B.Mps: il cda sonderà altre banche (MF)
14 Gennaio 2021 - 08:24AM
MF Dow Jones (Italiano)
Potrebbe partire già nei prossimi giorni l'attività degli
advisor che il consiglio di amministrazione di Mps ha schierato per
seguire il processo di privatizzazione.
Nella riunione di lunedì 11, scrive MF, il board ha affiancato
Credit Suisse a Mediobanca, annunciando la costituzione di una data
room aperta a tutti i potenziali acquirenti. Nelle intenzioni della
banca infatti la trattativa avviata dal Tesoro con Unicredit non è
l'unica strada percorribile per gestire l'uscita dello Stato dal
capitale. Ecco perché, secondo quanto risulta, gli advisor
potrebbero prendere contatti con altre banche italiane e
internazionali per sondare l'interesse sul dossier.
Va da sé che Banco Bpm e Bper sono i candidati naturali se non
fosse che i vertici dei due istituti risultano oggi assai freddi
verso un'operazione Siena. Nel radar dei due ceo Giuseppe Castagna
e Alessandro Vandelli c'è infatti l'ipotesi di un'integrazione che
potrebbe prendere quota già dopo la presentazione dei risultati di
bilancio. Per qualche banker però non è detta l'ultima parola. Il
nuovo gruppo nato sull'asse Milano-Modena avrebbe infatti le spalle
abbastanza larghe per gestire un'operazione di sistema come la
privatizzazione del Montepaschi. L'idea non risulta molto diversa
da quello discussa (e abortita) nel 2016 tra l'allora ministro
dell'Economia Pier Carlo Padoan, l'ex amministratore delegato di
Ubi Victor Massiah e lo stesso Castagna. Speculazioni? Forse, ma
c'è chi suggerisce che al ceo di Unipol Carlo Cimbri (primo
azionista di Bper al 20% e futuro socio di maggioranza relativa
della combined entity Banco- Bper) una zampata su Siena non
dispiacerebbe.
Si vedrà. Per ora il dossier non scalda gli animi. Un cortese
rifiuto agli advisor di Mps potrebbe arrivare anche dalle due
banche oggi attive in Italia, il Crédit Agricole e Bnp Paribas. Se
infatti la banque verte è impegnata nell'offerta sul Credito
Valtellinese, in pochi scommettono su un ritorno di interesse per
Siena da parte della Bnl che solo nel 2005 si era affacciata con
decisione sul dossier.
Per ora insomma Unicredit rimane il candidato più probabile per
un'aggregazione, ferme restando alcune incognite. La prima è la
nomina del nuovo ceo che, a quasi 40 giorni dal passo indietro di
Jean Pierre Mustier, non sembra ancora imminente. Proprio ieri il
cda della banca presieduto da Cesare Bisoni ha fatto il punto sul
processo di selezione anche se i colloqui per individuare il futuro
capo azienda non sono conclusi. Nella short list in fase di
definizione potrebbero entrare i nomi di Fabio Gallia (
Fincantieri), Flavio Valeri (ex Deutsche Bank Italia), Andrea Orcel
(ex Ubs), Diego de Giorgi (ex Goldman Sachs, oggi nel board di
Unicredit), Tidjane Thiam (ex Credit Suisse) e Martin Blessing (ex
Commerzbank). La seconda incognita è rappresentata dalla crisi di
governo, che rischia di paralizzare l'attività del Tesoro.
red/lab
MF-DJ NEWS
1408:07 gen 2021
(END) Dow Jones Newswires
January 14, 2021 02:09 ET (07:09 GMT)
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