Lorenzo Wittum, amministratore delegato e presidente di AstraZeneca Italia, in un'intervista esclusiva a ClassCnbc, ha dichiarato: "capiamo la decisione presa dal governo Draghi, ribadiamo l'impegno a fornire (in Italia) 5 milioni di voi nel primo trimestre e 20 milioni nel secondo. I dati del Regno Unito evidenziano un calo dei ricoveri del 94%".

Domanda: Sulla dose singola devono decidere le autorità, alle 12 settimane dalla prima l'efficacia è superiore all'80%

Risposta: "Capiamo perfettamente la decisione (presa dal Governo italiano) vista anche la situazione che abbiamo in Europa", dice in un'intervista esclusiva a ClassCnbc, Lorenzo Wittum, ad di Astrazeneca Italia, spiegando ai microfoni dell'emittente che cosa sia successo: "Astrazeneca ha un contratto datato estate 2020 con l'Australia in cui c'è scritto chiaramente che nel secondo trimestre dell'anno ci sarà una produzione locale in Australia mentre nel primo trimestre la fornitura potrà avvenire da altri paesi, incluso l'Europa. Per questa ragione la società ha dovuto chiedere ai siti di produzione europea quest'esportazione di 250.000 dosi. Tecnicamente, visto che il prodotto finito si fa in Italia (Catalent ad Anagni) l'autorizzazione doveva essere fatta dall'Italia.

D. Le nuove regole prevedono che se non si rispettano le quote di approvvigionamento la stessa Unione può bloccarne l'esportazione.

R. "Ribadisco il nostro impegno totale a fornire le quantità che abbiamo previsto all'Unione Europea. Nel caso dell'Italia si tratta di 5 milioni nel primo trimestre, e 20 milioni nel secondo trimestre. Sono quantità che possono essere anche importate da altri Paesi e attualmente stiamo cercando di ottimizzare la nostra catena di produzione con tutti gli impianti che abbiamo nel mondo".

D. E' un obiettivo che considera realizzabile? A che punto siete adesso? Vedete la situazione migliorare nel secondo trimestre?

R. "A febbraio abbiamo già consegnato più di 1,5 milioni di dosi, stiamo lavorando giorno e notte per gestire l'impegno che abbiamo di questa produzione. Voglio ricordare che la produzione di un prodotto biologico come un vaccino è un processo complesso, la produttività sta aumentando ma siamo attualmente senza stop di sicurezza. Ogni dose che viene prodotta la mettiamo direttamente sul mercato. Però ci sono più di 100 test di qualità che facciamo su ogni lotto e quindi basta il ritardo di una test per far si che la data possa variare, possa variare il volume, però il nostro impegno rimane quello detto in precedenza".

D. Il governo italiano ha appena annunciato uno stanziamento di mezzo miliardo per creare un polo che possa produrre i vaccini nel nostro paese. Da questo punto di vista siete disposti a cedere in licenza la competenza tecnologica pere realizzarli in stabilimenti al di fuori dai vostri?

R. "Si, la grande maggioranza dei nostri stabilimenti sono stabilimenti dei partner ai quali abbiamo fatto il cosiddetto trasferimento tecnologico.

D. Cosa vuol dire? Mettere in condizione i partner di produrre secondo il processo che abbiamo disegnato.

R. "Per fari si che possiamo incontrare questi partner abbiamo bisogno di due elementi. Una capacità tecnica di produrre in grandi bio reattori, processo che tecnicamente si chiama processo di produzione in virus vivo, quindi non è un virus batterico, e ci vuole una certa capacità tecnica iniziale. Secondo, abbiamo bisogno di grandi volumi, cerchiamo partner in grado di produrre decine di milioni di dosi al mese visto il nostro impegno che abbiamo di produrre tre miliardi di dosi durante tutto il 2021 per tutto il mondo. Dò il benvenuto a quest'iniziativa del governo italiano e siamo a disposizione per verificare che ci siano dei partner in grado di soddisfare questa necessità".

D. Un altro aspetto: gli ultimi dati dicono che meno della metà delle dosi sono state inoculate e il resto sono ancora nei frigoriferi. Come spiega questa riluttanza, questa paura nei confronti di questo vaccino?

R. "Dovremmo chiederlo a chi sia gestendo la campagna vaccinale. Quello che posso dirle è che il vaccino è efficace e sicuro in tutte le fasce di popolazione, è maneggevole perché si conserva una temperatura fra i 2 e gli 8 gradi, quindi in un normale frigo, e così come sta dimostrando l'esperienza del Regno Unito, si sta dimostrando una potente arma per bloccare il virus".

D. Alcuni hanno paura che la sua capacità di copertura sia inferiore rispetto ad altri vaccini e aspettano di ricevere un vaccino prodotto da un'altra azienda.

R. Qualsiasi vaccino approvato dalla Ema è efficace e sicuro. Voglio condividere i dati del Regno Unito che sono stati pubblicati, in parte settimana scorsa e in parte all'inizio di questa settimana. Su milioni di cittadini vaccinati colmo vaccino. Dicono due cose molto chiare: c'è una riduzione importante dei ricoveri, del 94%, vuol dire che la carica sul sistema assistenziale è molto diminuita. Inoltre, funziona in tutte le fasce di età. I dati relativi ai pazienti al di sopra dei 70 anni confermano che l'efficacia di riduzione dei ricoveri è superiore all'80%".

D. Come vedete la possibilità che sia iniettata una prima dose e si attenda due o tre mesi per iniettare la seconda.

R. "Quello che posso dirle è che nel caso del vaccino di Astrazeneca il 40% dei soggetti che sono stati vaccinati nello studio clinico aveva un intervallo superiore alle otto settimane fra la prima e la seconda dose. Attualmente l'indicazione di utilizzo che c'è anche in Italia è di aspettare tre mesi perché abbiamo visto che alle 12 settimane l'efficacia sale superiore all'80%. Quindi se qualcuno si dovesse fare oggi il vaccino di Astrazeneca la seconda dose l'avrebbe il 5 di giugno. Per quanto riguarda la soluzione di utilizzare solamente una dose, effettivamente l'esperienza del Regno Unito ci dice che sembra una strategia molto efficace, però questa è una decisione che devono prendere le autorità regolatorie delle quali io ho la massima fiducia".

red

MF-DJ NEWS

0517:20 mar 2021

 

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March 05, 2021 11:21 ET (16:21 GMT)

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