari a quasi il 47% della produzione economica annuale, rispetto al 30% circa di gran parte degli anni '80, '90 e dell'inizio degli anni 2000.

"È improbabile che una modesta ripresa possa migliorare significativamente i conti" del Paese, commenta Arturo Porzecanski, professore di economia internazionale dell'American University di Washington. "Qualsiasi analisi della situazione fiscale argentina mostra che l'elevata spesa pubblica è il vero problema".

alb

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February 25, 2021 10:17 ET (15:17 GMT)

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