Calcio: il centravanti Advent (Mi.Fi.)
13 Settembre 2021 - 09:10AM
MF Dow Jones (Italiano)
La SerieA, nonostante i 990 milioni annui (per il triennio
2021-2024) incassati per la vendita delle immagini tv del
campionato, della Coppa Italia e dei diritti vari e gli altri 205
milioni incamerati per i paesi internazionali (manca solo l'area
Middle East-Nord Africa che può valere 60-70 milioni all'anno), ha
un ingente bisogno di capitali.
Perché i bilanci della gran parte dei club, colpiti dalla
pandemia, sono in profondo rosso e gli azionisti devono intervenire
su base mensile per rimpinguare le casse e garantire la stabilità
gestionale. E' forse per questa ragione che Urbano Cairo,
proprietario del Torino e primo socio e top manager di Rcs
Mediagroup, di recente ha rilanciato l'opportunità di riavviare le
trattative con quei fondi di private equity che si erano fatti
avanti per rilevare una partecipazione di minoranza di quella media
company per la gestione dei diritti tv che, seppure approvata in
assemblea, non ha mai visto la luce. Advent, Cvc e Fsi avevano
messo sul piatto 1,7 miliardi per il 10% della newco. L'offerta,
che era stata approvata all'unanimità verso la fine dello scorso
novembre, è poi finita nel dimenticatoio per le diatribe tra i vari
patron del calcio italiano. Una liquidità enorme, il doppio di
quanto garantito da Dazn e Tim, che avrebbe fatto certamente bene
ai conti delle società se è vero, per esempio, che la Juventus
dovrà lanciare un nuovo aumento di capitale da 400 milioni dopo
quello completato nel gennaio 2020 (300 milioni), che Dan Friedkin
solo in agosto ha sborsato 60 milioni per una Roma in rosso, che la
cinese Suning si è dovuta rivolgere al fondo di turnaround Oaktree
per ottenere un finanziamento da 275 milioni e ha dovuto cedere i
gioielli Lukaku e Hakimi per rimettere in linea di galleggiamento
il bilancio.
In questa complicata situazione, come già riferito da MF-Milano
Finanza nelle edizioni del 7 luglio e del 3 settembre, ecco che la
Confindustria del pallone ha deciso di riaprire la porta ai tre
investitori finanziari. A tirare le fila, in particolare, è il
presidente Paolo Dal Pino, da sempre sostenitore del progetto al
punto che, secondo indiscrezioni non confermate, prossimamente
avrebbe in programma, assieme all'ad Luigi De Siervo, una trasferta
in Spagna per incontrare il deus ex machina della Liga, Javier
Tebas, fautore dell'accordo con il fondo Cvc che garantirà 2,7
miliardi alla medesima Liga iberica per una partecipazione del 10%.
Ovviamente, visto ciò che è successo nei mesi scorsi, lo scenario è
cambiato e anche la ripresa del dialogo si deve basare su nuovi
presupposti.
La novità è che se nessuno dei tre pretendenti abbandonerà la
cordata, cambieranno i pesi in seno all'asse Advent-Cvc-Fsi. In
particolare Advent, guidato dal managing director Francesco
Casiraghi, prenderà in mano il pallino della situazione,
incrementando la sua partecipazione nel consorzio, portandola
dall'iniziale 40% al futuro 50-55%. Cvc, guidata dal managing
partner Giampiero Mazza, non sarà più il principale investitore
(aveva il 50%) ma cederà parte della quota restando però al 35-40%
e, infine, Fsi sgr gestita da Maurizio Tamagnini manterrà il ruolo
attuale con una partecipazione attorno al 10%. La cordata, che da
qualche settimana ha ripreso i colloqui con i presidenti di club, è
disposta a rivedere le condizioni e i termini del precedente
termsheet (quello del 4 gennaio) aprendo a modifiche sulla
governance della media company e a individuare altre opzioni
relative a eventuali novità che Fifa e Uefa potrebbero introdurre
su scala europea: fu il nodo della Superlega a far dire di no, alla
fine, a Juventus, Inter e Milan.
fch
(END) Dow Jones Newswires
September 13, 2021 02:55 ET (06:55 GMT)
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