Con il costo del denaro che probabilmente resterà a zero ancora per poco tempo, il risiko a Piazza Affari accelera. Ben 10 le offerte pubbliche d'acquisto in corso, tra annunciate e lanciate, che si aggiungono alle otto concluse da gennaio a oggi, ma il mercato sta speculando su diversi titoli fra banche, gestori, industria e torri di tlc. Due sono arrivate la scorsa settimana, su Retelit e Cattolica Assicurazioni.

Ma gli operatori, secondo quanto ha potuto appurare MF-Milano Finanza parlando con analisti e gestori, se ne aspetta altre (una quindicina le più verosimili) spaziando dal finanziario all'industriale. Il mercato è liquido e vuole chiudere le operazioni quanto prima, perché a breve potrebbe esserci un aumento dei tassi e a quel punto finanziare il debito costerebbe di più. Ma quali sono i titoli entrati nell'interesse dei desk operativi, senza contare le grandi scommesse già in corso su Bper, Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Unicredit e Mps? «Il denaro costa ancora poco e i fondi di private equity hanno la necessità di far fruttare questa finestra in cui il finanziamento è quasi gratuito», conferma Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik. «Ci sono diverse pmi, soprattutto in Italia, già entrate nel radar dei fondi».

Tra i finanziari una società interessante secondo Scauri è Anima, preda perfetta all'interno del consolidamento bancario. «Se Unicredit rileva Mps o una sua parte, si trova in portafoglio un accordo di distribuzione molto lungo fra Siena e Anima, in scadenza nel 2030», osserva. «Nel contempo Unicredit ha un accordo, molto più breve, con Amundi. Tra le ipotesi c'è quella che i francesi, che rischierebbero di perdere la distribuzione con la banca milanese, lancino un'opa su Anima per mantenere stabile la loro presenza in Italia». Bisogna sempre considerare, riprende Scauri, che il 15,4% di Anima è in mano a Banco Bpm. «E in uno scenario alternativo la stessa Anima potrebbe diventare il nuovo polo del risparmio gestito, nel caso Unicredit poi muovesse su Banco Bpm».Fra i candidati per prossime opa, secondo Scauri, vi è Bbf (già Banca Farmafactoring), «una public company in salute ma che può distribuire addirittura il 20% della capitalizzazione in dividendi se la Bce darà il via libera a ottobre».

La società non ha npl e si basa sul factoring legato alla pubblica amministrazione. Nel real estate è interessante il caso di Coima Res: il titolo che tratta con il 40% di sconto sul nav, attorno a 6,9 euro, contro un nav di 11 euro anche se la società ha in portafoglio uffici a Milano in zona Porta Nuova. La società è poco indebitata, quotata da 6-7 anni, ma il mercato, spiega Scauri, «non pare capirla e il titolo scambia poco. Manfredi Catella, fondatore e ceo, potrebbe accordarsi con il maggiore azionista, il fondo del Qatar, per delistare il titolo». Il mercato, aggiunge il gestore di Lemanik, si è anche posizionato sulle opa annunciate in vista di un rilancio. «Carraro ha già rivisto il prezzo, ma 2,55 euro per azione, considerato che siamo all'inizio della stagione del recupero delle materie prime agricole, pare un valore ancora molto contenuto», commenta il gestore. Anche Cerved viaggia a 9,89 euro, sopra il valore dell'opa di Ion e Fsi di 9,5 euro, con le valutazioni degli analisti che vanno da 9 fino a 11 euro.

«Anche in questo caso è possibile un rilancio del prezzo», riprende Scauri.Le numerose opa in corso sono un segnale che la liquidità c'è, interviene Domenico Ghilotti, co-responsabile Ufficio Studi di Equita, «con i fondi di private equity che affiancano spesso le famiglie nell'uscita da Piazza Affari in un momento di ripresa dell'economia. A volte queste operazioni sono legate a riassetti interni e passaggi generazionali». Settori potenziali dove oggi emerge una certa speculazione, a detta di Ghilotti, sono quello del lusso, «con Tod's e Ferragamo per esempio spesso indicate come possibili target». Ma anche il mondo digitale e delle infrastrutture come le torri. Il consolidamento «di Raiway con EiTowers avrebbe senso strategico, Inwit forse in una fase successiva», spiega l'analista. «Ricordiamo che Cellnex sta costruendo un campione europeo, le dimensioni dei gruppi stanno andando oltre quella nazionale».Fra le possibili opa vi potrebbero essere quella su Mediobanca, Finecobank, Pirelli e Saras, ragiona Fabio Caldato partner di Olympia Wealth Management Ltd. Se Unicredit (23,6 miliardi di capitalizzazione) rilevasse parte di Mps con il sostegno del Mef, poi potrebbe usare le Dta, i crediti fiscali, per finanziare l'operazione». In un secondo momento potrebbe «allargare l'interesse a Mediobanca, che oggi vale 8,7 miliardi, «perazione che potrebbe essere in parte ripagata cedendo il credito al consumo». Fra i desk operativi «a Londra si è notato che il consumer lending di Piazzetta Cuccia», aggiunge il gestore, «vale 515 milioni di ricavi su 1,3 miliardi totali della banca nel 2020, con un utile di 138 milioni. Il business è stato colpito dal Covid e deve ancora riprendersi, ma le attese sono buone». Se il credito al consumo fosse oggetto di per spinoff, il mercato valuterebbe «quei 138 milioni almeno 15 volte e avremmo un valore minimo di 2 miliardi di euro, che potrebbero coprire parte dei costi di acquisizione», aggiunge Caldato. Sempre Piazzetta Cuccia possiede il 13% delle Assicurazioni Generali, che oggi vale circa 2,2 miliardi di euro se interamente ceduto. Unicredit, ragiona il gestore, «avrebbe a quel punto un'attività di investment banking che la porrebbe all'altezza di Banca Imi per Intesa Sanpaolo». Su FinecoBank, Caldato dice che «è il migliore asset gatherer italiano, scambia a multipli alti ma il mercato coltiva l'ipotesi di un importante possibile acquirente del calibro di Blackrock». In Pirelli, invece, uno dei temi sono i soci cinesi, visto che il governo di Pechino ha invitato le aziende a vendere le partecipazioni estere. «In questo caso Marco Tronchetti Provera, anche per ragioni d'età, potrebbe contribuire a mettere il gruppo sul mercato». Su Saras si è speculato anche lo scorso anno, con Massimo Moratti forse propenso a cedere le redini. Intanto il titolo è salito da 0,59 euro di gennaio agli attuali 0,78 euro.

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June 07, 2021 02:08 ET (06:08 GMT)

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