Il presidente Usa, Joe Biden, questa settimana proporrà di
dimezzare le emissioni di gas serra degli Stati Uniti entro il
2030, nel tentativo di far ripartire gli sforzi globali per
affrontare il cambiamento climatico, hanno detto persone che hanno
familiarità con la questione.
Biden renderà noto il nuovo obiettivo durante il vertice che si
terrà alla Casa Bianca domani e venerdì, nel quadro di uno sforzo
per affermare la leadership globale sulle questioni climatiche in
mezzo alle tensioni con la Cina. Il nuovo obiettivo mira a ridurre
nel corso dei prossimi nove anni le emissioni del 50% rispetto ai
livelli del 2005. Le emissioni dello scorso anno erano già previste
in calo del 21% rispetto al 2005, in parte a causa del
rallentamento legato alla pandemia, ma quest'anno le emissioni
stanno aumentando di nuovo mentre l'economia si riprende dal
Covid-19.
Biden ha invitato all'evento 40 leader mondiali, un gruppo che
comprende alleati europei e alcuni autocrati di Paesi rivali degli
Usa che sono tra i maggiori emettitori e produttori di combustibili
fossili del mondo, tra cui il presidente russo Vladimir Putin. La
Casa Bianca ha detto che tra gli invitati ci sono 17 Paesi
responsabili di circa l'80% di tutte le emissioni globali. Il
vertice punta a potenziare il livello di ambizione in vista dei
negoziati di novembre per aumentare gli obiettivi di riduzione
delle emissioni.
Si prevede che alcuni Paesi in via di sviluppo utilizzeranno il
vertice per sollecitare le Nazioni più ricche a contribuire a
finanziare gli sforzi per ridurre le emissioni e ad adattarsi agli
effetti del riscaldamento del pianeta. Il Brasile ha chiesto
all'amministrazione Biden un miliardo di dollari in cambio di una
riduzione della deforestazione del 40%. L'India, nel frattempo, ha
anche sottolineato agli Stati Uniti l'importanza che i Paesi
industrializzati mantengano la promessa di mobilitare fino a 100
miliardi di dollari all'anno a sostegno di sforzi simili.
Biden sta affrontando pressioni per convincere altre Nazioni e i
suoi avversari repubblicani in patria che riuscirà a convincere la
Cina a impegnarsi in sforzi più ambiziosi per ridurre le emissioni.
"A meno che la Cina non interrompa la sua crescita disinibita delle
emissioni, tutto ciò che faremo sarà quadruplicato dai cinesi", ha
detto il deputato Garret Graves, il massimo repubblicano nella
Commissione ristretta della Camera sulla crisi climatica.
L'amministrazione Biden cerca di dimostrare che gli Stati Uniti
sono impegnati a ridurre le emissioni dopo che l'ex presidente Usa,
Donald Trump, si è ritirato dall'Accordo sul clima di Parigi. Il
nuovo obiettivo sarà probabilmente visto da altre Nazioni e gruppi
ambientalisti come ambizioso, hanno detto i sostenitori, alcuni dei
quali hanno inviato alla Casa Bianca nelle ultime settimane dati
che sostengono che l'obiettivo del 50% sia raggiungibile.
"Questo è il tipo di numero di cui avranno bisogno per essere
credibili nella comunità internazionale", ha detto Heather Zichal,
amministratore delegato dell'American Clean Power Association, che
è stato uno dei principali consiglieri per il Clima dell'ex
presidente Barack Obama.
L'obiettivo per le emissioni di Biden è destinato ad affrontare
le critiche dei legislatori repubblicani e di alcuni membri della
comunità imprenditoriale che temono che le politiche climatiche
dell'amministrazione possano danneggiare l'economia. Il deputato
repubblicano, Michael McCaul, ha criticato l'Accordo di Parigi
questa settimana, sostenendo che "penalizza in modo sproporzionato
i lavoratori americani".
