B.Carige: offerte sotto la lente del Fitd, fari puntati sul cavaliere bianco
10 Gennaio 2022 - 11:38AM
MF Dow Jones (Italiano)
Oggi i fari del mercato sono puntati sul futuro di Banca Carige
e in particolare sulle mosse del Fondo Interbancario di Tutela dei
Depositi (Fitd) chiamato ad esaminare le offerte non vincolanti
arrivate per acquisire l'istituto genovese commissariato oltre due
anni fa.
Nel pomeriggio il Comitato di gestione dell'organo presieduto da
Salvatore Maccarone - che da fine 2019 detiene circa l'80%
dell'istituto della Lanterna - discuterà le proposte di Bper Banca
e di Credit Agricole, le due più accreditate per l'aggiudicazione
di una eventuale esclusiva delle tre pervenute (la terza, più
defilata, sarebbe del Fondo Cerberus).
Bper Banca - che è stata l'unica realtà ad ufficializzare
l'offerta - avrebbe nei giorni scorsi migliorato la sua proposta
rendendola più vantaggiosa per il fondo e di fatto riducendo la
dote chiesta inizialmente. L'offerta economica iniziale era di 1
euro per 1'88% ripartito fra il consorzio delle banche (80%) e Ccb
(8%), più l'Opa residuale, a patto che il Fitd ricapitalizzasse la
banca per 1 miliardo. Secondo i rumors l'orientamento di Bper è
cambiato e consisterebbe nel considerare l'effetto positivo delle
imposte differite riducendo la richiesta di ricapitalizzazione
ante-acquisizione dal miliardo iniziale a circa 600 milioni.
Nessuna disclosure sulla proposta di Credit Agricole che nei giorni
scorsi, a seguito delle indiscrezioni stampa, si è limitata a un
"no comment".
L'ago della bilancia, secondo gli addetti ai lavori, sarà
rappresentato dalle condizioni collaterali (tra cui la richiesta di
dote, il numero di esuberi e gli accordi con le società
prodotto).
I consulenti del Fondo hanno comparato le offerte nel weekend
affinché i membri del Fitd possano oggi procedere a un'attenta
dismina.
La banca della Lanterna, commissariata oltre due anni fa, è una
priorità per il sistema bancario italiano e l'obiettivo sarebbe
quello di completare un'operazione di rilancio entro l'inizio del
2022. Anche per questo motivo si respira un clima di fiducia su una
possibile vendita dell'80% circa in mano al Fondo Interbancario di
Tutela dei Depositi (Fitd) a un'altra banca. Meno probabile
l'esclusiva a un fondo per diverse ragioni, tra cui le dimensioni
di Carige e la necessità di un progetto industriale forte.
L'interesse di Bper per la realizzazione dell'operazione è
coerente con l'obiettivo di ampliamento dimensionale del perimetro
del gruppo bancario attraverso operazioni mirate che siano in grado
di accrescere il valore per tutti gli stakeholders, continuando a
garantire un elevato profilo di solidità patrimoniale di Bper
Banca, almeno pari a quello attuale.
L'operazione consentirebbe di risolvere in modo definitivo le
problematiche di Carige, salvaguardando la clientela e il complesso
degli stakeholders della stessa nonché tutelando al meglio gli
interessi degli azionisti di minoranza.
L'a.d. di Carige, Francesco Guido, in un'intervista ha spiegato
che l'offerta "è sicuramente un'opportunità, su questo non c'è
alcun dubbio, non commento oltre perché ciò appartiene
all'azionista di maggioranza".
Per gli analisti di Equita c'è ora margine per una trattativa
tra Bper (che ha come principale azionista Unipol) e il Fitd. "In
base alle nostre stime l'ammontare massimo versabile dal Fitd si
aggirerebbe ai 650-700 mln", spiegano in un report. Aggiungendo ai
650 mln circa del Fitd la conversione di 320 mln di attività
fiscali differite (post effetto fiscale), Equita ritiene "che ci
sia spazio per coprire i costi di ristrutturazione/integrazione,
con un Cet1 che dovrebbe mantenersi tra il 13%-13,5% e un Npe ratio
inferiore al 5%", ipotizzando un aumento dell'Eps al 2023 del
5%.
Va ricordato che alcuni elementi hanno contribuito a sbloccare
la situazione di stallo per la vendita della realtà della Lanterna.
Tra questi la diminuzione del rischio legale e del petitum dopo il
respingimento da parte del Tribunale di Genova della richiesta
risarcitoria di Malacalza I. L'ex primo socio della realtà
genovese, che riteneva di essere stato danneggiato dalla
ricapitalizzazione di due anni fa, aveva chiesto 480 milioni di
euro.
L'aumento di capitale da 700 mln aveva messo in sicurezza la
banca ma aveva avuto come conseguenza la diluizione della famiglia
di imprenditori di Bobbio.
A giocare a favore di un'offerta per Carige anche il
provvedimento governativo che ha spostato a giugno il termine per
l'utilizzo delle Dta. Così come la ripresa economica più forte del
previsto che spinge la redditività delle banche e sostiene lo
sforzo commerciale che sta conducendo la realtà guidata da
Guido.
Inoltre la fine delle trattative tra Unicredit e B.Mps
contrariamente alle attese non è stata percepita come un ostacolo a
una possibile soluzione per Carige, anzi: ha chiarito la situazione
del mercato contribuendo alla riapertura dei giochi.
cce
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1011:23 gen 2022
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January 10, 2022 05:23 ET (10:23 GMT)
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