La Banca centrale europea invita Bruxelles e gli Stati membri a valutare di rendere permanente il Recovery Fund da 750 miliardi di euro approntato per rispondere alla crisi pandemica.

«Questa innovazione, benché una tantum, potrebbe contenere anche una lezione per l'Unione economica e monetaria che ancora manca di una capacità fiscale stabile a livello sovranazionale per rispondere a profonde crisi macroeconomiche», si legge nelle conclusioni di uno studio della Bce sulla portata del piano Next Generation Eu. «Purché sia impiegato per investimenti produttivi accompagnati da riforme acceleratrici della crescita, Ngeu non solo sosterrà la ripresa in corso, ma anche aumenterà in futuro la resilienza e il potenziale di sviluppo delle economie degli Stati membri», sottolinea.

Questo perché la ripartizione dei sussidi previsti nel Recovery and Resilience Facility (312,5 miliardi) «assicura ai Paesi più vulnerbaili un robusto supporto macroeconomico» che dovrebbe nel complesso ammontare al 5% del prodotto interno lordo dell'eurozona. Dall'analisi della Bce emerge che le economie più deboli dell'Ue saranno le maggiori beneficiarie nette del fondo in percentuale rispetto ai loro pil pre-crisi (2019). Fra 2021 e 2026 Grecia così riceverà sussidi netti pari al 9% del pil, il Portogallo pari al 5,4% così come la Slovacchia, la Spagna pari 3,4%.

L'Italia, infine, avrà un beneficio netto pari all'1,9% del pil dell'anno scorso, pur essendo in assoluto la prima destinataria del fondo europeo per la ripresa.

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(END) Dow Jones Newswires

September 24, 2020 02:36 ET (06:36 GMT)

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