Il listino milanese ha chiuso la seduta leggermente sopra la parità, in controtendenza rispetto alle principali piazze europee, penalizzato dalla performance negativa di alcuni titoli. Il Ftse Mib, dopo una partenza in positivo, ha accelerato al rialzo in scia alla proposta della Commissione Europea, per poi ridurre fortemente i guadagni dopo alcune prese di profitto, segnando +0,28% a 17.910 punti.

Nel frattempo, Wall Street, dopo un avvio in netto rialzo in un contesto di segnali di ripresa dell'attivitá economica, ha rallentato i guadagni. Il Dow Jones segna ora +0,46%, dopo il peggioramento dei tecnologici americani.

L'attenzione degli operatori è sulla Commissione Europea, che ha proposto un nuovo strumento di ripresa, NextGenerationEu, dell'importo di 750 miliardi di euro, che si aggiungerá ai 1.100 mld del Qfp (Quadro finanziario pluriennale), per un totale di 1.850 mld euro.

Nel dettaglio, ha spiegato la presidente della Commissione, la tedesca Ursula Von der Leyen, NextGerationEu prevede 750 miliardi di euro, di cui 500 erogati a fondo perduto e 250 sottoforma di prestiti.

A piazza Affari, in evidenza il settore bancario con lo spread Btp/Bund in netta contrazione sotto i 200 punti base a 191,056 pb in scia alla proposta dell'Unione Europea sul Recovery Plan, con l'Italia maggior beneficiaria dal programma: Unicredit +4,68%, Mediobanca +4,08%, Bper +3,63%, Banco Bpm +0,81%, B.Mps +4,57%, B.P.Sondrio +1,15%.

Sotto la lente degli investitori Ubi B. (+0,76%), il cui Cda ha deliberato l'avvio di un'azione volta ad accertare che, a causa dell'avveramento della condizione MAC di efficacia dell'offerta pubblica di scambio promossa da Intesa Sanpaolo (+2,48%) - determinato dalla pandemia Covid-19 - e della mancata tempestiva rinuncia di Intesa Sanpaolo a tale condizione, gli effetti della Comunicazione del 17 febbraio, effettuata da Intesa Sanpaolo ai sensi dell'articolo 102 del Testo Unico della Finanza, sono cessati, con tutte le relative conseguenze, incluso il venir meno della "passivity rule" in capo a Ubi.

Contrastati gli industriali. Bene Cnh I. (+3,76%), Pirelli (+3,3%), Fca (+2,81%), e B.Unicem (+2,16%), mentre hanno chiuso in territorio negativo

Stm (-5,32%), Prysmian (-2,99%), Leonardo Spa (-2,49%), e Ferrari (-1,17%).

In flessione le utility, tra cui Snam (-2,32%), A2A (-2,12%), Terna (-1,17%), Italgas (-0,74%) e Hera (-0,36%). Male Amplifon (-3,71%), Juventus (-2,55%) e Recordati (-2,39%).

In rosso Nexi (-7,84% a 14,1 euro). Mercury UK, societá posseduta dai fondi di private equity Bain, Advent e Clessidra e che è il maggiore azionista di Nexi con il 52,1% del capitale, ha ceduto ad investitori istituzionali, tramite un ABB, 55 milioni di azioni (8,8% del capitale) riducendo la propria quota al 43,4%. Banca Akros ha ridotto il rating del titolo a neutral da accumulate, con tp invariato a 13 euro per azione.

In forte calo Diasorin (-12,18% a 173 euro) in scia ad alcune prese di profitto dopo i recenti rialzi che avevano spinto il titolo sui massimi storici, sopra quota 200 euro, nelle scorse sedute. Alla vigilia Jefferies aveva tagliato la raccomandazione su Diasorin da hold a underperform.

Tra le mid cap, focus su Rcs (+6,53%), dopo che, con riferimento al contenzioso relativo all'operazione che nel 2013 ha portato alla vendita e contestuale locazione del complesso immobiliare di Via Solferino/Via San Marco/Via Balzan a Milano, il Tribunale Arbitrale ha affermato la propria competenza a decidere sulle domande di Rcs (incluse quelle risarcitorie), respingendo tutte le relative eccezioni pregiudiziali e preliminari sollevate dall'acquirente; ha escluso l'invaliditá dei contratti con cui è stata conclusa l'operazione; ha rilevato che il comportamento dell'acquirente potrebbe dare luogo al risarcimento del danno in favore di Rcs. In forte rialzo anche Cairo Comm. (+3,23%).

In rally Ovs (+15,17%), che nell'anno che si è chiuso al 31 gennaio 2020 ha realizzato un utile netto rettificato di 57,7 milioni di euro, in crescita del 4,7% rispetto al dato dell'anno precedente pari a 55,2 mln euro. In calo, invece, Italmobiliare (-3,51%), Webuild (-2,92%) e Igd (-2,58%).

Sull'Aim, denaro su A.Bardolla (+8,98%), che ha chiuso il 2019 con ricavi della capogruppo a 11,887 mln euro (+16% a/a) e un Ebitda a 860.000 euro (+43% a/a).

cm

chiara.migliaccio@mfdowjones.it

 

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May 27, 2020 11:53 ET (15:53 GMT)

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