Con la pandemia l'innovazione tecnologica e la trasformazione digitale sono diventati temi centrali nei piani industriali delle assicurazioni. Ma, in assenza di poli aggreganti nell'insurtech, c'è il rischio che solo i big riescano ad avere risorse e competenze per innovare.

A scattare la fotografia è la ricerca condotta da Iia, l'Italian InsurTech Association, e EY, in collaborazione con Sas dalla quale emerge che ad oggi il 35% delle compagnie ha nominato un chief innovation officer che nel 74% dispone di un team dedicato di oltre dieci persone. Qualcosa insomma si sta muovendo: l'80% del campione ha dichiarato di avere avviato percorsi di formazione dedicati all'innovazione, e nel 60% dei casi sono rivolti a tutti i dipendenti. Dall'analisi emerge poi chiaramente che il lockdown ha influenzato il rapporto tra le compagnie assicurative e i clienti. Con il blocco della circolazione il 79% dei clienti ha comunicato con la propria assicurazione attraverso contact center, chatbot e strumenti di videochat, mentre il restante 21% si è affidata al telefono.

Il maggior uso dei canali digitali non sembra però riguardare le sottoscrizioni: il 30% degli intervistati ritiene invariata l'entità delle sottoscrizioni online, mentre il 41% ha osservato una crescita limitata (sotto il 10%). La pandemia ha anche spinto le compagnie a creare nuovi prodotti che tengano conto delle nuove esigenze dei clienti: il 72% delle compagnie ha lanciato prodotti ad hoc per fare fronte all'emergenza. E nel lungo periodo, il 35% degli intervistati si aspetta un incremento nel numero di sottoscrizioni e quasi la metà (48%) una richiesta di coperture più estesa, data la maggiore necessità di protezione avvertita dai consumatori.

Innovazione che potrebbe rivelarsi utile anche a far crescere il mercato assicurativo danni italiano con il rapporto tra premi incassati e pil tra i più bassi d'Europa. Per quanto riguarda la presenza di un budget dedicato all'innovazione, il 75% ha previsto una soglia di spesa, e per quasi la metà (48%) del campione è superiore al milione. «Come è naturale aspettarsi, la propensione alla spesa aumenta in base alle dimensioni della compagnia e alla raccolta premi, con i due terzi dei player più grandi, con premi superiori ai 5 miliardi, che riservano all'innovazione più di 1 milione di euro l'anno», osserva Simone Brandimarte, presidente dell'Italian InsurTech Association.

fch

 

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January 27, 2021 03:06 ET (08:06 GMT)

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