Tesoro e Unicredit sono al lavoro sugli ultimi dettagli per definire la partita Mps. Se entro la fine del mese il gruppo guidato da Andrea Orcel intende prendere una decisione definitiva sulla privatizzazione, non sono molti i problemi da smarcare al tavolo delle trattative.

Se la gestione del personale rimane l'argomento più sensibile in termini politici, scrive MF, in questi giorni via XX Settembre avrebbe iniziato a lavorare sul rafforzamento patrimoniale. Se infatti l'accordo con Unicredit andasse in porto, l'attuale socio di maggioranza di Mps (64%) dovrà mettere nuovamente mano al portafoglio per garantire quella neutralità patrimoniale che la controparte ha posto come precondizione del deal. Le risorse serviranno non tanto per coprire la nuova operazione di de-risking da circa 8 miliardi (Amco dovrebbe infatti rilevare ampia parte dei crediti a un prezzo vicino al valore di libro, facendo emergere un fabbisogno inferiore al miliardo di euro) quanto per mettere in sicurezza il rischio legale.

Per disinnescare la mina da circa 6,4 miliardi che oggi zavorra i bilanci di Siena, le cause dovrebbero infatti essere scorporate e fatte confluire in una newco opportunamente ricapitalizzata dagli attuali soci della banca, mettendo Unicredit al sicuro dalla responsabilità in solido. Un'operazione che dovrebbe costare intorno a 1,5 miliardi. Risorse ulteriori serviranno probabilmente per coprire una parte degli oneri di ristrutturazione legati agli esodi.

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

October 12, 2021 02:16 ET (06:16 GMT)

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