Il vincitore del Gran Premio dell'auto si deciderà in tre tornanti: elettrificazione, digitale e Cina. Di qui al 2026 il progresso tecnologico renderà le vetture a batteria competitive sia nell'autonomia sia nel costo con i motori diesel e benzina. Entro cinque anni, prevede perciò Boston Consulting Group, oltre le metà dei veicoli venduti nel mondo sarà elettrico o ibrido. La svolta sarà brusca in Europa, dove il sorpasso verde già si annuncia grazie a incentivi e divieti dei governi.

In termini assoluti, però, l'accelerazione più forte sarà in Cina, responsabile di 20 dei 56 milioni di auto vendute l'anno scorso, oltre un terzo del mercato globale. Nel frattempo la tecnologia prenderà sempre più il volante, trasformando l'auto in un telefono con le ruote. Le applicazioni conteranno allora almeno quanto le prestazione del veicolo nelle scelte di acquisto dei consumatori. Per i costruttori è questo il momento di prendere posizione in vista di questi tornanti della storia dell'auto che determineranno il successo di Tesla, Volkswagen, Stellantis anche in borsa. Chi ha scelto la traiettoria migliore?

Stellantis. Il primo piano industriale arriverà entro la fine dell'anno. Il ceo Carlos Tavares ha più volte ribadito che la fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot è offensiva e non difensiva, quindi il mercato si aspetta sorprese. Di inventiva ne servirà parecchia per recuperare il ritardo siderale in Cina dove le due case hanno venduto poco più di 100 mila auto nel 2020 per una quota di mercato dello 0,5%. Potrà aiutare il network della taiwanese Foxconn, con cui Stellantis ha appena formato una joint-venture per sviluppare software per auto, complementare alla promettente collaborazione con la controllata di Google, Waymo, nella guida autonoma. Le piattaforme Psa potranno invece accelerare la transizione dei marchi Fca, ma per centrare l'obiettivo al 2030 di 70% di vendite elettriche in Europa occorrerà una profonda trasformazione della gamma, dei processi produttivi e della filiera di Stellantis. Se ne saprà di più dopo l'Electrification Day del prossimo 8 luglio. Confidando nella capacità di Tavares, il mercato ha premiato il titolo con un rialzo del 154% negli ultimi 12 mesi. Se il manager saprà realizzare i 5 miliardi di sinergie annuali promessi, Bank of America prevede che il titolo possa salire ancora del 24% fino a 19 euro, per un potenziale di rialzo quindi del 24%. Giudizio: buy.

Volkswagen. L'ambizione del ceo Herbert Diess è trasformare il teutonico costruttore nella Tesla europea: digitale, spigliato anche nella comunicazione, e soprattutto re dell'elettrico. Per riuscirci è pronta a investire 73 miliardi, abbastanza per sviluppare in proprio tecnologie, batterie e software senza ricorrere a scomode alleanze con big tech e colossi energetici. Il piano sta funzionando. Le vendite di auto elettriche sono triplicate nel 2020 e potrebbero arrivare al milione quest'anno grazie al traino della Cina dove ormai Volkswagen vende più auto che in Europa, controllando circa un quinto del mercato. Il punto debole? La capitalizzazione: nonostante il +61% messo a segno a Francoforte nell'ultimo anno, la casa di Diess vale in borsa un quarto della creatura di Elon Musk. Il divario rischia di rendere costoso per Volkswagen trovare le risorse per la monumentale lista della spesa, a meno di vendere in borsa una quota dei gioielli Porsche, Ducati o Lamborghini. Secondo BofA, il titolo ha un potenziale di rialzo del 23% fino ai 265 euro, ma il prezzo potrebbe salire o scendere a seconda dei volumi nel mercato elettrico e del conseguente fabbisogno di crediti verdi in Europa e Cina. Attenzione infine ai trader a stelle e strisce: se dovessero convincersi che è davvero la nuova Tesla, Volkswagen potrebbe mettere il turbo. Giudizio: neutral.

Daimler. Ad aprile la sua Mercedes Eqs ha sverniciato per clic su YouTube i video delle altre auto a batteria. Il piano 2021-2025 prevede 70 miliardi di investimenti su elettrificazione e digitalizzazione dei modelli. Ex manager di Formula 1, il ceo Ola Kallenius sta spingendo forte sull'acceleratore e conta di raggiungere il traguardo dell'intera elettrificazione della flotta prima del 2039. È il mercato del resto a fare il tifo: nel primo trimestre di quest'anno le vendite di auto alla spina e ibride hanno sfiorato le 60 mila unità pari al 10% del giro d'affari globale di Daimler. Merito anche della straordinaria crescita in Cina dove sull'onda dei successi in F1 le vetture Mercedes hanno folgorato i ricchi consumatori. Le ambizioni digitali di Daimler devono invece ancora tradursi in piani concreti e la joint-venture con Bmw nei servizi di mobilità condivisa ha conosciuto alterne fortune, suscitando qualche dubbio fra gli analisti. Per Bofa, comunque, il titolo vale almeno il 21,5% in più rispetto agli attuali 75 euro. Ritardi nell'elettrificazione o sanzioni per il dieselgate maggiori del previsto potrebbero però ridurre il guadagno del 134,7% dell'ultimo mese. Giudizio: Buy.

Bmw. Il Suv elettrico iX3 non ha al momento fatto breccia nel cuore dei clienti, lasciando scoperto un segmento decisivo per l'auto. Secondo BofA, le ricerche mensili sul web del modello sono sotto 10 mila, ben lontani dai numeri dei Suv rivali Audi, Tesla e Mercedes. Il ceo Oliver Zipse si può consolare con il boom di vendite in Cina, cresciute del 97,5% nel primo trimestre, più di ogni altro concorrente. L'ascesa asiatica fa anche dimenticare il calo del 5% subito in patria fra gennaio e marzo. Rispetto alle compatriote Daimler e Volskwagen, del resto, Bmw investirà la metà delle risorse in elettrificazione, guida autonoma e tecnologia di qui al 2025. Nonostante l'abilità di Zipse nello spendere al meglio le risorse disponibili, Bmw potrebbe aver in futuro bisogno di un partner per tenere il passo del gruppo di testa. Frattanto BofA assegna alla casa di Monaco un prezzo obiettivo di 71 euro che equivale a una bocciatura. Dopo il +67% dell'ultimo anno, infatti, il titolo viaggia intorno agli 85 euro, il 17% al di sopra delle convinzioni degli analisti. Rating: underperform.

fch

 

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May 24, 2021 03:07 ET (07:07 GMT)

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