Anche il cda di Mps apre all'aggregazione della banca. Dopo aver puntato i piedi per mesi di fronte alle pressioni del Tesoro, ieri il vertice dell'istituto senese ha conferito a Credit Suisse l'incarico di advisor nella «valutazione delle alternative strategiche» per «operare una verifica degli interessi di mercato da parte di operatori di primario standing».

Il Monte (già peraltro assistito da Mediobanca) ha inoltre annunciato l'apertura di una data room per consentire a tutti i soggetti interessati di analizzare i numeri della banca. Sembra insomma che Siena, finora assai tiepida sull'ipotesi di una privatizzazione, si sia implicitamente allineata al Tesoro (oggi primo azionista al 64%) che già da tempo è ha individuato in Unicredit il potenziale cavaliere bianco. Poca consistenza hanno del resto tutte le strade alternative, pur sondate da alcune frange del governo, a partire da una fusione con le altre banche regionali come Carige e Popolare di Bari.

Che la banca intenda abbandonare la difesa di un futuro stand alone lo suggerisce anche un altro dettaglio: sempre ieri il cda ha posticipato al 28 gennaio la riunione in programma il 19, in cui era atteso un esame del piano sul capitale. C'è chi infatti chi ritiene che proprio nelle prossime settimane possano emergere novità importanti per il processo di nazionalizzazione. Come detto, l'unica ipotesi sul tavolo per ora è un'integrazione con Unicredit. Al progetto mancano però ancora alcuni elementi essenziali, a partire dalla definizione della dote pubblica. Se la trasformazione delle dta in crediti fiscali è stata blindata in legge di Bilancio (l'effetto dovrebbe essere di 2,4 miliardi), in dicembre si è iniziato a ragionare anche in merito a una garanzia sul contenzioso che potrebbe consistere o in un fondo rischi gestito dal Tesoro o in una serie di accordi transattivi con le principali controparti dell'istituto senese. Proprio in questi giorni via XX Settembre starebbe incontrando diversi investitori che in passato avevano avviato azioni legali contro il Monte per sondare la possibilità di accordi transattivi. Tra questi, oltre alla Fondazione Mps, ci sarebbero anche diversi hedge fund internazionali intervenuti nelle ultime ricapitalizzazioni.

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(END) Dow Jones Newswires

January 12, 2021 02:36 ET (07:36 GMT)

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