Aspi: banche al fianco di Cdp (Sole)
16 Ottobre 2020 - 8:33AM
MF Dow Jones (Italiano)
Prosegue, serrato, il lavoro dei consulenti di Cdp per
presentare ad Atlantia, al più tardi lunedì 19 ottobre, un'offerta
per l'88% di Autostrade per l'Italia. E in proposito, scrive Il
Sole 24 ore, si starebbe già ragionando sulla quota di capitale da
mettere sul piatto e le relative richieste di finanziamento. A
riguardo ci sarebbero già diverse banche schierate, tra le quali
ovviamente UniCredit, già advisor di Cassa, assieme a Citi nella
partita.
Individuata la modalità di realizzazione dell'operazione -ossia
la creazione di due distinte newco, una per presentare l'offerta
con la partecipazione anche di soggetti esteri e un veicolo
esclusivamente italiano che ha in mano il controllo del primo- ora
va definito il prezzo e quanto mettere sul piatto in termini di
equity e conseguentemente di debito. Rispetto alla valorizzazione,
si sta ragionando sulla scorta del piano economico finanziario
concordato tra Autostrade e il ministero delle Infrastrutture. Il
metodo impiegato per definire il valore sarà quello del discount
cash flow e in quest'ottica sono in molti a ritenere che 8-9
miliardi possa essere un range di prezzo plausibile.
Sulla scia di queste prime evidenze si starebbero già mettendo
su carta i primi punti della proposta. Tuttavia, c'è il rischio che
si frapponga un nuovo ostacolo al buon esito dell'intesa. Atlantia,
nella lettera inviata a Cdp per sollecitare una proposta entro
domenica 18 ottobre, ha esplicitamente richiesto che questa abbia
carattere vincolante. Difficile, tuttavia, che Cassa possa
presentare un'offerta binding sulla base di un pef ancora non
approvato dal Mit. Comprensibile dunque la volontà dell'ente di
procedere con una proposta non vincolante.
Atlantia, però, ha chiesto un impegno binding perché il
consiglio, per poter rinviare l'assemblea per la scissione di Aspi
convocata per fine mese, ha bisogno di qualcosa di concreto da
valutare. Va detto, tuttavia, che la società quando ha comunicato
l'avvio del processo di dual track per la valorizzazione dell'asset
(ossia vendita dell'88% o separazione) aveva precisato che anche in
presenza di una delibera positiva dell'assise sulla scissione si
sarebbe mossa per chiedere la revoca del voto dei soci, se mai
fosse arrivata sul tavolo una proposta allettante riguardo la
cessione. Certo, è comunque una procedura più complicata e peraltro
dall'esito non scontato. Ecco perché, in linea di principio,
sarebbe meglio procedere con il rinvio della riunione.
Nella lettera, d'altra parte, la holding ha anche sottolineato
che, nel caso in cui il pef dovesse essere modificato in maniera
sostanziale nel corso della trattativa, entrambe le parti
potrebbero ritenersi reciprocamente libere. Insomma, possibilità di
aggirare quello che al momento appare come un nuovo scoglio ci
sono. Da capire se ci sarà anche la volontà delle parti di trovare
un nuovo compromesso e rispetto a ciò cruciale sarà il contenuto
dell'offerta.
Nel frattempo, riguardo ai partner, sul fronte italiano accanto
a Cdp sembrano essersi schierati Poste Vita e le Casse
previdenziali. Fredda, invece, la reazione di F2i. Da capire poi se
la partita possa interessare anche altri big del settore
assicurativo, come Generali o UnipolSai, stante peraltro la
presenza di Allianz in Aspi. Riguardo gli stranieri Blackstone è
certamente il favorito, ma nei mesi scorsi oltre a Macquarie si
sono fatti aventi sul dossier altri sette soggetti dal profilo
internazionale.
vs
(END) Dow Jones Newswires
October 16, 2020 02:18 ET (06:18 GMT)
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