La cessione di Banca Profilo entra in una fase finale. Ieri, scrive Il Sole 24 ore, si è tenuto l'investor meeting con i quotisti e sottoscrittori di Sator Private Equity Fund, fondo che è in proroga (fino a marzo 2022) dopo essere scaduto nel 2020. I grandi sottoscrittori del veicolo si attendono infatti di monetizzare l'investimento effettuato.

Nell'appuntamento sarebbe stato fatto un bilancio degli investimenti del fondo lanciato da Matteo Arpe: in particolare, con un focus su quelli in Aedes e in Banca Profilo, due delle cinque partecipazioni in portafoglio che comprendono anche la banca fintech Tinaba, la casa di moda L'Autre Chose ed ePrice.

Proprio la cessione della quota di Banca Profilo (il 62,4%) è il tema più caldo del momento, anche perché rappresenta l'asset di maggior valore del fondo stesso. Nell'investor meeting con i sottoscrittori del fondo i banchieri di Lazard, che sono advisor di Sator sull'operazione, avrebbero dato conto della situazione delle trattative. I riflettori sono così puntati sulle negoziazioni con Banor Sim: quest'ultima ha fatto un'offerta che è stata rifiutata da Arpe e da Sator nel mese di febbraio, ma le trattative con Banor restano vive in attesa di sapere se tra le parti verrà raggiunto un imminente equilibrio per un'intesa. Lo scorso primo marzo ci sarebbe così stato un incontro fra gli esponenti di Sator e quelli di Banor.

L'offerta di quest'ultima sembra ormai l'unica in lizza. È inoltre totalmente cash, come richiesto dai quotisti del fondo Sator. Le altre proposte arrivate nel mese scorso, quella di Finint (studiata carta contro carta, cioè con scambio azionario) e quella del private equity RiverRock, sarebbero ormai quasi fuori gioco. Però, come sarebbe sempre emerso ieri nel meeting con gli investitori, negli ultimi giorni si sarebbero affacciati altri possibili e nuovi compratori, oltre a Banor, della quota di controllo di Banca Profilo.

Queste ultime manifestazioni d'interesse sarebbero, comunque, preliminari e in ogni caso, al momento, le negoziazioni da portare a una conclusione (positiva o negativa) restano quelle con Banor Sim, che avrebbe messo sul piatto circa 160 milioni di euro. In quest'ultima offerta non sarebbero compresi due asset di Banca Profilo, che verrebbero dunque separati in una possibile transazione: cioè l'immobile della sede di via Cerva a Milano e la partecipazione azionaria (il 15%) in Banca Tinaba. In particolare, Banor non sarebbe interessata a quest'ultimo asset, per il quale invece Arpe ha una super-valutazione.

Nel piano industriale 2020-2023 di Banca Profilo si prevede per il private & investment banking ricavi a 35 milioni di euro e cost income al 65% tramite nuovo product mix e più marginalità da prodotti distintivi; per la finanza ricavi a 30 milioni di euro e cost income al 40% tramite strategie a bassa volatilità e basso assorbimento di capitale; per la digital bank ricavi a 6 milioni di euro e 370mila clienti consumer tramite il trasferimento dei servizi private alla clientela digitale;

per il digital trasformation program un cost-income consolidato al 76% tramite investimenti in robotica e digitalizzazione front to back.

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(END) Dow Jones Newswires

March 09, 2021 02:45 ET (07:45 GMT)

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