Nella ridefinizione del destino futuro di Mps da parte del Tesoro, Guido Bastianini ha sfoderato una carta a sorpresa che avrebbe potuto influenzare i giochi. All'ultimo cda di giovedì 27 maggio, l'a.d. senese avrebbe proposto una rivisitazione dei termini dell'accordo di distribuzione con Anima, tra cui l'estensione del canale per altri 15 anni rispetto alla scadenza (29 dicembre 2030): il banchiere avrebbe voluto rendere esclusivo un accordo preferenziale.

Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che all'interno del board ci sono da tempo diversità di vedute fra il capo azienda e il presidente Patrizia Grieco, allineata con il Tesoro e questo piano sarebbe stato frenato perché è sembrato poco opportuno. Anima è il più grande gruppo indipendente del risparmio gestito in Italia, con un patrimonio complessivo in gestione di oltre 194 miliardi e più di un milione di clienti. Fa capo per il 20% a Banco Bpm, per un 10,3% alle Poste, quindi al Tesoro mentre un 3% sono azioni proprie. Nel capitale c'era Mps che a giugno 2015 ha ceduto la partecipazione a Poste mantenendo un canale preferenziale di vendita di prodotti del risparmio gestito per 15 anni.

Lo stop alla revisione dei termini del canale distributivo Mps-Anima con ritocchi su esclusiva e commissioni, potrebbe spiegarsi con la necessità di non condizionare il processo di ri-privatizzazione dell'istituto senese che, secondo l'accordo di ristrutturazione concordato nel 2017 dal Tesoro con la Dg Comp, dovrà prevedere l'uscita dello Stato con il bilancio 2021.

L'opzione principale per via XX Settembre rimane Unicredit, anche se, pur non essendoci una trattativa diretta fra Tesoro e l'a.d. Andrea Orcel, quest'ultimo di recente avrebbe fatto pervenire segnali di indisponibilità ad acquisire la maggioranza sia pure in un piano di garanzie sui rischi pregressi, e utilizzando il beneficio fiscale dei 4 miliardi di Dta in pancia a Mps computabili a capitale. La proposta fatta balenare da Orcel tramite advisor sarebbe di procedere a un break-up (spezzatino) nel quale lo Stato dovrebbe ricollocare i circa 6.000 dipendenti in esubero della direzione generale attraverso un data center che sembra una manovra gradita ai sindacati per sistemarli in zona. Nello spezzatino entrerebbero Unicredit, Mcc-Popolare di Bari, probabilmente Bper e al Tesoro si vorrebbe sondare Intesa Sanpaolo per una tranche. Ma al Mef ritengono che la revisione degli accordi con Anima avrebbe potuto condizionare la cessione di Mps, al di là delle condizioni. E comunque Siena ha in essere un accordo sulle polizze con Axa per altri 8 anni: un vincolo al quale non se ne vogliono aggiungere altri.

pev

 

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June 04, 2021 03:11 ET (07:11 GMT)

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