Borsa: le opa che verranno (Mi.Fi.)
07 Giugno 2021 - 08:20AM
MF Dow Jones (Italiano)
Con il costo del denaro che probabilmente resterà a zero ancora
per poco tempo, il risiko a Piazza Affari accelera. Ben 10 le
offerte pubbliche d'acquisto in corso, tra annunciate e lanciate,
che si aggiungono alle otto concluse da gennaio a oggi, ma il
mercato sta speculando su diversi titoli fra banche, gestori,
industria e torri di tlc. Due sono arrivate la scorsa settimana, su
Retelit e Cattolica Assicurazioni.
Ma gli operatori, secondo quanto ha potuto appurare MF-Milano
Finanza parlando con analisti e gestori, se ne aspetta altre (una
quindicina le più verosimili) spaziando dal finanziario
all'industriale. Il mercato è liquido e vuole chiudere le
operazioni quanto prima, perché a breve potrebbe esserci un aumento
dei tassi e a quel punto finanziare il debito costerebbe di più. Ma
quali sono i titoli entrati nell'interesse dei desk operativi,
senza contare le grandi scommesse già in corso su Bper, Popolare di
Sondrio, Banco Bpm, Unicredit e Mps? «Il denaro costa ancora poco e
i fondi di private equity hanno la necessità di far fruttare questa
finestra in cui il finanziamento è quasi gratuito», conferma Andrea
Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik. «Ci sono diverse pmi,
soprattutto in Italia, già entrate nel radar dei fondi».
Tra i finanziari una società interessante secondo Scauri è
Anima, preda perfetta all'interno del consolidamento bancario. «Se
Unicredit rileva Mps o una sua parte, si trova in portafoglio un
accordo di distribuzione molto lungo fra Siena e Anima, in scadenza
nel 2030», osserva. «Nel contempo Unicredit ha un accordo, molto
più breve, con Amundi. Tra le ipotesi c'è quella che i francesi,
che rischierebbero di perdere la distribuzione con la banca
milanese, lancino un'opa su Anima per mantenere stabile la loro
presenza in Italia». Bisogna sempre considerare, riprende Scauri,
che il 15,4% di Anima è in mano a Banco Bpm. «E in uno scenario
alternativo la stessa Anima potrebbe diventare il nuovo polo del
risparmio gestito, nel caso Unicredit poi muovesse su Banco
Bpm».Fra i candidati per prossime opa, secondo Scauri, vi è Bbf
(già Banca Farmafactoring), «una public company in salute ma che
può distribuire addirittura il 20% della capitalizzazione in
dividendi se la Bce darà il via libera a ottobre».
La società non ha npl e si basa sul factoring legato alla
pubblica amministrazione. Nel real estate è interessante il caso di
Coima Res: il titolo che tratta con il 40% di sconto sul nav,
attorno a 6,9 euro, contro un nav di 11 euro anche se la società ha
in portafoglio uffici a Milano in zona Porta Nuova. La società è
poco indebitata, quotata da 6-7 anni, ma il mercato, spiega Scauri,
«non pare capirla e il titolo scambia poco. Manfredi Catella,
fondatore e ceo, potrebbe accordarsi con il maggiore azionista, il
fondo del Qatar, per delistare il titolo». Il mercato, aggiunge il
gestore di Lemanik, si è anche posizionato sulle opa annunciate in
vista di un rilancio. «Carraro ha già rivisto il prezzo, ma 2,55
euro per azione, considerato che siamo all'inizio della stagione
del recupero delle materie prime agricole, pare un valore ancora
molto contenuto», commenta il gestore. Anche Cerved viaggia a 9,89
euro, sopra il valore dell'opa di Ion e Fsi di 9,5 euro, con le
valutazioni degli analisti che vanno da 9 fino a 11 euro.
«Anche in questo caso è possibile un rilancio del prezzo»,
riprende Scauri.Le numerose opa in corso sono un segnale che la
liquidità c'è, interviene Domenico Ghilotti, co-responsabile
Ufficio Studi di Equita, «con i fondi di private equity che
affiancano spesso le famiglie nell'uscita da Piazza Affari in un
momento di ripresa dell'economia. A volte queste operazioni sono
legate a riassetti interni e passaggi generazionali». Settori
potenziali dove oggi emerge una certa speculazione, a detta di
Ghilotti, sono quello del lusso, «con Tod's e Ferragamo per esempio
spesso indicate come possibili target». Ma anche il mondo digitale
e delle infrastrutture come le torri. Il consolidamento «di Raiway
con EiTowers avrebbe senso strategico, Inwit forse in una fase
successiva», spiega l'analista. «Ricordiamo che Cellnex sta
costruendo un campione europeo, le dimensioni dei gruppi stanno
andando oltre quella nazionale».Fra le possibili opa vi potrebbero
essere quella su Mediobanca, Finecobank, Pirelli e Saras, ragiona
Fabio Caldato partner di Olympia Wealth Management Ltd. Se
Unicredit (23,6 miliardi di capitalizzazione) rilevasse parte di
Mps con il sostegno del Mef, poi potrebbe usare le Dta, i crediti
fiscali, per finanziare l'operazione». In un secondo momento
potrebbe «allargare l'interesse a Mediobanca, che oggi vale 8,7
miliardi, «perazione che potrebbe essere in parte ripagata cedendo
il credito al consumo». Fra i desk operativi «a Londra si è notato
che il consumer lending di Piazzetta Cuccia», aggiunge il gestore,
«vale 515 milioni di ricavi su 1,3 miliardi totali della banca nel
2020, con un utile di 138 milioni. Il business è stato colpito dal
Covid e deve ancora riprendersi, ma le attese sono buone». Se il
credito al consumo fosse oggetto di per spinoff, il mercato
valuterebbe «quei 138 milioni almeno 15 volte e avremmo un valore
minimo di 2 miliardi di euro, che potrebbero coprire parte dei
costi di acquisizione», aggiunge Caldato. Sempre Piazzetta Cuccia
possiede il 13% delle Assicurazioni Generali, che oggi vale circa
2,2 miliardi di euro se interamente ceduto. Unicredit, ragiona il
gestore, «avrebbe a quel punto un'attività di investment banking
che la porrebbe all'altezza di Banca Imi per Intesa Sanpaolo». Su
FinecoBank, Caldato dice che «è il migliore asset gatherer
italiano, scambia a multipli alti ma il mercato coltiva l'ipotesi
di un importante possibile acquirente del calibro di Blackrock». In
Pirelli, invece, uno dei temi sono i soci cinesi, visto che il
governo di Pechino ha invitato le aziende a vendere le
partecipazioni estere. «In questo caso Marco Tronchetti Provera,
anche per ragioni d'età, potrebbe contribuire a mettere il gruppo
sul mercato». Su Saras si è speculato anche lo scorso anno, con
Massimo Moratti forse propenso a cedere le redini. Intanto il
titolo è salito da 0,59 euro di gennaio agli attuali 0,78 euro.
fch
(END) Dow Jones Newswires
June 07, 2021 02:08 ET (06:08 GMT)
Copyright (c) 2021 MF-Dow Jones News Srl.