Potrebbe partire già nei prossimi giorni l'attività degli advisor che il consiglio di amministrazione di Mps ha schierato per seguire il processo di privatizzazione.

Nella riunione di lunedì 11, scrive MF, il board ha affiancato Credit Suisse a Mediobanca, annunciando la costituzione di una data room aperta a tutti i potenziali acquirenti. Nelle intenzioni della banca infatti la trattativa avviata dal Tesoro con Unicredit non è l'unica strada percorribile per gestire l'uscita dello Stato dal capitale. Ecco perché, secondo quanto risulta, gli advisor potrebbero prendere contatti con altre banche italiane e internazionali per sondare l'interesse sul dossier.

Va da sé che Banco Bpm e Bper sono i candidati naturali se non fosse che i vertici dei due istituti risultano oggi assai freddi verso un'operazione Siena. Nel radar dei due ceo Giuseppe Castagna e Alessandro Vandelli c'è infatti l'ipotesi di un'integrazione che potrebbe prendere quota già dopo la presentazione dei risultati di bilancio. Per qualche banker però non è detta l'ultima parola. Il nuovo gruppo nato sull'asse Milano-Modena avrebbe infatti le spalle abbastanza larghe per gestire un'operazione di sistema come la privatizzazione del Montepaschi. L'idea non risulta molto diversa da quello discussa (e abortita) nel 2016 tra l'allora ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, l'ex amministratore delegato di Ubi Victor Massiah e lo stesso Castagna. Speculazioni? Forse, ma c'è chi suggerisce che al ceo di Unipol Carlo Cimbri (primo azionista di Bper al 20% e futuro socio di maggioranza relativa della combined entity Banco- Bper) una zampata su Siena non dispiacerebbe.

Si vedrà. Per ora il dossier non scalda gli animi. Un cortese rifiuto agli advisor di Mps potrebbe arrivare anche dalle due banche oggi attive in Italia, il Crédit Agricole e Bnp Paribas. Se infatti la banque verte è impegnata nell'offerta sul Credito Valtellinese, in pochi scommettono su un ritorno di interesse per Siena da parte della Bnl che solo nel 2005 si era affacciata con decisione sul dossier.

Per ora insomma Unicredit rimane il candidato più probabile per un'aggregazione, ferme restando alcune incognite. La prima è la nomina del nuovo ceo che, a quasi 40 giorni dal passo indietro di Jean Pierre Mustier, non sembra ancora imminente. Proprio ieri il cda della banca presieduto da Cesare Bisoni ha fatto il punto sul processo di selezione anche se i colloqui per individuare il futuro capo azienda non sono conclusi. Nella short list in fase di definizione potrebbero entrare i nomi di Fabio Gallia ( Fincantieri), Flavio Valeri (ex Deutsche Bank Italia), Andrea Orcel (ex Ubs), Diego de Giorgi (ex Goldman Sachs, oggi nel board di Unicredit), Tidjane Thiam (ex Credit Suisse) e Martin Blessing (ex Commerzbank). La seconda incognita è rappresentata dalla crisi di governo, che rischia di paralizzare l'attività del Tesoro.

red/lab

MF-DJ NEWS

1408:07 gen 2021

 

(END) Dow Jones Newswires

January 14, 2021 02:09 ET (07:09 GMT)

Copyright (c) 2021 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Mediobanca Banca di Cred... (BIT:MB)
Storico
Da Feb 2024 a Mar 2024 Clicca qui per i Grafici di Mediobanca Banca di Cred...
Grafico Azioni Mediobanca Banca di Cred... (BIT:MB)
Storico
Da Mar 2023 a Mar 2024 Clicca qui per i Grafici di Mediobanca Banca di Cred...