Banco Bpm: proseguono colloqui con Credit Agricole (Giornale)
16 Ottobre 2020 - 9:18AM
MF Dow Jones (Italiano)
Proseguono i contatti tra Banco Bpm e Credit Agricole. Fonti
vicine al dossier confermano a Il Giornale che i contatti tra il
gruppo guidato dall'a.d., Giuseppe Castagna, e quello diretto da
Giampiero Maioli sono in corso. Ufficialmente per discutere del
posticipo dell'opzione put relativa al 10% della finanziaria Agos
(61% Crédit Agricole e 39% Banco Bpm). Piazza Meda può, infatti,
cedere entro giugno prossimo un decimo del capitale della joint
venture a 150 milioni di euro. È probabile, pertanto, che queste
interlocuzioni "tracimino" anche all'M&A vero e proprio. Da
quando, la scorsa estate, Castagna ha dichiarato che "Intesa-Ubi
cambia il contesto competitivo" e che "due-tre grandi poli bancari
sarebbero necessari", Banco Bpm è stato al centro di varie
speculazioni anche perché l'ad ha confermato che il gruppo si sta
guardando intorno.
Gli eventi delle ultime settimane hanno cambiato un po' lo
scenario. La nomina dell'ex ministro dell'Economia, Pier Carlo
Padoan, alla presidenza di Unicredit sembra prefigurare la
possibilità che sia Piazza Gae Aulenti a rilevare B.Mps quando
tornerà in bonis, considerato che al vertice siede proprio colui
che ne ha orchestrato il salvataggio. Analogo discorso per Bper che
sta affrontando un aumento di capitale per rilevare i 532 sportelli
Ubi che Intesa cederà. Dal punto di vista esclusivamente teorico
l'integrazione tra Banco Bpm e Credit Agricole Italia presenterebbe
poche problematiche. I rischi di execution sono tutti legati al
contesto macroeconomico, giacché l'operazione sarebbe fattibile
tramite una fusione visto che la filiale italiana della banque
verte non è quotata.
Il problema, eventualmente, sarebbe il fatto che Credit Agricole
diverrebbe il principale socio del terzo gruppo bancario italiano,
circostanza che potrebbe indispettire i "sovranisti finanziari" di
maggioranza e opposizione. Banco Bpm ha circa 180 miliardi di
attivi al 30 giugno, poco meno del triplo di Credit Agricole
Italia. Per l'integrazione si starebbe ragionando su un 60%-40%,
dunque i francesi che hanno l'85% della controllata italiana
potrebbero detenere oltre un terzo del capitale dell'entità
post-combinazione, rappresentando una maggioranza di blocco a
fronte di un azionariato molto frammentato come quello di Banco Bpm
(il 4,9% di Capital Research e il 4,1% detenuto complessivamente
dalle Fondazioni Crt, Lucca, Alessandria e Cariverona). Per quanto
l'integrazione abbia senso industriale visto che Banco Bpm potrebbe
diventare un distributore francese (ha due partnership di
bancassurance con Cattolica e Covea e detiene il 20% di Anima), la
futura governance non è un problema trascurabile.
vs
(END) Dow Jones Newswires
October 16, 2020 03:03 ET (07:03 GMT)
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