Di Sestino Giacomoni - presidente della commissione di vigilanza su Cdp

In questi giorni di fine estate rimane molto caldo un tema fondamentale per lo sviluppo e per il futuro del nostro Paese, quello che riguarda l'acquisizione di Borsa Italiana spa da parte di Euronext e tutto ciò che questa operazione implica.

Come si dice, il diavolo spesso sta nei dettagli e il dettaglio a cui bisogna prestare attenzione, nel caso di Borsa Italiana e non solo, si chiama governance.

Nonostante gli accordi presi dalle varie parti in causa vadano tutti nella direzione della tutela degli assetti finanziari, del risparmio e degli interessi italiani, non possiamo non prestare attenzione ai rumors che si susseguono in questi giorni sugli equilibri di governance, che penderebbero eccessivamente dalla parte della componente franco-olandese, con un taglio di circa 200 posti di lavoro nell'asset italiano, tra i 700 attuali.

Come è stato correttamente riportato su MF-Milano Finanza, in un articolo a cura del direttore Roberto Sommella, l'allerta a livello istituzionale è massima.

Senza dubbio l'ingresso di Cdp in Euronext e la contestuale acquisizione di Borsa Italiana può essere un punto di forza per garantire gli interessi nazionali. Occorre però perseguire alcuni obiettivi: in primo luogo la crescita dimensionale, sia per numero di società quotate sia per capitalizzazione complessiva di mercato.

Solo a titolo di esempio, il primato che l'Italia vanta nel tessile e nella moda non si è mai trasformato in un polo italiano del lusso in grado di imporsi a livello mondiale, a causa dell'assenza di una Borsa domestica in grado di indirizzare gli investimento in termini di capitale di rischio.

I capitali per il settore della moda sono invece arrivati dal listino francese, che con Lvmh ha saputo creare uno dei principali campioni mondiali del settore, con una capitalizzazione superiore a 300 miliardi di euro.

Se la strategia di Borsa Italiana è creare una piattaforma in grado di assicurare capitali di rischio adeguati alle aziende domestiche per sviluppo e internazionalizzazione, l'alleanza con Euronext va nella giusta direzione per la creazione dell'auspicata unione dei mercati europei.

Tale strategia si può perseguire solo facendo perno sulle competenze tecniche circa il funzionamento del mercato. La figura e il ruolo del Ceo saranno determinanti, al pari di tutti i partecipanti al sistema mercato.

Per questo è fondamentale prestare attenzione ai requisiti di chi dovrà condurre Borsa Italiana nei prossimi anni, così come sarà determinante il coordinamento tra tutti i soggetti che partecipano e concorrono al corretto funzionamento del mercato. Gli accordi, d'altronde, non lasciano spazio a interpretazioni: Consob sta monitorando gli sviluppi di questi giorni, per verificare che siano rispettati i contenuti dell'intesa stipulata con il Mef, che garantisce l'assetto stabile di Borsa spa e della componente italiana e i patti stipulati con le piazze finanziare di Parigi e Amsterdam, indirizzati anch'essi alla tutela delle competenze italiane.

Sono certo che anche il Parlamento vigilerà affinché l'intera operazione sia effettivamente un punto di forza e di svolta per l'Italia. Le dichiarazioni più recenti da Parigi sembrano fugare ogni dubbio: «Borsa Italiana è parte integrante del progetto europeo Euronext e non ci sarà alcun successo per Euronext in Europa senza la crescita del business di Borsa Italiana in Italia». Permane invece la preoccupazione sugli esuberi, anche se Euronext ha affermato che «qualsiasi ipotesi sui contenuti del piano è pura speculazione». Su questo tema però è fondamentale fare chiarezza subito: alla ripresa dei lavori parlamentari presenterò un'interrogazione al Ministro dell'Economia, proprio per mettere fine alle varie illazioni. È bene vigilare affinché Borsa spa non sia svuotata per portare le maggiori attività a Parigi, con il conseguente taglio del personale.

Oggi grazie a Draghi e al Recovery Plan l'Italia può creare i presupposti per una leadership in Europa, primato che potrà perpetuarsi in futuro solo in presenza di una Borsa domestica con una capitalizzazione ben superiore agli attuali 750 miliardi di euro, contro i circa 3.400 miliardi di capitalizzazione del listino francese. A tale scopo occorre in tutti i modi indirizzare l'ingente risparmio delle famiglie italiane, fermo sui conti corrente, verso le nostre piccole, medie e grandi imprese. Per questo con la prossima legge di bilancio dobbiamo trovare il modo di rilanciare i Pir.

I Piani Individuali di Risparmio sono infatti fondamentali per il perseguimento di questo obiettivo. La misura del successo è legata alla capacità di tutti gli attori del mercato nel concorrere al risultato. L'Advisory Board di Borsa dovrà farsi carico di una costante attività di allineamento tra i vari attori, individuando le soluzioni tattiche e strategiche da adottare.

La governance, ovvero i meccanismi di funzionamento dell'alleanza con Euronext, dovrà assicurare l'accelerazione per la crescita del listino domestico e rifuggire le tentazioni di egemonia da parte francese.

In Parlamento vigileremo affinché venga rafforzata la presenza italiana in Euronext, attribuendo ai manager di Borsa italiana ruoli chiave. Se fosse necessario siamo pronti anche e sin da subito, come Commissione di vigilanza su Cdp, a valutare l'opportunità di sentire in audizione i vertici di Euronext.

fch

 

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August 23, 2021 03:42 ET (07:42 GMT)

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