La condanna agli ex vertici Fabrizio Viola e Alessandro Profumo per falso in bilancio sui derivati B.Mps a Milano rinfocola l'ipotesi di azione di responsabilità contro i due manager nel consiglio della banca, che con alte probabilità dovrà accantonare una somma superiore al mezzo miliardo di euro nella terza trimestrale all'esame del

cda il 5 novembre.

Lo scrive Repubblica aggiungendo che poche ore dopo la sentenza di giovedì un pugno di amministratori vicini ai M5S -l'a.d. Guido Bastianini oltre a Rita Laura D'Ecclesia, Rosella Castellano, Raffaele Di Raimo - sono tornati a sollecitare la presidente Patrizia Grieco sulla convocazione urgente di un cda straordinario per riesaminare la materia su cui il 30 luglio il consiglio senese deliberò. Solo che allora, a pochi giorni dalla prescrizione dei termini per rivalersi sull'ex presidente Profumo, il cda unanime aveva scelto di non procedere,

con il conforto di più pareri legali (e il placet del Tesoro primo socio) per cui era preferibile, a poche settimane dalla sentenza di primo grado e con 4 mila parti civili a caccia di risarcimenti, non schierarsi con i colpevolisti.

L'accordo tra gentiluomini, che nella riunione di tre mesi fa evitò la spaccatura nel voto tra le due fazioni del consiglio, fu che in caso di condanna si sarebbe tornati sul tema. Per questo ora è più che probabile che il cda senese, il 5 novembre o anche prima se lo si riterrà, riconsideri la tormentata vicenda, sotto due aspetti che paiono ormai quasi degli atti dovuti.

Il primo è l'accantonamento di nuovi fondi a copertura dei rischi legali: come emerso da una presentazione di Bastianini alla Commissione banche guidata da Carla Ruocco, le vertenze giudiziarie con soccombenza "probabile" (per esempio quelle relative alle gestioni 2008-2011 del

Monte) erano coperte al 26% delle somme richieste: e costituivano i due terzi circa di tutti gli accantonamenti a fronte di contenziosi. Neanche un euro, come scriveva Mps nella presentazione della semestrale, è invece accantonato a fronte dei circa 2,2 miliardi di richieste per i danni

causati dalla gestione di Viola e Profumo (2012-2015), perché "la banca ritiene il danno non probabile". La sentenza di settimana scorsa rende invece probabili tali rischi, e uno stuolo di legali e consulenti è già al lavoro per produrre una stima di accantonamento che sia coerente e al contempo sostenibile per il patrimonio da mesi fragile della banca.

Applicando l'aliquota delle cause più antiche (26%) si aggiungerebbero 572 milioni di rischi legali ai conti, a fine giugno in rosso per 1,09 miliardi. Questa cornice legale mal si concilia con la linea del Tesoro,

che a luglio ha nominato Mediobanca advisor per vendere Mps e onorare l'impegno preso a Bruxelles. Nel fine settimana, tra l'altro, Palazzo Chigi ha firmato, dopo settimane di esitazione, il decreto che disciplina -con ventaglio di ipotesi più che ampio- la riprivatizzazione entro la primavera 2022. Sarà però tutt'altro che facile trovare l'ipotesi che si realizza.

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October 20, 2020 03:40 ET (07:40 GMT)

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