Altre aziende sosterranno a gran voce la mossa di Biden. Più di
300 di loro - tra cui i giganti statunitensi Apple,
Johnson&Johnson e Walmart - hanno firmato una lettera aperta la
scorsa settimana inviata a Biden dicendo che un taglio del 50% è il
minimo che dovrebbe adottare.
John Kerry, l'inviato speciale dell'amministrazione Biden per il
clima, ha incontrato i funzionari cinesi a Shanghai la scorsa
settimana nel tentativo di riavviare le discussioni bilaterali sul
clima tra le due Nazioni. Dopo l'incontro gli Stati Uniti e la Cina
hanno dichiarato in che lavoreranno insieme per fissare obiettivi
più ambiziosi per affrontare il cambiamento climatico. Kerry ha
detto ai giornalisti che le due parti hanno discusso della
possibilità che la Cina rafforzi i propri impegni. Il presidente
cinese, Xi Jinping, ha promesso lo scorso settembre che la Cina
raggiungerà il picco delle emissioni di carbonio prima del 2030 e
raggiungerà la neutralità dal carbonio - emissioni nette di
anidride carbonica pari a zero - entro il 2060.
Kerry ha detto in un'intervista la scorsa settimana che
l'impegno dei cinesi per raggiungere zero emissioni nette di
anidride carbonica entro il 2060 non è abbastanza veloce e ha
spronato il Paese ad andare oltre. "Dobbiamo vedere impegni per
emissioni zero, un impegno a 30 anni è fantastico, ma non è
sufficiente. Dobbiamo iniziare a ridurre in modo significativo ora.
Questo è ciò che ci dice la scienza. Quindi il periodo dal 2020 al
2030 è critico", ha detto.
I sostenitori del clima sperano che Xi utilizzerà il vertice per
svelare sforzi più ambiziosi per ridurre le emissioni spostando
prima la data obiettivo per il picco delle emissioni, stabilendo un
limite assoluto alle emissioni o emettendo una moratoria o un
limite sul carbone. Ma non è chiaro se Xi annuncerà nuovi obiettivi
climatici in una possibile ripetizione del suo impegno congiunto
sul clima del 2014 con Obama, che aveva contribuito a spianare la
strada all'Accordo di Parigi.
Poiché le emissioni sono globali, Biden deve galvanizzare la
cooperazione internazionale per adempiere alla sua campagna in cui
promette di affrontare il cambiamento climatico e questo implica
convincere altri Paesi che gli Stati Uniti, a lungo uno dei
principali emittenti, sono seri nei propri sforzi.
Le emissioni globali stanno nuovamente aumentando con la
riapertura delle economie. L'Agenzia Internazionale dell'Energia,
in un rapporto pubblicato ieri, ha affermato che le emissioni
dovrebbero aumentare del 4,8% quest'anno, il più grande aumento
annuale da quello record del 2010, quando il mondo si stava
riprendendo dalla crisi economica globale.
Si prevede che l'aumento delle emissioni sarà guidato dai Paesi
in via di sviluppo come la Cina, che continuano a fare molto
affidamento sul carbone. La Cina da sola rappresenterà oltre il 50%
del nuovo utilizzo del carbone nel 2021, ha affermato
l'Agenzia.
Dopo gli Accordi di Parigi, anche alcuni dei più aggressivi
sostenitori dell'accordo, come l'Unione europea e il Canada, hanno
trovato difficile realizzare le loro ambizioni. La continua
dipendenza dei cinesi dal carbone è diventata una preoccupazione
globale. Le sue emissioni di carbonio sono aumentate negli anni
successivi all'Accordo, salendo a 9,8 miliardi di tonnellate
all'anno nel 2019, dai 9,2 miliardi di tonnellate nel 2015, mentre
il Paese continua a proporre più energia a carbone, 73,5 gigawatt
solo lo scorso anno, più di cinque volte del resto del mondo messo
insieme.
cos
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April 21, 2021 08:06 ET (12:06 GMT)
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